Buon Natale con le pesche

22 Dicembre 2009
Buon Natale con le pesche, sperando di poterle ancora avere quest’estate.
Ai nostri agricoltori oggi conviene di più mettere nella stufa il legno degli alberi da frutta piuttosto che coltivare i frutteti.
In questo modo risparmiano il combustibile per scaldare le loro case e le loro serre, non hanno costi di aratura, potatura e cura dei frutteti.
Nè di mano d’opera “specializzata” per la raccolta di un prodotto, le cui spese di produzione superano di gran lunga quelle dei ricavi.
E questo sta interessando tutta l’agricoltura italiana e gran parte di quella europea. Ma non tutta la filiera è interessata dal fenomeno, solo la prima parte: chi ancora produce.
E non si parla solo di frutta! Vogliamo parlare di latte? Pare che in 10 anni siano “spariti” il 75% degli allevamenti di mucche da latte! Vogliamo parlare di grano? di mais? di girasoli?
Non siamo esperti agronomi e non abbiamo certamente le competenze per dare consigli o trovare soluzioni ma ci limitiamo a “radiografare” uno stato di fatto che è, a dir poco,
preoccupante.
E’ altresì poco costruttivo trovare i colpevoli. Non è importante punirli ma è di fondamentale importanza riportare in equilibrio la bilancia dell’ECONOMIA. Per il bene, anzi
per la sopravvivenza di tutti noi.
Oggi c’è qualcuno che, per un suo mero interesse, invece di accontentarsi dell’uovo quotidiano, sta uccidendo le galline. Quando anche l’unica rimasta verrà uccisa, non avremo
più uova!
Politici, amministratori, imprenditori, banchieri, Ministro Luca Zaia…(che tanto fai e tantissimo dovresti ancora fare) ed anche tu Silvio Berlusconi (con tutta la nostra stima, ma un po’ di
invidia per tutti i tuoi miliardi ) ….ed anche voi dell’opposizione. Non credete che sia ora di fare una vera opposizione ad un Governo che stentatamente riesce a mantenere le sue promesse? Non
credete anche voi che sia ora di finirla con un’opposizione alla persona, ai suoi problemi di divorzio, alle sue performance erotiche e/o goliardiche? Non credete che sia ora di cercare di
risolvere i problemi del Paese e di tutti i cittadini con proposte serie e concrete?
Tra pochi mesi ci saranno le nuove elezioni. Dovremo assistere ai nuovi “balletti” ed alle grandi balle al solo ed unico scopo di ottenere il voto di chi non sa più per chi
votare?
Non credo che alla gente, almeno alla maggior parte dei padri di famiglia ed alle donne che ogni giorno devono confrontarsi con le spese e cercare di arrivare a fine mese…si sentano ormai di
destra o di sinistra. Questi cittadini e tutti quelli che costituiscono la vera ossatura del Paese vogliono solo lavoro, sicurezza, salute e la certezza di un futuro per i propri figli. E tutti
vorremmo vedere i nostri rappresentanti, ai quali affidiamo il nostro voto, che per primi diano il buon esempio, in modo concreto.
Pensierino di Natale
Sapete perchè ritengo che Silvio Berlusconi non sia un delinquente? Se lo fosse, come la storia dei grandi criminali ci ha sempre insegnato, avrebbe usato la sua grande potenza per
sfoltire la gran massa dei suoi nemici ed invece ribatte colpo su colpo, mettendosi in gioco. Con questo non dico che sia un cherubino, nè che lo si debba fare santo. E’ un imprenditore
capace (nessuno potrebbe dire il contrario) e come tale ha sempre dovuto destreggiarsi tra e con commercialisti, avvocati, enti, istituzioni e le molteplici norme che, in modo a volte poco
chiaro, regolano il mondo degli affari. Berlusconi, se potesse governare il Paese come se fosse un’azienda privata, avrebbe già risolto molti problemi ed oggi l’Italia e gli Italiani
starebbero sicuramente meglio. Purtroppo vigono altre regole: la politica, le lobby, il clientelismo, il nepotismo…
Sicuramente non è giusto che governi il Paese come se fosse una sua azienda, nè sono ammissibili le leggi ad personam. E neppure trovo giusto che un uomo possa avere la
disponibilità di centinaia di migliaia di Euro da “regalare” ogni mese in “alimenti”. In momenti come questo, le risorse andrebbero meglio ripartite. Troppa gente è allo stremo
delle forze e non è assolutamente giusto che qualcuno, per meriti e/o per qualsiasi altra ragione possa permettersi di ostentare una simile opulenza. E’ un’offesa per chi ha lavorato tutta
una vita. E’ un’offesa per chi non riesce ad arrivare a fine mese.
Berlusconi, come capo del Governo, hai il dovere di risolvere i problemi del Paese. A noi Italiani non interessa come.
Ti auguriamo Buon Natale ma dopo le feste, ti chiediamo di fare anche i miracoli e, se non sei in grado di mantenere le tue promesse , ti chiediamo di farti da parte.
Giuseppe Danielli
Redazione Newsfood.com
info@newsfoodcom.wpcomstaging.com
(Riportiamo l’articolo pubblicato sul Blog di Beppe Grillo, dal quale è stato preso lo spunto per questo articolo)
Nota: anche Beppe Grillo da grande “Pifferaio Magico”, trascinatore del popolo del Web, grande anti-politico è sempre più attirato da questa calamita “elettorale”.
Da novello Mangiafuoco, forse non entrerà mai in politica direttamente ma da tempo, forte del suo mezzo mediatico (oggi è sicuramente il mezzo più potente ed immediato) sta
preparandosi per proporre i suoi burattini …ed anche lui entrerà (anzi è già entrato) a far parte di questo grande Circo.
(Dal Blog di Beppe Grillo, luglio 2009)
Di solito sono due le persone interessate a una pesca.
Chi la produce e chi la mangia.
Il produttore riceve 10 centesimi al kg e ha costi di produzione di 45 centesimi.
Per lo stesso kg il consumatore paga due euro.
La domanda sorge spontanea: chi ci ha fregato la pesca e sta facendo fallire l’agricoltura?
Pubblico una lunga e disperata lettera di un agricoltore romagnolo.
“Caro Beppe,
sono Samuele Bertuzzi, ho 27 anni, vivo in un paesino vicino ad Imola.
Ti scrivo per raccontarti ciò che sta succedendo nel mondo nel quale lavoro e nel quale la mia famiglia, mio padre, i miei nonni hanno sempre creduto: l’agricoltura, i frutti della
terra.
Abito in Romagna, dove ci sono migliaia di aziende agricole forti produttrici di frutta, albicocche, pesche, nettarine, kiwi e uva da vino.
La frutticoltura italiana sta vivendo un momento tragico, agli agricoltori sono riconosciuti prezzi ridicoli per i loro prodotti: 8-10 centesimi al kg (fonte Camera di Commercio di Bologna) per
pesche e nettarine di prima qualità a fronte di un costo di produzione medio di 40/45 centesimi al kg.
Nonostante questo, la frutta in negozio è venduta a prezzi dell’ordine di due euro al kg o superiori. Si trovano anche prezzi inferiori, ma per promozioni di prodotti di minor
qualità e solo per alcuni giorni.
Il 70% della nostra frutta viene venduto all’estero (Germania in primis, Inghilterra, Austria, Svizzera, Belgio, Est Europa) ed anche qui i prezzi sono incredibili.
Un amico che vive a Londra mi ha comunicato che in un negozio della catena Tesco vendono quattro pesche a 1 pound (quattro pesche sono 500 gr, quindi due pound al Kg pari a 2,32€/Kg).
A conti fatti il costo della materia prima sul prezzo finale di vendita al consumatore è irrisorio: pensa, 10 centesimi contro 2€ di vendita rappresenta solo il 5%!
Costano più l’imballaggio e il servizio della pesca!
E’ incredibile e nessuno ne parla!
Quando bisogna dare una notizia di aumenti dei prezzi, la prima cosa che si fa vedere in televisione è un bel banco allestito di frutta e verdura, perché fa scenografia, ma non si
racconta ciò che ci sta dietro.
Ti voglio spiegare in breve come funziona la “filiera” dell’ortofrutta.
L’attore principale è l’agricoltore: chi produce il bene, frutta o verdura che sia.
Parliamo di frutta, che è quella che conosco meglio.
L’agricoltore produce la frutta, ci impiega un anno e raccoglie il prodotto in soli tre mesi (da giugno a fine agosto in Romagna).
Per preparare la produzione occorrono molti lavori, potatura, interventi agronomici al terreno, concimazioni, trattamenti con fitofarmaci, etc. ) con una anticipazione delle spese.
L’agricoltore è un imprenditore, perché ha una proprietà, deve fare delle scelte nella sua azienda, né più e né meno di un industriale.
Al momento della raccolta dei frutti c’è la vendita a chi acquista la frutta come materia prima per la sua produzione.
Di solito, un magazzino ortofrutticolo (impresa privata o cooperativa) che procede a stoccaggio, refrigerazione, lavorazione, confezionamento e vendita del prodotto finito.
Il sistema creato negli ultimi 20 anni fa si che quando l’agricoltore vende il suo prodotto al magazzino, non c’è una vera e propria vendita con contrattazione del prezzo, ma un
conferimento.
L’agricoltore dà il suo prodotto al magazzino ad un prezzo che verrà stabilito a fine stagione quando il magazzino saprà quanto avrà incassato dalla vendita, tolte le
sue spese.
In altre parole l’agricoltore subisce un prezzo, non può stabilirlo lui, vende a prezzo da determinare a fine stagione.
Proseguendo per la filiera, il magazzino lavora la frutta, la imballa e la vende ad un importatore. Per contattare l’importatore si avvale spesso di un’agenzia di intermediazione, un soggetto che
prende ordini dall’importatore e gli organizza la reperibilità del prodotto nei magazzini italiani. Sono agenzie che muovono SOLO carta, la frutta non la vedono nemmeno, perché va
dal magazzino italiano alla piattaforma di arrivo.
Spesso anche gli importatori sono in realtà delle agenzie fra il distributore estero e l’agenzia italiana!
La frutta arrivata alla piattaforma viene quindi controllata, rilavorata se c’è l’esigenza, e distribuita ai punti vendita.
Anche qui a volte ci sono altri intermediari che muovono solo carta.
In fondo alla filiera chi fa il prezzo sono i venditori finali del prodotto: in larga maggioranza la Grande Distribuzione Organizzata (GDO) che in Italia si chiama Coop, Esselunga, Auchan, Conad;
in Germania, Lidl, Metro, Edeka, Aldi, Tengelmann; in Inghilterra, Tesco, Sainsbury.
La GDO stabilisce un prezzo e poi a cascata ogni soggetto partecipante alla filiera ricava il proprio guadagno, le proprie spese, nell’ordine inverso a quello che ha seguito la materia prima,
nella più totale mancanza di TRASPARENZA.
Gli ultimi due attori sono il magazzino di confezionamento e l’azienda agricola, che in realtà sono gli attori principali perché coloro che producono!
Al magazzino la frutta viene pagata un prezzo medio per pesche e nettarine di 0,60€ dal quale toglie le proprie spese e QUELLO CHE RIMANE VIENE DATO ALLE AZIENDE AGRICOLE!
Gli agricoltori si trovano nella condizione che sanno quello che spendono per la produzione, ma non quanto incasseranno.
Ma soprattutto incasseranno a un prezzo IMPOSTO, che non copre nemmeno il 20% del costo di produzione.
Senza contare l’esposizione totale delle aziende agricole ai fattori meteo quali grandinate, precipitazioni troppo abbondanti, allagamenti dei campi, danni da vento.
E un agricoltore al momento di raccogliere il prodotto non può permettersi di lasciarlo sulle piante perché l’80% delle spese è già stato fatto.
Concludo dicendo che nemmeno associazioni Onlus o altro a scopi benefici sono interessati alla frutta, nonostante ci siano popolazioni intere senza cibo!
Beppe, io ti prego di dedicarci uno spazio nel tuo blog, perché nessuno dice niente, non ci sono articoli sui giornali, servizi in tv, radio, nessuno ne parla, l’agricoltura non fa notizia
ed in Italia NON CONTA NULLA, ma rappresenta il 15% del PIL!
Migliaia di imprese agricole in difficoltà (forse quelle che risentono in maniera maggiore della crisi), persone, famiglie che credono nel proprio lavoro, nei frutti della terra, che
stanno “morendo” abbandonati da tutti.
Anche la politica non muove un dito, si parla solo di banche, CONFINDUSTRIA, ma l’impresa agricola non esiste, gli amministratori locali sono persi nei loro cavilli burocratici, non fanno nulla
per noi.
Beppe, stiamo morendo, l’agricoltura così rischia di morire, i campi verranno trasformati in deserto, terreni incolti, abbandonati, sostituiti da parcheggi, ipermercati che vendono frutta
estera che ha fatto migliaia di km, prodotto CO2, inquinato, poco controllata, prodotta a basso costo con spesso sfruttamento di manodopera e che farà arricchire solo qualcuno.
E agli ormai ex agricoltori resterà solo di andare a sistemare frutta e verdura negli scaffali oppure dirigere il traffico nei parcheggi che hanno ricoperto le loro terre!
Ti prego Beppe, almeno tu dedica uno spazio nel blog a questo settore in grave difficoltà dimenticato da tutti, per non farci mollare mai nemmeno a noi!
Con affetto.” Samuele Bertuzzi