Giappone: Disoccupati a lavorare nei campi per combattere la crisi economica

18 Marzo 2009
Tokio – L’agricoltura come soluzione all’emergenza disoccupazione. L’idea è venuta al governo giapponese che, a fronte delle migliaia di posti di lavoro persi nell’industria per via
della crisi economica globale, ha avviato un progetto per trasferire nelle campagna i giovani disoccupati.
L’obiettivo non è solo quello di trovare un lavoro alternativo ma di incoraggiare l’agricoltura. Un’ esigenza di grande attualità per il Giappone che, nonostante la presenza di 3
milioni di agricoltori è, tra i Paesi sviluppati, il più dipendente dall’estero, dal quale importa ben il 60% degli alimenti necessari, secondo i dati che saranno presentati al
primo vertice mondiale degli agricoltori dei Paesi appartenenti al G8, il “G8 Farmers Meeting” organizzato dalla Coldiretti a Roma.
Il progetto fa parte del pacchetto per affrontare l’emergenza economica messo a punto dal primo ministro Taro Aso e prevede il coinvolgimento iniziale di 800 disoccupati, ai quali
sarà finanziato uno stage iniziale della durata di 10 giorni per imparare a produrre e a vendere prodotti agricoli, ma sono successivamente previste permanenze della durata di un anno in
villaggi agricoli.
Secondo Moteki Mamoru, presidente della potente organizzazione agricola giapponese Ja Zanchu, che sarà presente al vertice G8 organizzato della Coldiretti, l’innalzamento al
50% del livello di autosufficienza alimentare é un obiettivo prioritario.
Dal punto di vista della produzione il riso è il prodotto agricolo maggiormente coltivato in Giappone (valore della produzione pari al 22% del valore totale della produzione agricola
giapponese) e si punta sull’impiego efficiente delle risaie, parte delle quali sono incolte. Ma è anche necessario – dice Moteki – un aumento della farina e della soia, la cui
autosufficienza è inferiore al 10% anche per la produzione di mangimi per animali, fortemente dipendente dalle importazioni.
“Al G8 di Roma organizzato dalla Coldiretti – sostiene Moteki – il nostro intento è quello di promuovere un dibattito sulla sicurezza dell’approvvigionamento alimentare. Il fatto che il
cibo rappresenta un elemento essenziale per l’umanità dovrebbe essere un principio fondamentale condiviso dai leader delle organizzazioni di Paesi del G8: per tale ragione il cibo non
dovrebbe essere trattato, nell’ambito di qualsiasi accordo internazionale, come un qualsiasi altro bene. In questo contesto l’accesso agli alimenti, in corso di studio alle Nazioni Unite,
dovrebbe essere promosso al fine di garantire un approvvigionamento sicuro sia per i Paesi sviluppati che per quelli in via di sviluppo”. In secondo luogo, ha aggiunto Moteki, “riteniamo di dover
trattare della questione del divario tra le zone urbane e quelle rurali, come quello tra i poveri ed i ricchi”.
Ansa.it per NEWSFOOD.com