Gravidanza, assumere colina per la salute di madre e figlio

6 Agosto 2012
Le donne in gravidanza dovrebbero mangiare uova. Queste contengono colina, capace di difendere il nascituro da malattie metaboliche (in primis il diabete) e la salute, anche mentale, della
madre.
Questo, in parole povere, il contenuto di una ricerca della Cornell University, diretta dalla dottoressa Marie Caudill e pubblicata su “The FASEB Journal“.
Lo studio è iniziato con la selezione di 24 donne, tutte incinte al terzo mese di gestazione e divise in due gruppi. Il primo gruppo ha assunto 480 mg di colina al giorno, il secondo 930
mg; per entrambi i gruppi, l’assunzione è durata 12 settimane ed è terminata col parto.
Ad intervalli regolari (prima, durante, dopo l’assunzione) le donne hanno subito prelievi di sangue proprio e di sangue e tessuti della placenta. Tali campioni sono stati poi analizzati, in
cerca di differenze genetiche e dei livelli di cortisolo, ormone dello stress e causa di diverse malattie.
Gli scienziati hanno così scoperto come le volontarie del secondo gruppo (930 mg di colina/giorno) mostrassero minori livelli di cortisolo nel cordone della placenta e minori variazioni
dei geni per la regolazione del cortisolo sia nel tessuto placentare che fetale. Secondo la dottoressa Caudil, tali risultati “Suggeriscono l’eccitante possibilità che una maggiore
assunzione materna di colina possa contrastare alcuni degli effetti negativi dello stress prenatale sullo sviluppo comportamentale, neuroendocrino e metabolico nella prole”.
Come spiega la scienziata, la colina è stata protagonista positiva di altre ricerche. Queste hanno infatti concluso come la colina stimoli lo sviluppo cerebrale del feto, migliorando
capacità cognitive e mnemoniche. Inoltre, riduce la possibilità di malattie croniche, metaboliche e del tubo neurale, in primis.
Riguardo poi la madre, la colina diminuisce il rischio di cancro alla mammella e protegge il cervello, riducendone l’infiammazione.
Infine, la dottoressa ricorda come la colina sia abbondante nel rosso d’uovo. Se però non si gradisce tale alimento, è possibile ottenerla tramite carne (fegato di vitello e
tacchino), e verdura (soia, lecitina, cavoli e cavolfiori).
Matteo Clerici
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