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Vino italiano cresce in Cina by Vinitaly: tavola rotonda con importatori e istituzioni cinesi

Vino italiano cresce in Cina by Vinitaly: tavola rotonda con importatori e istituzioni cinesi

By Giuseppe

A Chengdu, nel corso dell’International Wine & Spirits Show

VINITALY INTERNATIONAL

TAVOLA ROTONDA CON IMPORTATORI E ISTITUZIONI: COORDINAMENTO, COMUNICAZIONE E DIALOGO PER FAR CRESCERE IL VINO ITALIANO IN CINA

Chengdu, 28 marzo 2014 – Coordinamento, comunicazione e dialogo. Con questi tre elementi il vino italiano può cominciare a giocare un ruolo di primo piano in Cina. Al momento la quota del nostro vino nel Gigante asiatico è attorno al 6%. Siamo il quinto esportatore, nettamente indietro ai francesi. La possibilità di passare in doppia cifra non sembra affatto però impresa impossibile.

Il Direttore Generale di Veronafiere
Il Direttore Generale di Veronafiere

È quanto è emerso dalla tavola rotonda con gli importatori di vino italiano e le più importanti istituzioni del nostro Paese presenti sul territorio del gigante asiatico. L’iniziativa – che non ha precedenti in Cina – si è tenuta a Chengdu, nella capitale della distribuzione degli alcolici del Paese del Dragone, all’inizio della settimana dei più autorevoli eventi enoici in Asia: il Fuorisalone e la Fiera di Chengdu (25-28 marzo 2014).

Hanno partecipato l’ambasciatore italiano a Pechino Alberto Bradanini, il primo consigliere economico dell’ambasciata Augusto Massari, il console generale di Chongqing Sergio Maffettone e due rappresentanti della Camera di Commercio Italiana in Cina, Angelo Morano e Antonella Sciarra. Hanno aderito alla tavola rotonda 15 importatori provenienti da cinque metropoli (quattro di prima fascia più Chengdu): Shanghai (Amore Fine Wines, Sinodrink, Hoonay, Emw, Insider e Chuxiao), Guangzhou (VM Fine Wines e Fiabe), Pechino (Venas Vinus e 100ITA), Shenzhen(Kelit, Fiabe) e Chengdu (Two Lions e Vino di Vito).

Il dibattito si è tenuto a Bookworm, la libreria sede di uno dei festival della Letteratura più importanti della Cina. Con la regia Stevie Kim, managing director di Vinitaly International, gli importatori hanno parlato uno a uno, esprimendo i loro pareri e condividendo le loro esperienze fino ad oggi in quello che è sì il più promettente dei mercati al mondo, ma anche altrettanto ostico, complicato e frammentato.

Prima volta che ha portato anche toni accesi tra alcuni dei partecipanti. Nel corso delle due ore di dibattito si è convenuto che il cosiddetto “Sistema Italia” non deve essere solo uno slogan poi non seguito da azioni coordinate e programmate per tempo.
“Il problema”, spiega l’ambasciatore Bradanini, “è che l’Italia in Cina non è vista come uno dei Paesi del vino. Siamo conosciuti per la moda, per il turismo ma quando si parla di vino i cinesi automaticamente pensano alla Francia”.

“Dobbiamo cominciare a creare un’immagine del vino italiano”, afferma Vinicio Eminenti di VM Fines, “Siamo ancora troppo indietro in questo”.
“Sono tante, troppe le iniziative, le collettive, tutte separate e senza alcuna regia”, dice Roberto Rossi di Amore Wines, “Dobbiamo fare in modo che la conoscenza del vino italiano sia allo stesso livello di quello francese”.

Con un’unica voce si è chiesto che siano pochi e chiari gli attori che rappresentino il vino italiano. “L’ambasciata, auspicano gli importatori, con il supporto di Vinitaly può segnare

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veramente la svolta”, dichiara Giordano Zizzi di Venas Vinus, “Qui a Chengdu siamo uniti finalmente e possiamo fare la differenza”.
Nel corso dell’incontro si sono toccati anche i temi dell’e-commerce e della calendarizzazione degli eventi in cui l’Italia – tramite importatori e produttori – dovrebbe partecipare. Il dopo Chengdu del vino italiano dovrà andare verso una maggiore comunicazione tra gli attori chiave al fine di promuovere e soprattutto vendere il vino italiano.

Quali saranno quindi le prossime tappe concrete? Il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani e la managing director di Vinitaly International Stevie Kim, hanno proposto due iniziative, i cui risultati si potranno vedere da qui a breve: una online con la nascita di un gruppo Wechat (l’applicazione social media più popolare in Cina ) che unisca tutti gli importatori dal punto di vista di maggiori informazioni) e la pagina Weibo (il Facebook cinese) di Vinitaly International come collettore delle iniziative del vino italiano in Cina; l’altra iniziativa sarà rappresentata da Sial Cina – che si terrà a Shanghai dal 13 al 15 maggio – dove Vinitaly avrà uno spazio dedicato alle masterclass e vedrà il coinvolgimento a pieno degli importatori.

Piccoli passi ma che vanno in un’unica direzione: crescere la conoscenza del vino italiano, condicio sine qua non per arrivare a vendere sempre più il nostro vino in Cina.

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Redazione Newsfood.com

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