FREE REAL TIME DAILY NEWS

A Milano nel 2009 è boom di “sbattezzi”

A Milano nel 2009 è boom di “sbattezzi”

By Redazione

Milano – ”Come pastore mi preoccupo. E soffro dovendo firmare come ho fatto anche stamani, cinque o sei richieste del genere…”. Lo afferma Monsignor
Luigi Manganini
, vicario per la disciplina dei sacramenti della diocesi di Milano, che in un’intervista a ”Il Giornale” si dice amareggiato per
la consistente crescita del fenomeno degli ”sbattezzi”: nel 2008 erano stati in tutto 200, nei primi cinque mesi di quest’anno sono gia’ piu’ di 200 e tutto lascia credere che possano
raddoppiare.

Sbattezzo” e’ un termine improprio, usato da alcune associazioni come l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar) per indicare il gesto
volontario con il quale una persona chiede sia formalizzato l’abbandono della religione di appartenenza. Fenomeno in costante crescita, che risente probabilmente di un clima politico-mediatico
nel quale la Chiesa cattolica e’ rappresentata come ”Chiesa dei no” (questo il titolo di un libro-inchiesta del vaticanista Marco Politi edito da
Mondadori). A Milano non si registrano ancora ”celebrazioni” come quelle che si svolgono nei circoli anarchico-repubblicani della Romagna, dove esiste
una vera e propria ”cerimonia di sbattezzo”, ma la frequenza dei casi preoccupa non poco il cardinale Dionigi Tettamanzi e i suoi piu’ stretti
collaboratori. Era stata l’Uaar nel 1995 a intraprendere un’iniziativa per il riconoscimento legale della volonta’ di non essere piu’ considerati cattolici.

”E’ del tutto fuori luogo parlare di ‘sbattezzo‘ – spiega Manganini al ‘Giornale‘ – dato che il battesimo e’ un
sacramento irreversibile per chi crede, che non puo’ essere cancellato in alcun modo. Di fronte alla richiesta esplicita chi vuole sia attestato il suo abbandono della fede cattolica, la Chiesa
si limita a segnalare questa volonta’ nel registro dov’era stato trascritto l’atto di battesimo”. Il prelato definisce ”inquietante” il considerevole aumento dei casi. La procedura prevede che
la persona interessata compili un modulo con la richiesta e si rivolga al proprio parroco il quale a sua volta invia la comunicazione all’ufficio per la disciplina dei sacramenti della
curia.

”Per prima cosa – aggiunge il vicario del cardinale Tettamanzi – invitiamo il parroco a parlare con la persona che ha chiesto la cancellazione. Se poi questa insiste, cerchiamo di convocarla noi
per un colloquio. Ma non vengono quasi mai. Si tratta infatti solitamente di persone molto determinate. Si prepara allora un documento della curia con il quale si autorizza il parroco che
conserva il registro di battesimo a trascrivere la volonta’ espressa dal soggetto». Nella pagina dov’e’ riportato l’atto di battesimo, si scrive pertanto che la persona «ha
notoriamente abbandonato la fede cattolica”.

L’annotazione non e’ irreversibile, ”c’e’ sempre la possibilita’, e la speranza – dice monsignor Manganini – di un ravvedimento”. Di fatto, quest’atto equivale all’apostasia, e dunque chi si
”sbattezza” e’ automaticamente scomunicato, cioe’ interdetto dai sacramenti e dai funerali in chiesa.

Colpisce anche il dato relativo all’eta’ dei milanesi che chiedono lo ”sbattezzo”: ”Capita che ci sia qualche anziano – rivela il prelato – ma la
maggioranza e’ tra i quaranta e cinquant’anni. Si tratta cioe’ di persone ancora nel pieno della loro vita, che intendono troncare definitivamente e polemicamente la loro appartenenza alla
comunita’ cristiana. Questo obbliga noi cristiani a interrogarci su quale sia la testimonianza che stiamo offrendo ai nostri fratelli, anche perche’ nel caso italiano, l’abbandono del
cattolicesimo non puo’ avere alcuna motivazione economica, come invece accade in Germania, dove chi rinuncia smette di versare una tassa obbligatoria alla propria comunita’ di
appartenenza”.

Adnkronos.com

VISITA LO SHOP ONLINE DI NEWSFOOD