Verbania: “Il Prato in fondo al Lago” promuove la fauna ittica del Lago Maggiore

31 Agosto 2010
Con ‘Il Prato in fondo al Lago‘ Verbania dedica un’intera giornata (sabato 4 settembre ’10) alla promozione del patrimonio ittico del Lago Maggiore: una risorsa da tutelare e
valorizzare sia sotto il profilo scientifico-ambientale, commerciale-economico che turistico-gastronomico.
Promossa dalla Provincia del Verbano Cusio Ossola grazie ai finanziamenti ottenuti sul bando del Fondo Europeo per la Pesca con il sostegno del Ministero delle Politiche Agricole e della
Regione Piemonte e in collaborazione con il Comune di Verbania, le Province di Novara, Varese e Vercelli, il CNR – Istituto Studio Ecosistemi e la locale condotta di Slow Food, la
manifestazione prevede diversi momenti in cui approfondire più tematiche relative all’esercizio della pesca lacuale e all’utilizzo culinario dei suoi prodotti.
“L’obiettivo – dichiara l’Assessore alla Tutela Faunistica Alberto Preioni – è sollecitare la reintroduzione nelle abitudini di consumo delle popolazioni rivierasche di specie ittiche
locali, anche di quelle oggi meno diffuse sulle nostre tavole, e il loro utilizzo nella creazioni di menu ‘a chilometri zero’. Proposte gastronomiche volte alla rivisitazione dei piatti
della tradizione e frutto della creatività dei nostri cuochi: una carta vincente in più da giocare sul tavolo dell’attrattiva turistica. Tutto questo a fronte di parametri che
garantiscano la sicurezza alimentare del pescato, risultato di una filiera corta dall’elevata tracciabilità”.
“Questa manifestazione è inoltre intesa come un momento di confronto per valutare la possibilità di impiantare sulle sponde dei nostri laghi iniziative di ripopolamento ittico,
anche attraverso imprese di itticoltura, che ancora da noi non esistono ma sono progetti da incentivare. Questo affinché i ristoratori possano disporre di quella materia prima che
potrebbe diventare protagonista di un Presidio di Slow Food e giungere a fregiarsi di una DOP” fa sapere il Presidente Massimo Nobili.
La giornata verbanese del 4 settembre si apre alle 9,00 con il mercato del pesce di lago, a cura dell’Associazione Generale Cooperative Italiane – Settore Agro Ittico Alimentare, in Piazza
Castello a Intra, con banchetti dei pescatori presenti fino alle 12,00.
Dalle 9,30 Villa Giulia a Pallanza ospita un convegno scientifico accompagnato da immagini, pubblicazioni e ricette, per fare il punto sulla realtà attuale della pesca di lago, le
prospettive per la sua valorizzazione e con le ‘istruzioni per l’uso’ per un consumo consapevole. Conclusione prevista attorno alle 13,00 con un assaggio di specialità di lago
abbinate ai vini delle Colline Novaresi.
Sempre dalle 9,30 fino alle 12,30 e poi ancora dalle 15,00 alle 18,00 visite gratuite e guidate al Museo del Paesaggio, tra le cui collezioni si annoverano ricche testimonianze riconducibile
alla cultura materiale della pesca lacuale (www.museodelpaesaggio.it), all’Acquamondo a Cossogno (www.parcovalgrande.it), alla Casa del Lago a Intra (www.lacasadellago.it), agli incubatoi in
località Cave di Oltrefiume a Baveno e al Piazzale della Cartiera di Possaccio, in un’azienda che produce specie ittiche da ripopolamento in località Pra del Fico a Ornavasso
(www.ossolana-acque.net ).
‘Il Prato in fondo al Lago’ si propone anche come ghiotta occasione in cui conoscere attraverso degustazioni appetitose e gratuite, fino ad esaurimento scorte, la versatilità
culinaria dei pesci del Lago Maggiore. Dalle 11,00 alle 13,00 sempre in Piazza Castello ad Intra i Pescatori de La Riva propongono ‘rivette in salse lacustri e monelle ai filetti
assortiti’. In Piazza Garibaldi a Pallanza dalle 17,00 alle 19,30 l’Associazione Insieme per Sant’Anna si cimenta con la ‘frittura di coregone e gardon’. Dalle 18,30 alle 20,00, sempre nei
pressi del municipio di Pallanza, I Pacian da Intra distribuiscono assaggi di risotto ai pesci di lago, dalle 17,00 alle 19,30 sul lungolago di Suna l’Associazione Sunaalegar carpione di
coregone e tinca.
Il programma de ‘Il Prato in Fondo al Lago’ offre anche la possibilità di salpare le acque del Verbano a bordo dello storico piroscafo ‘Piemonte’. Una minicrociera della durata
di un paio d’ore con partenza alle 14,00 dall’imbarcadero di Intra riservata ai primi duecento che si saranno prenotati.
Sempre nella giornata di sabato 4 settembre con la regia della Condotta di Slow Food Lago Maggiore e Verbano, di scena cene con piatti speciali a base di pesce di lago in alcuni ristoranti
rivieraschi, tra Stresa e Cannobio (si veda http://www.slowfoodlagomaggiore.blogspot.com).
La pesca professionale sul Lago Maggiore conta oggi circa sessanta addetti (fino a una quarantina di anni fa erano alcune centinaia). Le ragioni che negli ultimi decenni hanno spinto al
progressivo abbandono di questa attività sono molteplici. Le principali sono riferibili a fattori di mercato e preferenze del consumatore. Tra le prime un sistema produttivo
dell’alimento pesce che sempre più si basa su allevamenti, anche di grandi dimensioni, delle specie più ricercate dal largo consumo (branzini, orate, molluschi, crostacei). Negli
ultimi anni si è poi aggiunta la commercializzazione, in particolare da parte delle grandi catene di distribuzione, di prodotti di allevamenti estensivi situati al di fuori dai confini
Europei.
I metodi di cattura, i processi di trasformazione, i canali distributivi gestiti in maniera efficiente, nonché la totale preferenza culinaria dei pesci di mare rispetto a quelli d’acqua
dolce, hanno determinato un consumo del pesce di lago solo occasionale, ad esempio con l’uscita al ristorante, con la sua scomparsa o quasi dal repertorio alimentare quotidiano.
Per mettere in moto una ripresa della pesca professionale nelle acque del Verbano, si dovrebbe puntare alla valorizzazione del prodotto finito, sostenendo la gestione in loco di una filiera che
combini tradizione ed alta tecnologia alimentare. Il valore aggiunto dato al prodotto da una filiera commerciale-ristorativa-turistica dovrebbe consentire all’attività anche un
necessario ricambio generazionale. Sicuramente il Fondo Europeo Pesca può rappresentare un aiuto come per esempio lo sono gli incentivi dati all’agricoltura dal Programma di Sviluppo
Rurale, con la giusta informazione e divulgazione territoriale delle opportunità offerte dal Fondo.
La tracciabilità del pesce di locale è poi un altro elemento di valore, su cui puntare, soprattutto in una situazione di mercato in cui si fa largo il pescato proveniente da
luoghi lontani, dove è complesso esercitare un’azione di controllo, come il Sud Est Pacifico. Prodotti che per raggiungere le nostre tavole compiono migliaia e migliaia di chilometri,
scontrandosi con tutte i principi dell’ecosostenibilità e rispettando la sola logica del prezzo.
Le principali specie ittiche presenti nelle acque del Lago Maggiore e con vocazione all’impiego gastronomico sono: il persico, il coregone lavarello e il coregone bondella, la trota lacustre,
il lucioperca, il luccio, la tinca e il gardon. Tali pesci si prestano a svariate preparazioni culinarie come antipasti crudi, cotti e in carpione; condimenti per primi piatti, farciture di
paste fresche, fino ad arrivare alle innumerevoli versioni di filetti e tranci cotti al vapore, alla piastra, alla griglia dei secondi piatti, che danno un’impronta di tipicità alle
carte dei ristoranti rivieraschi.
Redazione Newsfood.com+WebTv