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Agrofarma ascoltata dalla Commissione Agricoltura della Camera

Agrofarma ascoltata dalla Commissione Agricoltura della Camera

By Redazione

 

In occasione dell’audizione parlamentare indetta ieri dalla Commissione Agricoltura della Camera, Agrofarma – Associazione nazionale imprese agrofarmaci, che fa parte di
Federchimica – ha ricordato che non esistono evidenze scientifiche di un legame tra l’impiego dei neonicotinoidi e la moria delle api e ha proposto di introdurre alcune misure
che garantiscono la massima sicurezza dell’intero sistema.

Queste misure di mitigazione consentirebbero da un lato di ridurre ulteriormente la potenziale esposizione delle api, offrendo ulteriori garanzie agli apicoltori e dall’altro di
consentire agli agricoltori di potere utilizzare le sementi conciate con gli insetticidi.

Le misure di mitigazione proposte consistono sinteticamente in:
– Indicazione sui sacchi di semi conciati di misure precauzionali adottabili dagli agricoltori per ridurre al minimo l’esposizione delle api agli agrofarmaci nella fase di
semina.
– Introduzione di test obbligatorio per le ditte sementiere per garantire il rispetto di un limite di polverosità del seme conciato.
– Modifiche alle seminatrici pneumatiche per ridurre al massimo la dispersione di polveri.

In collaborazione con le società sementiere, i produttori di macchine e i maiscoltori sono state già realizzate con successo una serie di attività che vanno
incontro alle richieste di minimizzare le dispersioni con seminatrici pneumatiche.

Agrofarma ritiene inoltre che sia fondamentale approfondire la tematica con un monitoraggio multifattoriale a carattere nazionale che consentirebbe di conoscere il peso reale dei
singoli fattori che incidono sulla moria delle api ed è pronta ad impegnarsi per collaborare alla realizzazione dello stesso.

In merito alla decisione di sospendere l’utilizzo dei neonicotinoidi sul mais e sulla barbabietola da zucchero non si comprendono le ragioni della stessa dal momento che esistono
molteplici evidenze scientifiche indipendenti che dimostrano l’assenza di un nesso di causa-effetto tra utilizzo di insetticidi per la concia e moria api. Si tratta di una scelta
che avrà ricadute molto pesanti, concretamente significa che i coltivatori di mais non potranno più controllare parassiti infestanti come ad esempio la diabrotica con la
conseguente perdita di intere coltivazioni di mais.

Ricordiamo che la coltura del mais in Italia ha raggiunto un elevatissimo grado di specializzazione, per soddisfare i fabbisogni alimentari delle locali filiere zootecniche. A conferma
del legame tra maiscoltura e zootecnia nazionale, basti considerare che, nelle 5 regioni settentrionali, insieme al 92% del mais prodotto, si concentra la produzione del 75% della carne
suina, del 73% di quelle avicole, del 79% di quella bovina, del 73% del latte. Si avrà quindi anche un effetto negativo indiretto sulle produzioni zootecniche nazionali e sulle
produzioni tipiche (DOP) italiane di origine animale di maggiore notorietà, pregio e rilievo economico, per la forte dipendenza di queste filiere dalle produzioni maidicole
locali.

Il prezzo di questa inutile sospensione si scarica quindi tutto su imprese agricole e consumatori. Da non trascurare l’impatto negativo anche sulle imprese degli agrofarmaci che
vedrebbero vanificati sulla base di impressioni non dimostrate da evidenze scientifiche i notevoli investimenti in ricerca e sviluppo volti a fornire all’imprenditore agricolo
molecole sempre più sicure per l’uomo e l’ambiente.

La concia delle sementi è una pratica indispensabile per avere produzioni sane e sostenibili, così come è fondamentale il ruolo delle api e dell’apicoltura.
La possibilità di far coesistere le due attività esiste ed è correlata dal lato agricolo dalla normale valutazione del rischio nella fase di autorizzazione degli
agrofarmaci e non da ultimo dall’adozione di misure di mitigazione che consentano di ridurre al minimo l’emissione di polveri durante la semina; dal lato
dell’apicoltura da un costante aumento della professionalità degli operatori del settore.

La coesistenza tra agricoltura e apicoltura è dunque una necessità per l’intera filiera agricola, questa si può raggiungere attraverso un confronto sereno e
costruttivo che veda coinvolta l’interezza della rappresentatività agricola.

La comunità scientifica sostiene da tempo che sono molteplici le cause della moria delle api. Già nel 2002 importanti rappresentanti della comunità scientifica
internazionale avevano indicato in una pluralità di fattori le cause dei problemi nell’ambito dell’apicoltura (sintesi nell’atto conclusivo della giornata di
studio tenutasi durante l’VIII Simposio Internazionale sul Rischio Pesticidi per le Api). Il documento indica chiaramente che la causa della moria delle api va ricercata in un
complesso concorso di fattori come malattie, Varroa, cause ambientali, ecc.

Anche nel convegno organizzato nel gennaio 2008 da APAT (Agenzia del Ministero dell’Ambiente) è stato precisato che esistono numerose cause possibili della moria delle api,
quali ad esempio la recrudescenza degli attacchi di acari,virus e batteri, i cambiamenti climatici. Questi fattori sono oggetto di una ormai nutrita bibliografia scientifica.

Cambiamenti climatici
Istituto di ricerca sulle api tropicali, dipartimento di biologia, Università di Utrecht, Paesi Bassi – Marinus Jan Sommeijer

Carenza di polline
Università’ di Plymouth (Inghilterra) e Poitiers (Francia) – Dr. Mick Hanley

Acari e Virus
– DJF-Aarhus Universitet (Centro di Ricerche agricole Danese) – P. Kryger, SL Nielsen, L M Hansen, M. Nikolaisen
– Centro ricerche apistiche di Berna – Dottor Peter Neumann coordinatore Europeo del progetto di ricerca COLOSSOS sulla CCD (Colony Collapse Disorder)

Non idonee pratiche apistiche
Centro di Referenza Nazionale per l’Apicoltura – Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie – Albino Gallena, Franco Muttinelli

Terminali mobili
– Università di Landau, Germania – Dr Jochen Kuhn
– Molteplici studi di monitoraggio organizzati e condotti su base scientifica dalle Autorità competenti nei diversi Paesi europei ed extraeuropei, non hanno infatti evidenziato
un nesso di causa effetto tra l’impiego di agrofarmaci insetticidi concianti e lo spopolamento degli alveari, in particolare:

FRANCIA
AFSSA – Agenzia Francese per la Sicurezza degli Alimenti; Aubert, Faucon, Chauzat, Martel; 2002 – 2005 e 2006

GERMANIA
Centro Federale per la Ricerca delle Api, Germania; Rosenkranz, von der Ohe, Mühlen, Otten, Büchler; 2004 – 2009

ITALIA
Monitoraggio in Italia di fenomeni di spopolamento e di mortalità delle api in areali a diversa destinazione agricola (Istituto Nazionale Apicoltura e Istituto Zooprofilattico
delle Venezie, 2005 e 2006)

ALTRI PAESI
Risultati analoghi sono stati ottenuti in monitoraggi nazionali condotti da organismi indipendenti in Belgio (2004-2006), Canada (2001-2003) e Stati Uniti (2006-2007).

 

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