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Gli anti zanzare sono pericolosi per l’uomo

Gli anti zanzare sono pericolosi per l’uomo

By Redazione

Durante i mesi caldi dell’estate, le zanzare sono uno dei fastidi più frequenti e diffusi, con il loro ronzio e le loro punture. Ma il sistema usato per combatterle, il repellente
anti-zanzare, potrebbe rivelarsi molto peggiore del male: il suo principale ingrediente, il DEET (N,N-dietil-meta-toluamide) è tossico anche per il sistema nervoso dei mammiferi.

A riferirlo una ricerca condotta dai dottori Vincent Corbel dell’Institut de Recherche pour le Developement di Montpellier e Bruno Lapied dell’Università di Angers, in Francia,
pubblicata su “BMC Biology”. 


I due studiosi si sono ispirati ad indagini precedenti, che avevano sottolineato la particolarità del DEET di accumularsi nei reni e nel feto. Partendo da tale constatazione, Corbel e
Lapied hanno scoperto come tale composto inattiva l’acetilcolinesterasi, enzima fondamentale per il funzionamento del cervello, in quanto regola la funzione dei neuroni. Spiega il dottor
Corbel: “Abbiamo scoperto che il DEET non è semplicemente un composto chimico modificatore del comportamento ma è anche in grado di inibire l’attività di un enzima chiave
del sistema nervoso centrale, l’acetilcolinesterasi, sia negli insetti sia nei mammiferi. Questa scoperta mette in discussione la sicurezza del DEET”.

Inoltre, lo studio dei 2 scienziati transalpini afferma come il DEET possa combinarsi con altri componenti degli insetticidi, aumentando i suoi effetti negativi.

Nonostante tali ricerche, il DETT rimane ad oggi, il repellente più usato in quanto, dalla sua scoperta nel 1953, è la sostanza che unisce la migliore azione anti zanzare al
più ampio raggio d’azione. Il suo segreto consiste nel colpire le antenne degli insetti, recettori nervosi che tali creature usano per localizzare la preda, depistandoli e
disorientandoli.

Tra “sostenitori” del DETT Claudio Venturelli esperto di Entomologia Urbana e Sanitaria del Dipartimento di Sanità Pubblica di Cesena. Venturelli si pronuncia contro le possibili paure
suscitate dallo studio dei francesi: pur ammettendo l’ importanza del lavoro di Corbel e Lapied, afferma come questo “Non deve creare allarmismi, purché però si faccia un uso
corretto dei repellenti”.

Venturelli consiglia infatti di seguire poche, semplici regole “Non fare mix di più sostanze e non usare repellenti e insetticidi insieme; poi acquistare il repellente giusto leggendo
l’etichetta e tenendo conto che l’Accademia Americana di Pediatria raccomanda l’uso di repellente a concentrazione minima di Deet (7%) su bambini sotto i 12 anni. Poi non dobbiamo farci
ingannare da diciture come ‘tutto naturale’, anche questi repellenti potrebbero contenere DEET”.

Nel caso, nonostante tutto si rimanga ancore scettici, in commercio esistono repellenti più morbidi (come la picardina, insetticida priva di DEET).

Matteo Clerici

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