Con le coccole di mamma, bambini felici ed adulti contenti

28 Luglio 2010
Le madri coccolose fanno crescere bene i figli. I bambini che ricevono affetto (dagli 8 mesi in poi) hanno più probabilità di evolvere in adulti sereni ed equilibrati
emotivamente.
Questo il messaggio di una ricerca della Duke University (North Carolina, USA) diretta dalla dottoressa Joanna Maselko e pubblicata su “Journal of Epidemiology e Community Health”.
Il team della dottoressa Maselko ha studiato le relazioni tra madri e 482 bambini di 8 mesi d’età, dividendole in tre livelli di calore affettivo: “basso”, “normale”, “molto elevato”. In
base alla rilevazione, quasi il 10% delle relazioni (56 su 482) stata caratterizzata da un basso livello di affetto materno verso il bambino; la maggior parte (85%, 409) sono risultate
caratterizzate da livelli di affetto “normali”. Infine, il restante 6% (27) da livelli “molto elevati” di affetto materno.
Dopo 34 anni, i ricercatori hanno esaminato la stabilità emotiva e mentale dei bambini, utilizzando una scala di sintomi tarata su stati d’animo come ansia, angoscia e ostilità.
Mettendo in relazione le coccole ricevute da bambini e lo stato d’animo degli adulti, gli esperti hanno rilevato come i bambini del livello “molto elevato” avevano punteggi migliori dei
coetanei. In particolare, il gruppo molto elevato mostrata valori inferiori di ansia, angoscia e ostilità, con differenze di 7 punti nei punteggi di ansia, di 3 punti nei valori di
ostilità e di 5 punti in quelli dell’angoscia rispetto ai bimbi a cui le madri avevano mostrato livelli di affetto bassi o normali.
La squadra della Duke University conclude così che maggiore è il calore mostrato dalla madre alla prole, maggiore la probabilità che essa sviluppi vita affettiva sana
nell’età adulta. Tuttavia, fanno notare i medici, anche le esperienze di vita precoci possono lasciare segni importanti nella salute psicologica dei grandi
Fonte: J Maselko, L Kubzansky, L Lipsitt, S L Buka, “Mother’s affection at 8months predicts emotional distress in adulthood”, J Epidemiol Community Health jech.2009.097873Published
Online First: 26 July 2010 doi:10.1136/jech.2009.097873
Matteo Clerici
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