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Cina. Gli alberghi Peninsula bandiscono le pinne di squalo dal menu

Cina. Gli alberghi Peninsula bandiscono le pinne di squalo dal menu

By Redazione

Importante successo per gli ambientalisti, della Cina e non. Peninsula, catena di alberghi di lusso, ha pubblicamente dichiarato come dal 1 gennaio 2012 i piatti di pinne di squalo saranno
esclusi dai menu, senza fare eccezione per i banchetti di nozze.

Da tempo, Peninsula aveva iniziato l’operazione di disimpegno. La direzione spronava i clienti ad non scegliere il cibo in questione, offrendo in cambio piatti alternativi e soggiorni omaggio
nelle sue sedi: Hong Kong, Shanghai, Pechino, Bangkok, Tokyo, Manila, Chicago e Beverly Hills.

In Cina, dietro al consumo di pinne di squalo vi sono stimoli di tradizione ed economia.

Il piatto è da secoli portatore di fortuna e bandiera di ricchezza, per questo particolarmente apprezzato nei matrimoni. Inoltre, l’industria della pesca e della lavorazione muove cifre
importanti. Nei mercati di Hong Kong, centro dell’usanza, una pinna di squalo tocca i 1000 Euro. Se invece ci si accontenta di una ciotola piccola, bastano 70 Euro. Nonostante i prezzi non
certo popolari, il crescente benessere ha causato un’impennata dei consumi.

Secondo alcuni studi, ogni anno entrano nella catena (cattura- finning- cucina) circa 73 milioni di squali, vittime di finning (il taglio delle pinne con il resto del corpo buttato in mare).

Tra i più attivi, i pescatori UE, con un volume di cattura di più di 110.000 tonnellate di squalo, il volume maggiore dopo l’India.

Questo viene però controbilanciato dall’azione ambientalista, che può vantare passi avanti notevoli.

I difensori degli squali possono contare nelle loro fila personaggi come il cestista Yao Ming e l’imprenditore Branson. Lo stesso Branson ha vietato alla sua aviolinea (Virgin Airlines) di
trasportare pinne sugli aerei.

Neanche l’Europa si tira indietro. Maria Damanaki, Commissario per la Pesca, sostiene un doppio passo: divieto per i pescherecci Europei di tagliare le pinne, indipendemente dalla zona di
pesca, e l’obbligo di tornare in porto collo squalo intero (LEGGI Articolo).

Segnali positivi anche dalle Isole Bahamas ( pesca di squali, anche interi, illegali) e della California (illegale vendita, scambio e possesso delle pinne in questione).

Tuttavia, il bersaglio grosso è stato colpito dagli Hotel Peninsula: far dire no alle pinne di squalo nel cuore di tale usanza è stato più che significativo.

FONTE: “The Peninsula Hotels group bans shark fin from menus”, 22/11/011 CNNGo.com

Matteo Clerici

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