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All’inglese piace l’agriturismo d’Italia

All’inglese piace l’agriturismo d’Italia

By Redazione

Pollice in su per gli agriturismi italiani. Gli inglesi li amano, conquistati dalla loro offerta di eccellenza agroalimentare e di relax in stile naturale e campagnolo.

A tale passione è dedicato un articolo del quotidiano ” The Times”, firmato da Caroline Hendrie

Per la Hendrie, il segreto delle vacanze negli agriturismi tricolori sta nel saper unire strutture efficienti ma legate alla natura ed alla vita di campagna capaci di offrire produzioni e
tipicità del territorio. Iniziative come la preparazione della pasta fatta in casa ed il suo successivo consumo sono mosse semplici ma estremamente efficaci per conquistare il gradimento
dei visitatori d’Albione.

Sulla stessa lunghezza d’onda Vittoria Brancaccio, presidente di Agriturist, che sottolinea l’importanza dello stimolo alla partecipazione attiva: “L’ospite vuole essere protagonista attivo
delle tradizioni locali, ama alloggiare in edifici storici, imparare a cucinare, gustare le specialità enogastronomiche del luogo, partecipare in prima persona alle feste e al costume
della comunità che lo accoglie, riposarsi davanti ad orizzonti di bel paesaggio. L’agriturismo ha successo perché offre queste opportunità”.

La giornalista cita così poi strutture di primo livello. Alcune si distinguono per la specializzazione in alcuni alimenti. Ad esempio, “Baglio Fontanasalsa”, struttura siciliana il cui
olio è stato scelto da Richard Geoffroy, Chef de Cave e selezionatore di Moet et Chandon, come compagno da tavola dello champagne Dom Perignon. O come la “Tenuta Seliano”, di Paestum,
Campania, famosa per i derivati dalla bufala, come latte e carne. O come “L’Orto di Lucania”, vicino Matera e giardino di verdure biologiche: peperoni, pomodori, carciofi e melanzane, raccolti
a mano.

Tuttavia, non mancano note di demerito. Per il presidente Brancaccio, il problema maggiore sta nel metodo di promozione del turismo in Italia, considerato antiquato e poco valido rispetto alle
potenzialità del territorio: ” È come avere una Formula Uno e utilizzarla per fare scuola guida”.

Per Brancaccio, la soluzione sta nell’opera di “Imprenditori intelligenti, capaci di inventare proposte nuove e appassionanti”.

FONTE: “Italy: best local food is down on the farm”, The Times, 5/03/011

Matteo Clerici

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