Calabria: i presidenti di Cia e Confagricoltura intervengono sugli indennizzi pubblici per lo scirocco
28 Luglio 2008
I presidenti della Cia e della Confagricoltura Calabria Giuseppe Mangone e Francesco Macrì hanno inviato al direttore de «Il Giornale» Mario Giordano una
lettera aperta in riferimento all’articolo «Soldi pubblici gettati al vento. Ma quanto ci costa lo scirocco», pubblicato domenica 27 luglio.
Nella lettera si sottolinea che i frequenti ed eccezionali eventi atmosferici che si verificano in Italia sono, a causa dei cambiamenti climatici degli ultimi anni, diventati quasi
normalità . Non vi è, quindi, da scandalizzarsi se le Regioni, tutte, in applicazione di una legge dello Stato, fanno ricorso ai previsti interventi di soccorso. Se
l’obiettivo – affermano i due presidenti – è quello di mettere la Calabria al primo posto sul banco degli imputati, «allora protestiamo vivacemente perché
le cose non stanno come descritte».
Le calamità in questione – avvertono – sono state dichiarate tali a seguito di eventi atmosferici ampiamente accertati e documentati dagli organi di controllo (Province, Regione,
Ministero, Ue). I danni provocati dagli eventi hanno distrutto, nelle aree colpite, buona parte delle produzioni orticole e provocato ingenti danni alle strutture frutticole, mettendo a dura
prova la già fragile tenuta delle aziende agricole.
Purtroppo, a fronte dei danni accertati, per le quattro calamità in questione, quantificati in 446 milioni di euro, l’intervento pubblico di soccorso sarà pari a 15,2
milioni, vale a dire al 3 per cento del richiesto.
Secondo i presidenti della Cia e della Confagricoltura Calabria, non c’è nessuno scandalo. Si tratta solo di interventi minimi per favorire la ripresa economica e produttiva delle
imprese agricole danneggiate. Tra l’altro, questi pochi spiccioli arriveranno come al solito con ritardi biblici e non copriranno neanche gli interessi passivi per le esposizioni in essere con
gli istituti di credito.
Cia e Confagricoltura della Calabria, proprio per far fronte al ricorrente fenomeno delle calamità , oltre che per l’ inadeguatezza della dotazione finanziaria del Fondo di
Solidarietà Nazionale, hanno promosso insieme alle Op ortofrutticole calabresi, in accordo con il dipartimento agricoltura della regione Calabria, la costituzione del Co.Di.Cal. (
Consorzio di difesa delle produzioni della Calabria), già operante da alcuni mesi, per utilizzare al meglio lo strumento assicurativo delle produzioni.
Mangone e Macrì evidenziano che gli agricoltori calabresi sono da anni impegnati per la qualificazione delle produzioni, per la sicurezza alimentare, oltre a svolgere un ruolo
insostituibile per la valorizzazione del territorio e dell’ambiente. Pertanto, nel caso in cui, a causa di calamità naturali si vedono vanificati gli sforzi e la fatica compiuti
per immettere sul mercato prodotti sicuri e di grande qualità , è inaccettabile – concludono – che un giornale importante strumentalizzi su un intervento dello Stato
che, a fronte dei danni subiti, è e resta assolutamente irrisorio.