Etichette imprecise portano ad una dieta sbagliata

17 Luglio 2009
Una dieta può fallire per un insieme di cause: mancanza di volontà del goloso pentito, supporto insufficiente degli addetti ai lavori medici, problemi di salute imprevisti e
così via.
Una delle insidie più pericolose po’ venire dalle etichette degli alimenti, potenzialmente imprecise: il conteggio delle calorie, in particolare, potrebbe non essere corretto è
impedire così il raggiungimento di un alimentazione sana.
Questo è il messaggio di una ricerca del dottor Goeffrey Livelsey, specializzato in nutrizione, pubblicata dal quotidiano ingleseDaily Telegraph.
Secondo Livesley, il numero di calorie potrebbe contenere errori fino al 25% del totale, in quanto “Il metodo da sempre utilizzato per calcolare l’ammontare delle calorie di un alimento e’
quello di bruciarlo e misurare il calore rilasciato da esso, e’ usato dalla fine del 19esimo secolo, ma non tiene conto della composizione dell’alimento, ne’ dei metodi di cottura.
Un alimento fatto di fibre come della verdura, ad esempio, richiede più’ energia per rompere i legami delle fibre ed essere digerito. Una bistecca ben cucinata contiene più’
calorie di una cruda, perché’ il processo di cottura facilita la digestione.
I costi energetici per digerire un alimento sono significativi, ma le etichette non ne tengono conto.
Il numero di calorie attribuito a certe proteine andrebbe ridotto del 20%, per tenere conto dell’energia necessaria a romperle negli amminoacidi che le costituiscono”.
Il problema della misurazione delle calorie è avvertito anche da Richard Wrangham, antropologo della Harvard University,che spiega: ” E’ sempre stato difficile produrre una
misurazione accurata delle calorie presenti in un alimento. Per questo motivo, questo problema e’ stato messo da parte, ma la maggior parte delle persone non ne e’ a conoscenza”.
Matteo Clerici