FREE REAL TIME DAILY NEWS

Batterio Killer, una doppia faccia per una maggiore mortalità

Batterio Killer, una doppia faccia per una maggiore mortalità

By Redazione

L’unione degli effetti negativi di due patogeni, di per sé pericolosi. Grazie a tale caratteristiche, la variante di Escherichia Coli manifestatasi in Germania ha causato numerosi
ricoveri ospedalieri ed almeno 40 vittime.

A descrivere il meccanismo, una ricerca dell’Università di Munster, diretta dalla dottoressa Helge Karch e pubblicata su ” The Lancet Infectious Diseases”.

L’equipe di Munster ha iniziato prelevando 80 campioni di E. Coli da malati, ricoverati nel periodo 23 maggio-2 giugno. Tali campioni sono stati sottoposti ad una batteria di test, volti a
determinare caratteristiche come il livello di virulenza, la capacità di rapportarsi al corpo umano e di resistere a farmaci ed antibiotici.

Grazie ai risultati, Karch e gli altri ricercatori hanno tracciato un identikit del patogeno.

Il ceppo in questione (O104:H4) è la combinazione tra un E. Coli capace di aderire in massa alla parete intestinale ed un batterio dotato della tossina Shiga, causa della sindrome
emolitico-uremica (in grado di uccidere tramite insufficienza renale acuta).

Più in dettaglio, l’abilità di aderire alle pareti dell’intestino è tipica dell’E. Coli enteroaggregante (EAEC), mente la produzione della tossina è stata spesso
osservata negli E. Coli enteroemorragici (EHEC). Secondo gli scienziati, proprio tale mix di adattabilità all’organismo e tossine ha reso il batterio in questione particolarmente
pericoloso per la salute.

Infatti, spiega la dottoressa Karch, “L’aderenza rafforzata di questo ceppo alle pareti intestinali, potrebbe facilitare l’assorbimento da parte dell’intestino della tossina Shiga e quindi
spiegare l’insolita alta frequenza con cui l’infezione ha avuto una progressione verso la sindrome emolitico-uremica”.

Inoltre, l’indagine degli studiosi tedeschi contribuisce a far luce sulla storia del patogeno. Tutti gli 80 campioni esaminati arrivavano dal “clone HUSEC041”, scoperto per la prima volta nel
2001 durante la terapia ad una paziente, anch’esso colpito da sindrome emolitico-uremica.

FONTE: Helge Karch et al., “Characterisation of the Escherichia coli strain associated with an outbreak of haemolytic uraemic syndrome in Germany, 2011: a microbiological study”, “The
Lancet Infectious Diseases”, June 23, 2011, doi:10.1016/S1473-3099(11)70165-7

Matteo Clerici

ATTENZIONE: l’articolo qui riportato è frutto di ricerca ed elaborazione di notizie pubblicate sul web e/o pervenute. L’autore, la redazione e la proprietà, non
necessariamente avallano il pensiero e la validità di quanto pubblicato. Declinando ogni responsabilità su quanto riportato, invitano il lettore a una verifica, presso le fonti
accreditate e/o aventi titolo.

VISITA LO SHOP ONLINE DI NEWSFOOD

%d