Agricoltura: Segnali di ripresa… ma la crisi non è ancora superata

10 Giugno 2010
Per il presidente della Cia Giuseppe Politi il dato positivo sul valore aggiunto agricolo del primo trimestre del 2010 non rischiara una situazione ancora molto complessa. La crescita registrata
non permette di recuperare le gravi diminuzioni che si sono avute nel 2009. Le aziende fanno i conti con una delle crisi più drammatiche degli ultimi trent’anni.
“Sono dati positivi che confermano la grande vitalità della nostra agricoltura. Tuttavia, non è oro tutto quel che riluce. Il settore, nonostante la crescita del valore aggiunto
(più 3,8 per cento nel primo trimestre 2010 rispetto ai precedenti tre mesi del 2009 e più 0,5 per cento nei confronti dello stesso periodo dell’anno passato), continua a vivere
una situazione estremamente difficile, con imprese oberate da onerosi costi produttivi, contributivi e burocratici, dal crollo dei prezzi sui campi, da redditi sempre più falcidiati. La
crescita segnata è un elemento confortante, ma va preso con le dovute cautele. Basti pensare agli aumenti registrati vengono dopo un lungo periodo di continue e preoccupanti flessioni
che non sono state affatto recuperate”. E’quanto sottolineato dal presidente della Cia-Confederazione italiani agricoltori Giuseppe Politi in merito all’andamento del Prodotto interno lordo
(Pil) registrato dall’Istat.
“Indubbiamente, siamo in presenza di un segnale -avverte Politi- che apre un barlume di luce nel fosco panorama dell’agricoltura italiana. Ma da qui a dire che la crisi è superata ce ne
vuole. Il settore continua, infatti, a vivere una delle crisi più difficili degli ultimi trent’anni. Ancora tante questioni attanagliano le aziende, sia sotto il profilo dello sviluppo
che della competitività. E non è un caso che da tempo sollecitiamo misure straordinarie in grado di dare concreti sostegni agli imprenditori e di avviare al più presto un
nuovo progetto di politica agraria che deve scaturire dalla Conferenza nazionale che va svolta entro quest’anno”.
“Il dato positivo del primo trimestre -aggiunge il presidente della Cia- non deve esser un alibi perché il governo debba continuare a non riservare la giusta attenzione al mondo
agricolo. Anzi, crediamo che sia giunto il momento che da parte dell’esecutivo vi sia una reale presa di coscienza della gravità delle questioni che condizionano i produttori vengano,
quindi, predisposti in tempi rapidi interventi mirati per contrastare l’attuale emergenza”.
“Negli ultimi dieci anni -ricorda Politi- circa 500 mila imprese agricole, in particolare quelle che operavano in zone di montagne e svantaggiate, hanno chiuso i battenti. Solo nel 2009
più di 40 mila sono andate fuori mercato. Il rischio è che, se non si adottano precisi provvedimenti, nei prossimi tre-quattro anni, altre 250 mila aziende rischiano di cessare
l’attività”.
“Per questo motivo abbiamo sottolineato a più riprese -rimarca il presidente della Cia- l’esigenza di interventi concreti per ridurre i costi per le imprese. Abbiamo chiesto la
fiscalizzazione degli oneri sociali (la cui proroga scade il prossimo 31 luglio) e l”accisa zero’ sul gasolio sia per le serre che per tutte le aziende agricole. Sono misure indispensabili in
grado di dare una boccata d’ossigeno agli imprenditori che non possono continuare ad operare in una crisi profonda e nella perenne incertezza”.
cia.it
Redazione Newsfood.com+WebTv