Apecchio (PU): Ricca la presenza di pubblico alla tavola rotonda “Birra & Dieta Mediterranea”

22 Settembre 2011
Si è tenuta ad Apecchio (PU), piccola e ridente cittadina sull’Appennino umbro-marchigiano, la giornata di studi e una tavola rotonda “Birra & Dieta Mediterranea” dove sono emersi i benefici del bere moderato per una corretta alimentazione.
Ricca la presenza di pubblico, ristoratori e gourmand oltre a politici e produttori che hanno gremito la bellissima sala di Palazzo Ubaldini. Ad aprire la giornata di studi Massimo Cardellini,
Presidente della neo Associazione “Apecchio, Città della Birra” che ha illustrato agli ospiti gli obiettivi e le finalità del progetto di marketing territoriale che vede la
birra di Apecchio come protagonista.
“L’associazione vuole essere un centro di comunicazione, cultura e formazione. – continua Cardellini – “Apecchio diventerà sempre più un punto di riferimento e di incontro tra i
protagonisti del settore della birra artigianale, fino ad arrivare in futuro al Beer Festival di Apecchio”.
Tra i numerosi relatori il prof. Pietro Migliaccio, nutrizionista che nel suo intervento ha parlato dei 5.000 anni di storia della birra, nata in Mesopotamia e importata dai Greci in Europa e
che ha ribadito: “Tra le bevande la birra può essere inserita a pieno titolo nella dieta mediterranea”- e ha continuato – “a basso contenuto alcolico, piacevole, dissetante è
ideale per il suo apporto di elementi nutritivi quali il potassio e ferro”.
Nel suo intervento Paolo Petrini, Assessore all’Agricoltura Regione Marche ha sottolineato invece l’importanza del recente provvedimento con il quale la birra è stata riconosciuta come
prodotto agricolo. Ha commentato Petrini: “Il provvedimento è di assoluta rilevanza perché garantisce la qualità del prodotto”.
E’ stata la volta del Prof. Rodolfo Santillochi, Docente della Facoltà di Agraria al Politecnico delle Marche, che si è soffermato sulla coltivazione degli orzi da Birra,
sottolineando come dal punto di vista della produzione di malto e della materia prima, il nostro Paese rimanga ancora fortemente deficitario. In Italia infatti la produzione di orzo da birra
non è sufficiente e sono importati annualmente oltre 100.000 t di malto (quasi 2/3 del fabbisogno nazionale).” Tra gli interventi anche quello del giornalista Maurizio Maestrelli, che ha
parlato del successo della birra artigianale italiana, illustrandone le origini, le difficoltà e le prospettive.
Una giornata quella di Apecchio, dove il mondo della produzione e quello della ricerca si sono trovati attorno ad un tavolo per un confronto costruttivo. “Vogliamo ringraziare pubblicamente
tutti gli interventuti” han detto Giuseppe Collesi assieme a Roberto Bini della Fabbrica della Birra Tenute Collesi – “per questa giornata che resterà memorabile per noi produttori di
birra artigianale di qualità. Ci fa molto piacere che il mondo della ricerca consideri la birra artigianale tra gli alimenti della dieta mediterranea, esplicitandone le caratteristiche
nutrizionali intrinseche. Questa iniziativa è fortemente sostenuta dalla Fabbrica della Birra Tenute Collesi, perché crediamo nel dibattito che stimola il pubblico verso modelli
di consumo consapevoli e di qualità.”
La giornata è stata anche l’occasione per presentare il nuovo marchio che ha segnato la nascita della prima città della birra italiana: Apecchio.
Il buffet con i prodotti tipici del territorio è stato realizzato in collaborazione con l’Istituto Alberghiero di Piobbico e l’Azienda Speciale Agroalimentare della Camera di Commercio
di Pesaro Urbino Terre di Rossini e di Raffaello.
LA FABBRICA DELLA BIRRA TENUTE COLLESI
Promotrice della cultura gastronomica in Italia e nel Mondo il birrificio marchigiano è attento sostenitore della ricerca e della produzione di birra 100% italiana. Le birre prodotte
dalla Fabbrica della Birra Tenute Collesi ad Apecchio sono birre genuine, prodotte con materie prime accuratamente selezionate: dall’orzo coltivato in collina nei tenimenti delle Tenute
Collesi, all’acqua purissima del Monte Nerone.
Le Birre, commercializzate dalla società Collesi-Bini, sono prodotte secondo un antica ricetta dei monaci, tutte ad alta fermentazione, non pastorizzate e con rifermentazione naturale in
bottiglia per esaltarne gusto e aromi. Le birre della Fabbrica della Birra Tenute Collesi hanno caratteristiche di eleganza e unicità, con un corpo morbido e persistente, fresco e di
alta bevibilità. Il giusto contenuto in alcool e l’utilizzo d’ingredienti pregiati determinano un buon valore nutrizionale ed un forte legame con il territorio. La massima cura è
stata posta anche sul packaging e sulla bottiglia per un risultato ottimale.
ww.collesi.com
http://www.apecchiocittadellabirra.com
Conferenza di presentazione del progetto
“Apecchio Città della Birra”
Apecchio, Sabato 17 settembre 2011 Palazzo Ubaldini
“La birra”
Prof. Pietro A. Migliaccio
Medico Nutrizionista
Presidente della Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione,
con la collaborazione della Dottoressa in Scienze della Nutrizione Umana Valentina Ioele
La birra è una delle bevande alcoliche più antiche utilizzate dall’uomo. Si pensa che la sua nascita sia dovuta all’abitudine di conservare i cereali nell’acqua (ambiente quindi
favorevole per innescare la produzione del malto e la fermentazione) per combattere le infestazioni. Circa 5000 anni fa gli Assiri,tra il Tigri e l’Eufrate, producevano una bevanda fermentata a
base presumibilmente di orzo, e al British Museum di Londra è custodito un documento, il “Monument Blau”, che è stato ritrovato sulle rive dell’Eufrate e in cui è citata la
birra. Alcuni contenitori utilizzati per la birra sono stati ritrovati anche nelle tombe dei Faraoni.
Il merito di aver portato in Europa la birra spetta ai Greci, trovando terreno fertile presso i Galli e i Celti; i Romani invece preferivano il vino alla birra.
Comunque l’Europa risulta da secoli divisa da un confine virtuale al di sopra del quale si beve la birra e al di sotto il vino. Ma questa situazione si è andata modificando e ormai la
birra si beve a tutte le latitudini. La sua antica origine, i suoi componenti, le caratteristiche organolettiche e il basso contenuto alcolico, la pongono di diritto tra gli alimenti
caratteristici della dieta mediterranea. La domanda che ci dobbiamo porre è perché quando si parla di dieta mediterranea si omette la birra. La ragione è perché i
primi studi sulla dieta mediterranea, quelli condotti da Keys, che hanno dimostrato che era la più salutare, sono stati effettuati nell’Italia meridionale, in Grecia e in Jugoslavia. In
quelle zone il consumo della birra era modesto o praticamente assente, essendo questi luoghi al di sotto di quel confine virtuale di cui parlavo prima.
Gli ingredienti che la compongono sono quattro: acqua, orzo o altri cereali, lievito e luppolo. L’orzo è il principale cereale che viene utilizzato per la sua produzione. E’ fatto
germogliare sino a diventare malto, quindi essiccato, tostato, macinato, mescolato ad acqua e filtrato sino ad ottenere il mosto. A questo livello della produzione viene aggiunto il luppolo.
Una volta bollito, il mosto è raffreddato e messo a fermentare con i lieviti. Si ottiene così il prodotto finito ovvero la birra che si farà stagionare e sarà
imbottigliata.
La birra contiene dal 90 al 93% di acqua; apporta, inoltre, carboidrati sotto forma di maltosio e destrine, nonché minerali come il potassio e il magnesio, piccole quantità di
vitamine del gruppo B. e fibra solubile. Grazie al suo elevato contenuto di acqua e al suo apporto di minerali si può considerare una bevanda dissetante che aiuta a ripristinare
l’equilibrio idrosalino. Il suo apporto di glucidi è modesto (3,5 g di carboidrati) e proviene principalmente dal maltosio, che fornisce mediamente 4 calorie per grammo. Pertanto la
birra può entrare a far parte di un’alimentazione sana ed equilibrata ed essere sorseggiata piacevolmente durante un pasto senza aumentare eccessivamente l’apporto calorico giornaliero.
La fibra presente in questa bevanda deriva dalle pareti cellulari del malto d’orzo e, se si aggiunge a quella fornita da cereali integrali, verdura e frutta, può contribuire a migliorare
le funzioni intestinali. Il contenuto di alcol della birra non è elevato e varia in relazione alla sua gradazione alcolica.
La “birra leggera” ha una gradazione alcolica che non supera i 3°, quella a “media gradazione” è compresa tra i 3 e i 6° mentre quella ad alta gradazione è superiore ai
6°. Un grado alcolico corrisponde ad 1 volume di alcol in 100 ml di acqua. 1 volume di alcol pesa 0,8 grammi. Per convertire il grado alcolico in grammi bisogna quindi moltiplicarlo per
0,8. L’alcol non è un nutriente e non è necessario per la salute dell’uomo.
Tuttavia, apporta energia nella quantità di 7 kcal per grammo. Il valore energetico della birra è piuttosto contenuto: 100 ml di birra forniscono mediamente 34 calorie e pertanto
una lattina di birra da 250 ml apporta appena 100 calorie contro le 70 per 100 ml del vino, le 150-200 degli aperitivi a base di vino, le 245 del whisky e le 315 dei liquori da dessert.
Tuttavia bisogna sempre considerare le quantità che si assumono.
E’ opportuno evitare il consumo di alcol durante l’infanzia e l’adolescenza e contenerlo durante la terza e quarta età. Anche le donne devono porre maggior attenzione al consumo di birra
o di altre bevande alcoliche, specialmente in alcune condizioni fisiologiche quali la gravidanza e l’allattamento. Le donne infatti hanno una ridotta capacità rispetto all’uomo di
metabolizzare l’alcol in quanto presentano una minor quantità dell’enzima alcol deidrogenasi.
Il colore della birra, variabile dal biondo pallido al bruno, è dovuto principalmente alla temperatura a cui è torrefatto il malto d’orzo (l’orzo fatto germogliare). Un malto
portato a temperatura elevata diventa scuro e dà una birra scura; a temperatura più bassa resta chiaro e determina una birra bionda. Il sapore amaro è dovuto al luppolo. La
qualità della birra migliora se si consuma fresca e non stagionata senza sbalzi di temperatura. La differenza tra questi tipi di birre dipende dai gusti personali, in quanto non ci sono
grandi differenze a livello nutrizionale.
La quantità di alcool nella birra non è costante ma è sempre contenuta in percentuali modeste; spesso però si ingeriscono maggiori quantità di birra rispetto
ad esempio al vino. Il consiglio quindi rimane sempre quello di consumarla in modiche quantità e fare attenzione nella giornata a non aggiungere alle dosi ingerite di birra altre bevande
alcoliche.
Si distinguono vari tipi di birra in base alla diversa fermentazione applicata.
L’alta fermentazione avviene ad opera del ceppo fungino “saccharomyces cerevisiae”, è favorita dal calore (tra i 16°C e i 23°C) ed è molto rapida. Le birre che si
ottengono con questo metodo esprimono aromi e sapori intensi e fruttati.
La bassa fermentazione, provocata dal ceppo fungino Saccharomyces razza fisiologica uvarum, si attiva a temperature molto più basse (tra 5°C e 8°) e dura molto più a
lungo, dando origine a birre leggere e fragranti, dal gusto molto pulito.
La fermentazione spontanea, tipica di alcune zone del Belgio, è provocata da lieviti e batteri presenti nell’aria che agiscono direttamente sul mosto. Il processo di fermentazione
può durare mesi o anni e avviene a temperatura ambiente in fusti di legno.
L’importanza di questo evento consiste anche nel fatto che la produzione è fatta utilizzando prodotti locali, quindi con la massima garanzia, la certezza dell’originalità del
prodotto e il sapore di questa terra.
GLOSSARIO
MALTO: Prodotto di germinazione dei cereali (per esempio frumento, orzo segale, granoturco). Il procedimento per ottenerlo comprende tre stadi: 1) la
macerazione in acqua dei grani per 3 o 4 giorni; 2) germinazione in ambiente umido per 7-8 giorni nel corso della quale si sviluppano vari enzimi che convertono l’amido dei cereali in destrina
e maltosio; 3) essicazione dei grani germinati per arrestare lo sviluppo degli enzimi, esponendoli all’aria o riscaldandoli a 60-80°C (malto giallo) oppure a 150-200°C (malto
torrefatto). Secondo il tipo di essiccazione e la qualità, il malto trova impiego nella preparazione di bevande alcoliche ( birra, whisky), di surrogati del caffè e di farine
dietetiche
LUPPOLO: pianta erbacea utilizzata per la preparazione della birra. Si usano le infiorescenze femminili essiccate: è una pianta tipica dei luoghi
umidi. Cresce ai margini delle foreste. Contiene un olio essenziale ricco di terpeni e sostanze amare aromatiche.
MALTOSIO: è lo zucchero che deriva dalla digestione dell’amido di molti cereali. Viene definito disaccaride perché è costituito da
due molecole del monosaccaride glucosio. Gli enzimi presenti nell’organismo umano trasformano l’amido cotto prima in destrine e successivamente in maltosio. Successivamente l’enzima maltasi
scinde il maltosio in due molecole di glucosio facilmente utilizzabili dall’organismo umano.
DESTRINE: sono polisaccaridi (carboidrati) che si formano per idrolisi parziale o per riscaldamento dell’amido.
Redazione Newsfood.com+WebTv