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Allergie, intolleranze e… cibi taroccati legalmente!

Allergie, intolleranze e… cibi taroccati legalmente!

By Redazione

Praticamente ogni giorno scopriamo attraverso l’informazione gridata dei media qualche scandalo alimentare: la mozzarella taroccata, le tagliatelle alla bolognese taroccate,  il vino
taroccato, il riso che vogliono definitivamente taroccare,…ma poi tutto passa e va, nessuno scandalo lascia una scia virtuosa e si aspetta il nuovo giorno per scoprirne un altro.

Sembra quasi fatto apposta perché l’attenzione si fermi lì, perché ogni giorno ci sia qualcosa di eclatante da esporre al pubblico ludibrio e condannare, in modo che i
problemi veri e reali non vengano mai affrontati.

Esiste invece una taroccatura più subdola, strisciante e malefica, che è quella degli additivi e di tutti gli altri “bendiddio” che la legislazione alimentare permette ormai da
troppo tempo di mettere nei cibi, industrializzati e non, per perseguire altri scopi (il primo prezzo, il guadagno, la maggior conservabilità, …) senza tenere conto degli effetti che
questi additivi alla distanza possono avere sulla salute dell’uomo.

Ma ci siamo mai chiesti perché le allergie e le intolleranze alimentari crescono a dismisura tra l’indifferenza dei molti per non dire di tutti?

Non sarà per caso che gli organismi più deboli, stanchi di dover “digerire” sostanze che l’occhio non vede nei cibi, smettano di assimilarle e ne diventino intolleranti?

E’ una tesi che ho sostenuto nel mio libro “Il Consumatore non se lo merita” che potete scaricarvi gratuitamente e che in modo lucido e razionale affronta anche queste problematiche legate
all’interazione tra cibo e salute.

Sta di fatto che oggi la realtà ha contorni e riflessi incredibili.

Ho un osservatorio privilegiato che è l’Osteria dei 5 Piatti, dove ogni sera con la mia brigata di cucina affrontiamo questi problemi con scoperte sconvolgenti.

Ad esempio, la salsiccia.

In Osteria ce la produciamo direttamente con una mia antica ricetta fatta di buona carne fresca di suino, un po’ di pancetta e di guanciale, un pizzico di pepe e di altre spezie biologiche che
Sonnentor (il miglior produttore in assoluto secondo la mia esperienza) ci spedisce dall’Austria, senza aggiungere alcun additivo.

Mercoledì la nostra piccola insaccatrice incomincia a fare le bizze e non possiamo autoprodurci la nostra salsiccia; abbiamo prenotati per cena una coppia, entrambi intolleranti alle
proteine del latte: penso: “pazienza, non ce la possiamo produrre, andiamo a comprarla..”

Ho telefonato a tutte le principali catene di distribuzione che stanno in Torino e hinterland chiedendo di conoscere gli ingredienti della salsiccia in vendita e ahimé tutte, dicasi tutte,
avevano tra gli ingredienti la polvere di latte! Penso “vabbé, la Grande Distribuzione non è molto attenta, ma probabilmente il piccolo artigiano sì” e iniziano le telefonate
alle macellerie e salumerie del territorio per ottenere lo stesso risultato: tutti usavano additivi e ingredienti che contenevano derivati dal latte.

Alla coppia di ospiti ho candidamente confessato la rottura dell’insaccatrice e ho creato per loro un altro antipasto altrettanto gustoso, ma mi è rimasto un avvertibile senso di nausea
per la considerazione che se voglio mangiare la salsiccia devo per forza anche mangiare il latte in polvere, che tutti, con il beneplacito della legge, mettono.

E sapete perché?

Non perché il latte rende più buona la salsiccia ma perché trattiene dentro più acqua e quindi l’ignaro consumatore paga l’acqua al prezzo della salsiccia! E
così vale per tantissimi altri prodotti, pane compreso. Questa non è taroccatura legalizzata e generalizzata?
Inizieremo dalla prossima settimana un’inchiesta approfondita sui molti settori merceologici che adottano questi sotterfugi e per l’intanto non ci resta che chiederci “Ma dove sta Zazà, o
madonna mia?”

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