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Con Identità London, Paolo Marchi ed il gusto italiano fanno centro a Londra

Con Identità London, Paolo Marchi ed il gusto italiano fanno centro a Londra

By Redazione


«Playing avant-garde means flying with your mind but acting local». Apprendere le tecniche dal mondo, coi piedi ben piantati nel territorio. E’ un’affermazione dello chef Massimo
Bottura – fra i protagonisti alla seconda edizione di Identità London – che potrebbe valere per la cucina italiana contemporarytutta, «which is much much more than just about
spaghetti and meatballs».


Quello presentato a Londra il 7 e l’8 giugno dagli ideatori di Identità Golose è un calderone ribollente di idee e personaggi che sanno lasciare il segno.


E Londra continua ad essere il posto giusto dove ribadire – come incalza Gennaro Espositopatron della Torre del Saracino di Vico Equense – che « la cucina italiana non deve più
essere solo un racconto romantico, le nonne… le mamme… Noi cuochi italiani siamo ormai abbastanza maturi per investigare, studiare in maniera scientifica i caratteri che la
distinguono».


Ancora una volta con Identità London la migliore e autentica ristorazione italianaè andata in scena nella capitale britannica chiamando a raccolta un folto e attento pubblico di
chef e professionisti del settore oltre a più di 100 giornalisti della stampa internazionale che hanno seguito con interesse le lezioni degli chef invitati sul palco di Vinopolis.


Sedici chefprovenienti da Italia, Francia, Usa, Inghilterra e Cinahanno animato con “lezioni” di altissimo livello la declinazione britannica di Identità Golose, congresso di cucina
d’autore nato nel 2005 a Milano da un progetto del giornalista Paolo Marchie Magenta Bureau.


Gli organizzatori hanno scelto di tornare a Londra, piazza difficile e cosmopolita, che si è dimostrata – alla prova dei fatti – molto ricettiva e favorevole: la qualità degli
interventi e delle proposte gastronomiche, il gusto e la fantasia percepiti, la presenza di grandi marchi alimentari italiani e di preziose nicchie hanno raccolto il consenso del pubblico
intervenuto al congresso.


Di particolare rilievo progettuale il patrocinio al congresso del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestalie la partecipazione della Camera di Commercio di Milanoe di Fipe, la
federazione italiana dei pubblici esercizi. Significativa inoltre la condivisione degli obiettivi della manifestazione da parte di Slow Foodche con Buonitalia Spa, la società per la
promozione e valorizzazione dell’agroalimentare italiano, ha preso parte alla seconda edizione del congresso presentando 12 Presididal Piemontedalla Puglia, dal Venetoe dalla Sardegnacon il
preciso intento di sensibilizzare il mondo degli chef a preservare il legame con il territorio a partire dalla valorizzazione delle piccole produzioni locali.


Il successo della manifestazione va di pari passo con la positiva performance del food italiano di qualità all’estero.


L’Italian style all’estero fa sempre più tendenzae, al tempo stesso, crea vendite. Lo confermano i più recenti dati sull’export che segnalano un calo (nel 2009) del 4,9% con
settori che hanno segnato un trend addirittura positivo: è il caso dei salumi, fra i prodotti più tipici dell’ltalian food, che hanno registrato una crescita del 3,3%, con un
beneficio per la bilancia di 860 milioni.


Un vero successo se consideriamo un calo generale del 20,7%: dell’ export italiano registrato nello stesso anno.


Il posizionamento premium insomma sta pagando su tutti i frontie, grazie a iniziative come Identità London, il Bel Paese è oggi sempre più riconoscibile come patria di una
generazione di chef di grande energia creativa e terra d’esportazione di una cultura, in cucina, giovane e vitale.


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