Carne coltivata sì, carne coltivata NO – di Giampietro Comolli
4 Dicembre 2023
Carne coltivata, Mattarella ha firmato, ora è la UE a decidere
Giampietro Comolli: Il tema “carne coltivata” è uno degli argomenti sul tavolo dell’Europa, dell’Italia e del mondo. Ovvio il paragone del divieto della carne coltivata in Italia con l’etichetta rischio-consumo del vino in Irlanda
Newsfood.com, 4 dicembre 2023
Giampietro Comolli e la Carne coltivata
Giampietro Comolli:Il tema “carne coltivata” è uno degli argomenti sul tavolo dell’Europa, dell’Italia e del mondo.
Ovvio il paragone del divieto della carne coltivata in Italia con l’etichetta rischio-consumo del vino in Irlanda. Ma le questioni sono diverse e più ampie. L’Europa ha sempre spinto per una alimentazione e norme collegate in cui da un lato ci fosse libera circolazione delle merci in un mercato unico in linea con il diritto europeo e dall’altro la tutela e i disciplinari ferrei di produzione di alimenti e vini altamente di qualità.Ovvio che un Puno centrale al di là del diritto e dei disciplinari è il “rispetto” della salute, sanità, alimentazione, accesso degli esseri viventi in Europa e nel mondo (vista l’esportazione di produzioni comunitarie e ingresso di altri alimenti). Ovvero il consumatore europeo in primis deve essere altamente e ampiamente informato e dall’altro tutelato.Ovvio che la “genetica” buona dentro la stessa specie (animale, vegetale, umana) è fattore di sviluppo, crescita, garanzia, salute … e anche aiuto alla fame del mondo e alla eliminazione-rinuncia di prodotti chimici dannosi per ambiente e salute di tutti gli esseri viventi di questo pianeta: al momento unico ancora vivibile per noi.
Ovvio che OGM incontrollati, aperti a tutti, succubi di chi la spara più grossa e di chi vede la ricerca come brevetto o medaglia personale non sono utili. Ma se la genetica buona aiuta 800 milioni di persone affamate e risolve il problema, sia essa naturale o artificiale, ben venga. L’importante è che il consumatore che acquista ed è sul mercato possa scegliere con informazione e formazione preventiva e continua. Non è una sigla maiuscola o minuscola in un angolo di una etichetta o dentro un piccolo qrcode, non è una icona o un semaforo scritto in calce in una contro-etichetta o a un involucro “usa e getta” che fa formazione e informazione.Ovvio che il decreto italiano firmato da Mattarella non è un veto, ma vuole aprire un forte dibattito, intenso e corposo, di valore aggiunto e di potere commerciale nel più breve tempo legislativo e politico possibile, ma una forma di analisi approfondita e di ricerca “smart all inclusive and limited” che porti la Commissione UE non SOLO a una analisi del diritto europeo… bensì del valore alimentare, salutare, contenutistico del decreto stesso e se le motivazioni pro-contro espresse debbano essere oggetto di una attente direttiva regolamentare dell’UE.
Abbiamo visto cosa vuol dire e ha voluto dire un “social web internet” senza parametri, regole, buongusto e buonsenso. Va bene la libera circolazione delle idee dei prodotti, ma un limite al rispetto, coscienza, forma e sostanza ci deve essere. Spero che l’AI abbia presto una norma mondiale ed europea che ne governi la costruzione, l’uso e i canali perchè il processo di accaparramento e di inclusione e di invasione può essere molto molto alto in tempi brevi.La questione della “carne coltivata” ci deve far riflettere sulla necessità di qualche passo indietro o “ a lato” per il bene di tutti, soprattutto di chi sta peggio… perchè abbiamo imparato che il modello produttivo verticale intensivo e l’economia sempre in crescita è una bufala dei tempi moderni
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Giampietro Comolli
Economista Agronomo Enologo Giornalista
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