Avanti rosato e spumante: il mondo del vino secondo Fedagri

19 Ottobre 2012
Nell’agroalimentare, niente rimane uguale ed il mondo del vino sta cambiando. Così, il vecchio predominio delle etichette classiche e forti non esiste più: al loro posto, bevande
dolci e più adattabili al gusto degli utenti.
Il punto della situazione arriva dall’Assemblea del settore di Fedagri-Confcooperative, svoltasi ieri Rauscedo, provincia di Pordenone.
Punto di partenza, i cambiamenti registrati. Alla fine degli anni Novanta, il vino era una cosa per pochi con i primi cinque produttori mondiali, tutti europei, che consumavano la metà
del vino mondiale. Adesso, tale cifra è scesa (37,3%) ed è cambiata l’élite: se le vecchie glorie arrancano ( Italia -25% ed in Francia -21%) si fanno sotto nuovi
protagonisti, Russia, +154%, Nuova Zelanda, +97%, Canada, +44% e Cina, +42%. Dietro il loro successo, una legislazione che permette minori costi del lavoro, minor prelievo fiscale ma
anche pratiche enologiche proibite nel vecchio mondo.
Parimenti, sono mutati i gusti dei consumatori: meno vini rossi dal carattere forte, più vino rosa (+20%) e spumante (+31%), bassa gradazione alcolica e carattere dolce.
Infine, è diverso anche il rapporto produttore-consumatore: da un sostanziale dominio dei primi, si è passati ad un rapporto negoziale, un rapporto alla pari per uno scopo comune.
Riassume Maurizio Gardini, presidente di Fedagri-Confcooperative: “Oggi sono i gusti dei consumatori a prevalere, anche se essi alla fine scelgono ciò che viene proposto dagli
intermediari e dalla distribuzione. In tale ambito, fondamentale è il ruolo svolto dalla cooperazione agroalimentare, che è l’elemento centrale tra la componente produttiva e i
consumatori in virtù della sua capacita’ di concentrare l’offerta e interloquire con la distribuzione organizzata”.
Matteo Clerici