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COSA FARE REALMENTE PER IL VINO ITALIANO – COSA VOGLIONO GLI IMPRENDITORI

COSA FARE REALMENTE PER IL VINO ITALIANO – COSA VOGLIONO GLI IMPRENDITORI

By Giuseppe

21 marzo 2020


#coronavirus COSA FARE REALMENTE PER IL
VINO ITALIANO

– COSA VOGLIONO GLI IMPRENDITORI DEL VINO

 

#coronavirus
Vino-Italy asset integrato nazionale unito-insieme

Dibattito fra imprenditori, ascolto e analisi, visione e realtà. Ovse-Ceves in prima linea per un progetto concreto, fattibile, urgente. Non c’è bisogno di Re Tentenna. Non si può abbandonare la vigna. Le professionalità non si devono perdere. Non è un congelamento delle bollette aziendali che risolve il problema. Semplificazione è un ordine. Tecnologia digitale a 360 gradi è urgente.
Vino-Italy brand unitario: più missioni nazionali ed estere.  Eliminare nuovi costi. Sostegno ai fattori di produzione e innovazione. Investire in e-commerce nazionale. Revisione fiscale. 2020-2027 nuova Pac-Ocm: meno austerity e più aiuti di Stato  
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Di fronte ai Decreti PCM che sono fattibili anche al di fuori delle norme costituzionali e alle regole parlamentari (!) e di fronte allo “status” non soddisfacente del comportamento  “della gente” (intendendo tutti gli incoscienti e i menefreghisti in Italia, Europa, Inghilterra… Mondo) e a tempi lunghi per tornare a una forma di normalità (bisogna essere sinceri come lo sono alcuni grandi scienziati medici e ricercatori italiani oramai da più di 30 giorni), io sono e voglio essere positivo.
Ovse ha interpellato diversi imprenditori del vino italiano, giustamente ci sono dettagli sensibilità diverse come ovvio. Ma un’idea è comune: massima durezza nel combattimento corpo a corpo con il malanno, accorciamento tempi per uscire e già impostare il domani, essere per primi pronti a soddisfare nuove esigenze e nuove scelte.
Di fronte ai “re tentenna” che ascoltano solo una parte del mondo scientifico consigliato da amici e ai vertici di istituzioni, Ovse ha ascoltato il piccolo vignaiuolo di 1 ettaro e il grande imbottigliatore da 50 milioni di bottiglie.
Mentre si lotta negli ospedali e nelle cliniche (e abbiamo visto quali carenze strumentali e strutturali ci sono) vogliamo pensare a cosa fare “subito” e cosa fare “domani” per il futuro?
Serve un tavolo ministeriale per ascoltare le solite e vecchie richieste datoriali o interprofessionali?
Nell’immediato i vignaioli “insieme e uniti “ italiani, chiedono un Vinitaly forte datato 2021, quello 2020 oramai non serve più, e questo salto, dimostrerà che funziona bene la biennale se si incrementano i tour esteri e “il circense” nazionale, per un marchio Vino-Italy forte.
Subito occorre liquidità diretta alle imprese, in modo ponderale decrescente per i fattori di produzione, investimenti in logistica e in “mediasmart” che serviranno anche dopo. All’Europa bisogna chiedere – e ottenere – un cambio di Pac-Ocm già su fondi definiti 2020 (e poi fino al 2027) totalmente aperta ad aiuti di Stato, scelta di nuovi canali più orientati a infrastrutture, fattori produttivi, supporto al valore aggiunto commerciale.
Io sono “positivo” e ottimista come tutti gli imprenditori interpellati. Questa è una guerra mondiale subdola: ma si muore lo stesso. Dopo la guerra ci vuole un piano. Dobbiamo studiarlo fin da subito, non dopo. Il vino è e resterà la bevanda più legata alla cucina e alla alimentazione.
L’Italia intera “unita” (soprattutto politica)  deve capire che il vino con tutto quello che ruota attorno in termini di valori e servizi aggiunti (compreso cultura e paesaggio) è l’asset numero UNO del paese. La cabina di regia non serve se dall’alto non c’è una scelta parlamentare così orientata in base alla nostra Costituzione. Tutti i mercati sono fermi: si rimarca ancor più la differenza fra la produzione dell’uva e il commercio. Sul commercio ci sono leve fiscali, finanziarie, tributarie su cui agire anche posticipando e diluendo… ma la produzione ha un ciclo vegetativo naturale che occorre immagazzinare o destinare ad altro.
E’ su questo che ci vuole una pianificazione progettuale organizzativa di alto respiro e impegno economico: almeno 20 mld/euro dicono i più esperti. Non è  neanche tempo di vendere imprese.
La cassa integrazione per chi non può staccare la spina, non serve.   
Sappiamo che sul tavolo della ministra Bellanova ci sono diverse lettere. Speriamo che contengano non solo “belle frasi” ma proposte e richieste concrete con tanto di numeri. Non deve essere la burocrazia ministeriale a decidere. Devono decidere le imprese e i tecnici che vivono sul mercato quotidianamente non chi è dentro uffici ovattati e con stipendio, alto, sicuro! Non si chiede assistenzialismo, lo StatoMamma, un intervento pubblico a pioggia e sconnesso.
Si chiede di cogliere l’occasione per un forte cambio di passo, per un Nuovo Testo Unico che contempli nuove regole, certificazioni, accessi al credito, ammodernamento mezzi, sostegni diretti al mercato e ai prodotti… quindi aiuti fuori dai binari della Pac-Ocm degli ultimi 20 anni.
E’ cambiato il mondo, il vino deve cambiare sistema-modello-processo.  Logistica tecnologica, promozione unica, valorizzazione distretti, sostegno alla qualità, aiuti alle imprese con vigna, e-commerce, comunicazione mondiale, concentrazione degli sforzi e dei progetti, taglio degli enti, taglio delle società di promozione, riduzione costi certificazione, accorciamento filiera, più biologico.
Concomitante occorre una forte attenzione ai “clienti nazionali” di vino abbassando o eliminando costi fissi e la fiscalità soprattutto legata ad occupazione e acquisti di mezzi ammortizzabili. Per l’estero ci vuole un unico-unitario-nazionale messaggio promozionale fortissimo, ma guidato e formulato con alta intelligenza comunicativa.
VinitalyExibition diventi il veicolo per molte più missioni. C’è struttura già esistente, costi già chiari, quindi l’investimento può essere solo produttivo e diretto al mercato. Niente veline, niente testimonial, niente prezzemolate di origine italica   

Giampietro Comolli
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Giampietro Comolli
Economista Agronomo Enologo Giornalista
Libero Docente Distretti Produttivi-Turistici

Mob +393496575297

Editorialista Newsfood.com
Economia, Food&Beverage, Gusturismo
Curatore Rubrica Discovering in libertà
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