COLLINE VALDOBBIADENE CONEGLIANO sono PATRIMONIO UNESCO… le colline del Prosecco

8 Luglio 2019
UNA DATA DA RICORDARE: 7 LUGLIO 2019, DATA DEL RICONOSCIMENTO DA CUI PARTE UN IMPEGNO ANCORA MAGGIORE
PATRIMONIO UNESCO LE COLLINE VALDOBBIADENE CONEGLIANO
IN PRIMIS VINCE IL PAESAGGIO CULTURALE E LA FORZA-IMPEGNO DEGLI UOMINI NEI SECOLI A MODELLARE ASSECONDARE ARMONIZZARE E RENDERE PRODUTTIVO UN TERRITORIO DIFFICILE.
UN PO’ DELL’ ALTAMARCA E VILLA DEI CEDRI NEL RICONOSCIMENTO
EPPOI QUESTE SONO ANCHE LE COLLINE DEL PROSECCO. UN SUCCESSO DI SISTEMA. UN DOSSIER DI ALTISSIMO VALORE CULTURALE
Grande risultato per l’Italia intera, per il Veneto, per il Governatore Zaia, per il comitato promotore, per l’Altamarca Trevigiana, per il territorio dove si produce il vino spumante Valdobbiadene-Conegliano Docg Superiore Prosecco… per abbreviare “le colline del Prosecco”… ma il successo è più ampio, più integrato, più giustamente legato all’ ”umanità” patrimoniale di un luogo come giustamente contemplano e impongono chiaramente i principi fondatori dei riconoscimenti Unesco.
“le colline del Prosecco” 55^ sito UNESCO per l’Italia
55^ sito per l’Italia, successo nazionale dentro un altro successo. Come dice Zaia un percorso (e una lotta) durata 10 anni, ma forse di più. Ero direttore da poco tempo del Consorzio Altamarca, eravamo alla seconda edizione (anno 2006) del Forum Spumanti d’Italia a Valdobbiadene in villa dei Cedri e ospitammo due convegni dedicati “…. al valore aggiunto” del vino prodotto a Valdobbiadene verso l’economia locale e il grande lavoro dei “vignaioli delle colline” e l’altro convegno indirizzato al valore extra territoriale di un vino che – già allora prima della docg e quando in tutto si producevano solo 150 milioni di bottiglie di bollicine fra doc e non-doc – poteva essere ambasciatore, biglietto da visita, icona, passepartout del vino italiano.
Dopo l’inaugurazione del governatore Zaia, i saluti dell’allora ministro Maroni, molti giornalisti presenti, il prof Mario Fregoni, il presidente di Slow Food e di Ais nazionale… sostennero la prima idea di trovare un modello di percorso per alzare il livello e il profilo che, dopo 43 edizioni di mostra locale dello spumante, non era emerso.
Fu lanciata l’idea di un osservatorio del paesaggio vitivinicolo, di un lavoro di ricerca della storia di uomini-viticoltori del recente passato…. ebbene – sono contento anch’io – che quell’embrione di idea poco chiara forse ha contribuito al riconoscimento Unesco.
Gentilissimo il ministro degli esteri Moavero Milanesi a condividere anche a me il messaggio twitt di ieri all’ora di pranzo. Grazie Ministro. E’ stato un grande gioco di squadra e di sistema, molto realista e concreto, durato 13 anni. Moavero Milanesi è chiarissimo nell’indicare la vera e unica motivazione del riconoscimento all’unanimità da parte dei 21 commissari Unesco: << … si riconosce il valore universale di un paesaggio culturale e agricolo unico, scaturito da una straordinaria, sapiente interazione tra un’attività produttiva di eccellenza e la natura di un territorio affascinante>>.
Non ci sono altre parole, sembra quasi un inno al lavoro di 200-300 anni svolto da tanti abitanti di quelle dolci colline, racchiuse in quasi una dozzina di comuni, solo 18 kmq di “ core zone”, il gioiello dentro il gioiello dell’Altamarca Trevigiana. Ora parte il vero lavoro, il vero impegno: come tutelare salvaguardare migliorare far conoscere e promuovere questo patrimonio!
Su questo il governatore Zaia è stato chiarissimo, concreto, diretto:
<<… abbiamo l’obbligo che tutto il mondo possa visitarlo!>> E’ il successo sicuramente degli artefici di oggi (nb: un grande plauso va inviato ai tecnici e architetti che hanno steso il dossier nr 2, quello diverso dal primo, adattato alle richieste della commissione Unesco) e alla unità di intenti fra Governo, vari Ministri, Regione, Comuni, associazioni che hanno spinto tutti per il risultato finale lasciando perdere dettagli, patronimici, priorità, paternità…. Giusto oggi gridare “le Colline del Prosecco” sono sito Unesco e Patrimonio dell’Umanità riconosciuto, ma prima di tutto è la storia del paesaggio, degli uomini che hanno saputo “architettare” nei secoli, negli ultimi decenni, un “distretto ambientale produttivo turistico” come ho sempre detto che erano le dolci e uniche colline dell’Altamarca Trevigiana: abbazie, pievi di campagna, chiesette affrescate, Follina, Nervesa, Serravalle, Cison, Rolle, Barbozza, Feletto e i palazzi nobiliari di Conegliano, di Ceneda, di Vittorio Veneto… un susseguirsi di tappe medioevali… dove Tiziano lasciò il segno e tanti altri artisti anonimi…. e il Cima tanti affreschi indelebili.
E’ su questo diktat che ora bisogna scommettere: preservare i terrazzamenti, le capezzagne, le strade di terra battuta, i “tavolieri nelle vigne, i pali ecosostenibili, la sostenibilità integrata del suolo con ambiente e clima, no spreco di terra, canalizzazioni, inerbimento, piante arboree e da frutto diversi della biodiversità, ristrutturare tutte i “casei” in mezzo alle vigne come quella antesignana dell’”osteria senz’oste” sui colli di Santo Stefano, devono diventare dei “sacelli” di un itinerario continuo culturale da dedicare ad arte, sport, spettacoli, tutela.
Il vino spumante c’è, ma è solo un importante pezzo di un puzzle più grande, più importante, più duraturo, più difficile da mantenere e migliorare. Tanti auguri ai tanti amici vignaiuoli di Valdobbiadene, Farra, Vidor, Conegliano, Miane, Bigolino, Soligo, Solighetto … perché ora parte il bello, compreso la qualità e la bionatura del vino Valdobbiadene o Conegliano Superiore e Superiore di Cartizze docg …. Prosecco.
Giampietro Comolli
Redazione Newsfood.com
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Giampietro Comolli
Economista Agronomo Enologo Giornalista
Libero Docente Distretti Produttivi-Turistici
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Editorialista Newsfood.com
Economia, Food&Beverage, Gusturismo
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