A rischio la Privacy dei lavoratori: ancora un passo indietro
1 Ottobre 2007
Il Garante della Privacy ha espresso le sue preoccupazioni su alcuni emendamenti al decreto sulle liberalizzazioni, all’esame del Senato, che annullerebbero le disposizioni del Codice della
Privacy.
Sia l’ex-garante Stefano Rodotà che l’attuale garante Francesco Pizzetti hanno quindi espresso e condiviso apprensione per tali intendimenti che prevedono, per esempio, che le norme
privacy a tutela dei lavoratori e in materia di sicurezza non siano più applicate nelle imprese con meno di 15 dipendenti. Preoccupazione che anche Francesco Pizzetti ha manifestato in
una lettera inviata nei giorni scorsi al Presidente del Consiglio, al Ministro dello sviluppo economico e ai presidenti di Senato e Camera, in cui ha chiesto al Parlamento “di intervenire
subito per impedire un attacco tanto micidiale alla libertà dei cittadini.”
Ricordiamo che Il Garante per la protezione dei dati personali è un’autorità indipendente istituita dalla legge sulla privacy (L. 31 dicembre 1996 n. 675) per assicurare la tutela
dei diritti e delle libertà fondamentali ed il rispetto della dignità nel trattamento dei dati personali.
Secondo Rodotà, infatti, alcuni degli emendamenti presentati “semplificando” gli adempimenti a carico delle imprese in materia di misure di sicurezza nel trattamento dei dati, mettono in
realtà a rischio la privacy dei lavoratori (e non solo).
L’attacco alla legge sulla protezione dei dati personali presenta profili di incostituzionalità
Pochi mesi or sono è stato approvato in prima lettura alla Camera un emendamento (art. 29 del DdL Bersani) che esclude dall’applicazione le norme privacy a tutela dei lavoratori e in
materia di sicurezza per le imprese con meno di 15 dipendenti: secondo Rodotà, dunque, si tratta di un nuovo tentativo di svuotare la legge sulla protezione dei dati personali a danno
dei cittadini e dei lavoratori e a favore delle imprese.
Inoltre, secondo il Garante, l’ art. 29 del DdL Bersani (*) presenta profili di incostituzionalità per “disparità di trattamento” e si pone in contrasto con la normativa europea
che vieta di sottrarre intere categorie dall’applicazione della disciplina sulla protezione dei dati personali.
Infatti per il Garante i nuovi emendamenti presentati in Senato estenderebbero ulteriormente la platea dei soggetti che verrebbero esentati dall’applicazione della normativa in materia di
sicurezza dei dati.
La legge all’esame
La Commissione Industria sta esaminando i nuovi emendamenti Bersani che prevedono, a seguito alle pressioni di forti organizzazioni imprenditoriali, che tutte le imprese siano esonerate dal
predisporre le misure minime di sicurezza a tutela dei dati personali.”
Un grido di allarme dai Garanti al Paese
Dall’obbligo sarebbero, quindi, esonerate non più soltanto le piccole imprese, ma tutte le aziende private operanti nel mercato e i liberi professionisti. Gli altri emendamenti sono poi
volti secondo il Garante “a restringere le categorie di dati sensibili da proteggere, come l’adesione a organizzazioni aventi carattere sindacale, o prevedono l’eliminazione di ogni forma di
tutela per le persone giuridiche (imprese, enti pubblici e privati, partiti, sindacati, organizzazioni religiose, organismi no profit) che renderebbero tra l’altro tali soggetti più
esposti ad atti illeciti o ad attività di dossieraggio e spionaggio.”
Anche Rodotà, lanciando un appello sul web, ha sottolineato che “l’estensione a tutte le aziende è addirittura paradossale, oltre che gravemente lesivo dei diritti dei cittadini.
Basti pensare ai dati, anche sensibili, dei lavoratori dipendenti da queste imprese. Un esempio? Le notizie riguardanti la salute. E’ un micidiale attacco ai diritti fondamentali”..
“Tale esonero – ha continuato Rodotà – determinerà anche un freno alla spinta innovativa di quelle aziende che nella tutela e nel corretto trattamento dei dati personali hanno
trovato uno stimolo per innovare procedure e professionalità e ampliare la propria offerta di servizi.”
Schedatura di enti e le associazioni
“Ancora più grave – ha sottolineato Rodotà – è però che gli stessi emendamenti dispongono l’eliminazione delle tutele per le persone giuridiche, gli enti e le
associazioni. Così disponendo, si autorizza quindi la schedatura delle associazioni con l’effetto di limitare grandemente il diritto alla libertà di associazione, critica e libera
manifestazione del pensiero.
(*) Art. 29 del DdL Bersani – (Esclusione delle piccole imprese da alcuni adempimenti in materia di trattamento di dati personali)
1. Le disposizioni degli articoli 33, 34, 35 e dell’allegato B del codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, non si applicano
alle microimprese e alle piccole imprese sino a quindici addetti che effettuano esclusivamente trattamenti di dati personali per le finalita` elencate all’articolo 24 del medesimo codice,
purché tali trattamenti siano effettuati nell’ambito dell’ordinaria gestione amministrativa e contabile dell’azienda.