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ETICHETTE VINO, decreto di proroga del Ministro Lollobrigida, by Giampietro Comolli

ETICHETTE VINO, decreto di proroga del Ministro Lollobrigida, by Giampietro Comolli

By Giuseppe

Etichette vino salve grazie alla proroga del Ministro Lollobrigida

Il decreto urgente ha validità di 90 giorni. Norma in forte evoluzione, ecco le principali novità .

Newsfood.com, 11 dicembre 2023

 

A cura di Giampietro  Comolli

Tutto nasce dal fatto che fino ad ora (diciamo da 5-7 anni) era chiaro in Europa e in Commissione Agricoltura che una identica norma (regolamento o direttiva) sul vino non poteva essere assimilata al 100% a quella del cibo. Anche se si parla di Dop-Idp per entrambi, la prima norma del vino nasce nel 1960 a Roma in sede di Consiglio Ministri UE. Il cibo arriva 20-25 anni dopo.
La “protezione” di una DO o una IG nasce dalla codificazione di un trattato enologico condiviso da tutti i paesi UE attraverso norme che “descrivono” le caratteristiche di ogni vino, dalle tipologie di sapore, colore, gusto oltre che dalle componenti basi delle uve fino agli “ingredienti”, ovvero gli elementi chimici fisici (alcol, acidità, ceneri, sostanza secca, zuccheri residui …)  che ne determinano una origine territoriale e qualità.
I cibi invece hanno anche delle indicazioni, oltre al disciplinare di produzione e quindi alle componenti chimico fisiche, in etichetta sugli ingredienti alimentari, nutrizionali. La assimilazione vino-cibo – come vuole qualcuno in Europa – comporta anche una uniformità di etichettatura = presentazione = designazione del prodotto al consumatore come forma di ulteriore informazione.
La Commissione UE intende andare su questa strada. Quindi a Bruxelles stanno pensando da qualche anno di arrivare – PER IL VINO – e speriamo anche il vino da tavola generico anonimo e non Dop e Igp – a introdurre in etichetta oltre alle indicazioni numeriche già previste anche altri dettagli alimentari.
In via indicativa UNA ETICHETTA di vino dovrebbe contenere le seguenti informazioni:
GIA’ PREVISTE IN VIGORE:
la denominazione della categoria dei prodotti vitivinicoli; il termine “denominazione di origine protetta” (Dop) o “Indicazione geografica protetta (Igp) e il suo nome, per i vini registrati come indicazioni geografiche; titolo alcolometrico volumico effettivo; l’indicazione della provenienza; il nome dell’imbottigliatore o il nome del produttore o del venditore; il contenuto netto.

INFORMAZIONI  DA INTRODURRE:
il tenore di zucchero per le categorie di vini spumanti; la dichiarazione nutrizionale; l’elenco degli ingredienti; le sostanze che causano allergie o intolleranze; la data minima di durabilità per i prodotti vitivinicoli sottoposti a trattamento di dealcolizzazione. 
Al di là della decisione della Commissione UE di cambiare le carte in tavola qualche giorno prima dell’entrata in vigore della norma, è stato introdotto il termine ingrediente senza i dovuti tempi tecnici. Fortunatamente, Francesco Lollobrigida, ministro della agricoltura e sovranità alimentare, è intervenuto per consentire uso temporaneo delle vecchie etichette già stampate e pronte in cantina per non bloccare il lavoro e aumentare i costi delle aziende produttrici.
Niente etichette al macero.
Il Ministro ha posticipato introduzione della norma che cambia l’etichettatura dei vini fino ad esaurimento scorte. Poi la nuova regola della “presentazione” del vino entra in vigore.
La riflessione più onesta e corretta in materia conferma che la UE intende porre diversi picchetti attorno al vino: il codice QR con la lettera “i” collegata è solo l’ultima di una serie di azioni volte ad un contenimento di consumi e di informazioni al consumatore più o meno necessarie.
Penso alla scritta sulle etichette “ nuoce alla salute” come per le sigarette che l’Irlanda ha deciso autonomamente e la UE vuole estendere a tutti i 27 Paesi; l’eliminazione totale e parziale fra le pratiche enologiche dell’uso di alcol e di zucchero per certi vini; la possibilità di fare il vino senza usare uva e alcool e l’autorizzazione a commercializzare “vini speciali” ottenuti dai frutti piccoli di bosco. Quest’ultimi già in vendita come bevande spiritose da anni!
Molto più importante sarebbe, partendo da una vera tutela della salute del consumatore, una conoscenza e informazione maggiore utilizzando strumenti didattici moderni e di facile accesso, multilingue, invece di “vietare” quello che la natura ha sempre fatto. Certo che bisogna bloccare i super consumi concentrati, ma è anche corretto che i cittadini europei siano considerati maturi di imparare, conoscere, decidere. Ovvio che i super alcolici e il consumo eccessivo devono essere limitato e vietati in certi momenti. Occorre uscire dai diktat ideologici e impegnarsi di più in formazione, attenzione, consapevolezza.
Il nuovo regolamento UE di riferimento è il nr  2021/2117 che entra in vigore già dall’8 dicembre 2023 e che prevede di riportare in etichetta un codice , identificato dalla lettera “i” e QR, ma che la Commissione UE pretende venga scritto per esteso in tutte le lingue “ingredienti” . Il DM italiano di oggi  introduce in etichetta il simbolo ISO 2076 con accanto la “i” e il QR che serve come link per tutti i dati alimentari nutrizionali di tutti i vini in commercio, da valersi almeno entro i confini nazionali. Validità di 90 giorni. 

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Giampietro Comolli

Giampietro Comolli
Economista Agronomo Enologo Giornalista
Libero Docente Distretti Produttivi-Turistici

Presidente CevesUni- centro studi ricerche
mercato consumi distretti produttivi

Mob +393496575297

Editorialista Newsfood.com
Economia, Food&Beverage, Gusturismo
Curatore Rubrica Discovering in libertà
Curatore Rubrica Assaggi in libertà

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