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Codacons: “Stangata da 400 euro in più all'anno per i consumatori”

By Redazione

Roma, 31 Ottobre 2007 – “Una vera e propria stangata si è abbattuta sui consumatori italiani ad ottobre e questa volta viene certificata anche dall’Istat, seppur attraverso
percentuali sottostimate”, con queste parole le associazioni dei consumatori Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori hanno commentato i dati del rapporto Istat sulla crescita dell’inflazione
(che in ottobre ha raggiunto il 2,1% contro l’1,7% di settembre e l’1,6% di agosto): infatti, gli aumenti rilevati ( 10% sul prezzo del pane, 6,5% sul prezzo della pasta, 5,3% sul prezzo del
latte, 7,3% sul prezzo del pollame e 5,4% sul prezzo della frutta), sommati a quelli di agosto e settembre, portano ad un aumento di circa 400 euro l’anno per la spesa dei consumatori.

Secondo le associazioni, si tratta di una situazione “particolarmente critica” per far fronte alla quale è necessario l’intervento immediato del Governo “attraverso un’attività di
controllo a tappeto dei prezzi anche con nuovi strumenti concordati come “sms consumatori”, agevolando le vendite dirette produttore-consumatore e avviando una intensa campagna di lotta alle
speculazioni, unica spiegazione a rincari di tale portata che, se non verranno fermati, porteranno alla bancarotta migliaia di famiglie”.

Diametralmente opposta, com’era prevedibile, è l’opinione di Confcommercio e Confesercenti, che imputano ad altre cause la crescita incontrollata dei prezzi: “L’aumento tendenziale di
ottobre – osserva Confesercenti – va valutato con preoccupazione tenendo conto che influiscono su di esso fenomeni di cui non si vede la fine, come le pesanti tensioni internazionali sui prezzi
e sulle materie prime e il forte balzo delle tariffe locali e del prezzo dei carburanti”.

L’associazione, infatti, ha sottolineato che, anche se nel 2007 l’Italia “manifesta un tasso di inflazione meno sostenuto della zona Euro”, le tariffe locali sono cresciute del 4%, che diventa
10% nel caso dello smaltimento rifiuti.
Per quanto riguarda i beni alimentari, secondo Confesercenti gli aumenti sono dovuti a “cause esterne e a strozzature del settore”, su cui il Governo può e deve intervenire subito
riducendo le accise sui carburanti, monitorando e frenando la “corsa inarrestabile delle tariffe locali” e rivedendo “meccanismi come le quote latte che finiscono con il penalizzare i
consumatori”, ma soprattutto i Governi devono “premere sulla Bce affinché la leva dei tassi non finisca per produrre una “gelata” sulla crescita economica del 2008″.
Sulla stessa lunghezza d’onda si colloca Confcommercio che ha parlato di un “dato largamente prevedibile” dovuto agli “aumenti delle materie prime energetiche, degli alimentari e della
produzione da cui derivano circa i tre decimi di punto dei quattro riscontrati in termini congiunturali, ma al netto di queste componenti l’inflazione rimane sotto il 2%”.

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