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Cia: il nostro Governo risponde alla crisi agricola con misure parziali, riduttive e sbagliate

By Redazione

 

Il presidente della Cia Giuseppe Politi mette in evidenza i due modi differenti di affrontare i problemi degli agricoltori che, sia quelli transalpini che quelli italiani, vivono una
fase molto critica. Parigi predispone e vara un piano d’emergenza. Nel nostro Paese si continua con interventi frammentari e manca un progetto di reale sviluppo del settore. E la
Conferenza nazionale si allontana sempre di più. Prosegue sul territorio la mobilitazione proclamata dalla Confederazione.

“Il governo francese annuncia e vara un piano d’emergenza per l’agricoltura. In Italia, invece, le risposte dell’esecutivo per fronteggiare la crisi che sta
investendo il settore sono state, finora, parziali, riduttive o sbagliate. Due modi differenti di affrontare i problemi agricoli. Da una parte (Parigi), si tiene nella giusta
considerazione il ruolo e il contributo dell’impresa agricola, dall’altro (Roma), si continua a procedere con interventi frammentari ed insufficienti che non danno
prospettive agli agricoltori, che vedono crescere le difficoltà, i costi produttivi e quelli degli oneri sociali, diminuire i redditi e i prezzi praticati sui campi. Insomma, due
visioni completamente diverse dalle quali emerge chiara la maggiore attenzione dei nostri cugini d’Oltralpe verso le campagne, il cui valore economico e sociale viene messo sulla
stessa linea degli altri comparti produttivi”. E’ quanto mette in risalto il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi il quale ricorda la
serrata mobilitazione che l’organizzazione sta sviluppando sul territorio nazionale per sollecitare modifiche alla legge finanziaria e interventi di carattere straordinario a
sostegno delle aziende.

“Le misure annunciate dal ministro dell’Agricoltura Michel Barnier -afferma Politi- confermano l’atteggiamento di grande attenzione verso gli imprenditori agricoli,
che, d’altra parte, c’è sempre stato. Con il piano d’emergenza, il governo francese ha pienamente preso coscienza delle difficoltà con le quali
attualmente si confronta il settore agricolo transalpino. Un settore che, come nel nostro Paese, vive una fase molto complessa e che ha costretto gli agricoltori a scendere in piazza
per reclamare misure concrete. E l’esecutivo non si è limitato a semplici enunciazioni. Le risposte sono state immediate. Già da oggi partono gli interventi
finalizzati soprattutto ad alleggerire gli oneri finanziari e i costi di produzione, specie davanti a prezzi stagnanti.

“Gli agricoltori francesi, come quelli italiani, stanno affrontando una fase delle più difficili degli ultimi anni. Anche loro -aggiunge il presidente della Cia- hanno
manifestato per chiedere politiche nuove. Lo stesso presidente della Fnsea Jean-Michel Lemetayer, con il quale mi sono incontrato nei giorni scorsi a Roma, ha sottolineato le
similitudini delle due agricolture. In Francia, però, si corre subito ai ripari e il governo, di fronte alla protesta, capisce i problemi e si attiva e mette in atto programmi
mirati. Da noi, purtroppo, non c’è la stessa sensibilità. Sembra che i problemi dell’agricoltura siano avulsi da quelli dell’economia e della
finanza”.

“Non si comprende -rileva Politi- l’importanza dell’impresa agricola, del suo sviluppo e della sua competitività. Quello che noi chiediamo, e alla base della
nostra mobilitazione, è un’azione più incisiva e propulsiva a sostegno degli imprenditori agricoli che non possono continuare ad operare in un contesto carico di
problemi e senza reali certezze e prospettive. E’, infatti, illusorio fare affidamento solo sulle virtù regolatrici del mercato. Non serve una medicina miracolistica, ma
non bastano neanche interventi frammentari. Occorre un progetto di politica agraria”.

“Ed è questo -conclude il presidente della Cia- il compito della Conferenza nazionale sull’agricoltura e lo sviluppo rurale. Per questo motivo chiediamo al ministro
delle Politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia di essere coerente e di mantenere l’impegno di avviare i lavori preparatori della Conferenza, secondo le linee indicate
nell’assise in Campidoglio e confermate dallo stesso ministro in occasione dell’audizione alla Commissione Agricoltura della Camera ad inizio legislatura. Un appuntamento
che ora diventa fondamentale e va, quindi, programmato in tempi ristretti”. 

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