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IL CAMMINO DI SAN ROCCO ARRICCHISCE IL CROCEVIA PIACENTINO DELLE VIE ROMEE E FRANCIGENE

IL CAMMINO DI SAN ROCCO ARRICCHISCE IL CROCEVIA PIACENTINO DELLE VIE ROMEE E FRANCIGENE

By Giuseppe

INSIEME PER IL CAMMINO DI SAN ROCCO: COMUNE DI SARMATO, ASSOCIAZIONI STORICHE E COMITATO TRATTA PIACENZA VIA FRANCIGENA 

Primo passo dell’iter per il riconoscimento del Consiglio d’Europa e il prolungamento del tragitto verso Stradella e verso il mar Ligure-Tirreno

Newsfood.com, Piacenza-Sarmato, 16 dicembre 2023

Cammino di San Rocco – Nazionale – al via nuovo percorso per pellegrini escursionisti

 

Partita la proposta di riconoscimento del Cammino di San Rocco, pellegrino taumaturgo francese del XIV° secolo che percorre il tragitto di ritorno in patria da Roma a Montpellier. Obbligato a fermarsi, malato e curatore-medico per la peste, a Piacenza, dopo qualche anno muore a Stradella senza mai tornare a casa. Uno dei santi più venerati d’Europa. La nuova via prende avvio da Sarmato un piccolo comune lungo il fiume Po in provincia di Piacenza dove Rocco di Montpellier sostò prima di morire. Primo passo: l’iter per il riconoscimento del Consiglio d’Europa e il prolungamento del tragitto verso Stradella e verso il mar Ligure-Tirreno.

Giampietro Comolli presidente comitato provinciale Tratta Piacenza vie Romee e Francigena pro UNESCO

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ANCHE IL CAMMINO DI SAN ROCCO ARRICCHISCE IL CROCEVIA PIACENTINO DELLE VIE ROMEE E FRANCIGENE. COMUNE DI SARMATO, ASSOCIAZIONI STORICHE E COMITATO TRATTA PIACENZA VIA FRANCIGENA INSIEME 

In tempi di escursionisti, movimento lento, cammini naturalistici e paesaggistici, sviluppo e crescita di una passione sempre più diffusa a mollare l’automobile e percorrere strade di campagna, ecco che viene recuperata e ripresa la storia di un “pellegrino medioevale” molto noto, Rocco di Montpellier. Francese, taumaturgo e medico, di rientro dalla visita al Papa a Roma la peste lo coglie a Piacenza, città in piena ondata della malattia. Rocco si è sempre prodigato per i malati: anche se malato curava gli altri. Diventato santo, sono oltre 100 le associazioni locali  sparse in Europa che ricordano e sostengono la figura e la vita del santo. Nel 1999 a Roma si fonda la associazione europea. Dal 2010 a Sarmato c’è la sede della associazione italiana di san Rocco. Diversi i musei e le biblioteche in Europa intitolate al santo. Nel 2022 a Sarmato, la sindaca Claudia Ferrari, dà il via alla stesura sulla carta geografica del più probabile itinerario che Rocco avrebbe percorso arrivato a Piacenza città e poi intrapreso un viaggio di ritorno a casa che mai sarebbe avvenuto.Rocco era  di fede cattolica, patrono di decine di città in tutta Europa e di viandanti. Riconosciuto nelle diverse opere pittoriche e scultoree sparse in oltre 3000 chiese, dal bastone con la zucca (borraccia), dall’amico cane con in bocca il tozzo di pane, dai segni della peste e dalla conchiglia per bere l’acqua dalla fonte tipica dei pellegrini.

Difficile stendere un percorso certificato e certo degli anni 1373-1378 in cui Rocco arrivò a Piacenza. Nei secoli precedenti diversi percorsi Roma-Piacenza erano stati descritti, dal 333 d.C. a Sigerico nel 990 d.C. e soprattutto nel 1154 dall’abate Nikulas di Monkatvera fra Lione e Piacenza. Studiosi e soci delle associazioni tarmatesi e piacentine e pavesi si sono prodigati nel definire la più probabile via. La certezza è data dagli scritti e quadri del castello di Sarmato e dalle carte negli archivi diocesani e dagli studi di Ettore Cantù (sui pellegrini dei Giubilei) e da Silvio Barbieri presidente dell’associazione S.Rocco italiana.

Due sono i tragitti, testati dagli esperti e studiosi, che molto probabilmente san Rocco percorse uscendo da Piacenza nell’area detta della Campagnola o del Borghetto: uno lungo il fiume Po oppure l’altro  più verso le colline, entrambi agibili e aperti a tutti, oggi fattibili in 3 tappe. Il dubbio è dettato dal fatto  che in secoli e secoli, eventi come guerre, carestie, pestilenze, lotte fra ducati del tempo … hanno contributo a far cambiare percorso. Nulla quindi di assoluto, ma una scelta personale. Il primo segue la Postumia antica, attraversa la Trebbia, arriva a Sarmato e Castelsangiovanni, Arena Po, Portalbera, Stradella.  La seconda punta, dopo il castello di Sarmato,  ai pendii del torrente Bardoneggia, le Fornaci, la antica Dogana, il Fontanone, la valle della Versa e quindi Broni e Stradella

La bassa piacentina si arricchisce, dopo la via Postumia, via Micaelica, via degli Abati , via san Colombano, via Emilia Scauri, di una altra via di pellegrini e viandanti che vuole essere riconosciuta ufficialmente e direttamente collegata con la via maestra Francigena e tutte le varianti che in 15 secoli si sono avvicendate dentro i confini della diocesi di Piacenza e Bobbio. Già i sindaci di Arena Po e Portalbera (in provincia di Pavia) si sono dichiarati interessati al percorso pavese. Le vie Romee piacentine si arricchiscono di un nuovo cammino.

Il Comitato Tratta Piacenza, 80 adesioni fra enti pubblici e privati e 126 strutture di accoglienza, sosta, assistenza lungo i percorsi romei entro i confini della Diocesi di Piacenza-Bobbio, si fa carico di sostenere il riconoscimento e il collegamento con altri territori limitrofi della Liguria come il golfo del Tigullio , la val di Vara e Pontremoli nella Lunigiana. Le varianti storiche possono essere una garanzia di percorribilità e attrarre più pellegrini in tutte le valli che dal Po salgono verso i diversi passi appenninici.

Foto cover: un incontro a Sarmato sul tema Cammino di San Rocco; al centro la sindaca Claudia Ferrari (da sx) Eugenio Gentile, Giampietro Comolli, Ettore Cantù, Silvio Barbieri

 

Giampietro Comolli, presidente del Comitato Tratta Piacenza della Via Francigena

La Via Francigena è una strada antica percorsa da pellegrini, mercanti, soldati che univa l’Europa occidentale del nord e del sud, dal Regno Unito, Francia, Germania, Spagna  a Roma e a Gerusalemme. Un percorso dettagliato nel diario di viaggio dell’arcivescovo di Canterbury, svolto fra il 990-994 d.C., che si rifà a viaggi precedenti di pellegrini cristiani, ma anche di legionari e viandanti, che pendevano le vie più sicure in base a sicurezza, salubrità, stagionalità , carestie, guerre e malattie. Le prime strade sono quelle dell’inizio della cristianizzazione agli albori del IV° sec d.C. di cui si hanno testimonianze scritte, poi le vie create dai Longobardi, prima della frequentazione dei Franchi. Quindi una via Europa-Roma che all’inizio privilegiò le strade consolari romane, poi i tragitti di crinale della montagne, poi le strade più ampie e battute di fondovalle, ma anche quelle segnate da monasteri, conventi, castelli e borghi come tappe obbligate, infine quelle più frequentate, sicure al passaggio di carri. Quindi un panorama di varianti molto significativo.  La Via Francigena Italia tabellata oggi  come “viamaestra”, attraversa 11 regioni per circa 1800 km, consta di 80 tappe, attraversa 300 comuni, dal passo del Gran San Bernardo fino a Santa Maria di Leuca. A Piacenza ci sono 3 tappe, attraverso 9 comuni, circa 70 km dal guado del fiume Po ai passi appenninici emiliani-toscani.    

 

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