FREE REAL TIME DAILY NEWS

Torino: Rimarranno chiuse per quasi un mese le aziende Fiat sul territorio italiano

By Redazione

Torino – Sono chiuse per quasi un mese le fabbriche italiane della Fiat. Da Mirafiori a Termini Imerese i lavoratori sono in cassa integrazione fino a lunedì 12 gennaio.

Il provvedimento interessa complessivamente 59.000 lavoratori secondo la Cgil, 48.000 per l’azienda. In particolare, sono in cassa integrazione (dati Cgil) 5.400 dipendenti di
Mirafiori, 3.200 di Cassino, 1.480 di Termini Imerese, 5.600 di di Melfi, 5.300 di Pomigliano, 7.000 della Sevel, 5.100 dell’Iveco, 7.500 della powertrain, 1.800 della Fma di Pratola
Serra, 11.000 della Magneti Marelli e della Ergom.

Lo specchio della crisi è Mirafiori e la Fiat Auto, ma il vero fulcro è la componentistica: sono circa 200.000 in Italia, oggi, i lavoratori in cassa integrazione. A
fornire il dato è la Fiom di Torino, secondo la quale per ogni lavoratore degli stabilimenti Fiat ce ne sono quattro nelle aziende della componentistica auto.

“Per la prima volta – afferma il segretario generale della Fiom torinese, Giorgio Airaudo – sono contemporaneamente in crisi auto, veicoli commerciali, camion e macchine movimento
terra. E, sempre per la prima volta, non è in crisi solo un produttore ma tutti i produttori europei, che chiudono da un minimo di 2 settimane a un massimo di sei. Questa volta
la crisi Fiat non viene compensata dal fatto che le aziende si sono diversificate e hanno clienti diversi”. A Torino i lavoratori Fiat in cassa integrazione sono 10.000, ma il
provvedimento riguarda oltre 40.000 addetti di quasi 600 aziende.

“Serve un forte intervento pubblico – sottolinea Airaudo – e, in questo senso, va bene la proposta del sindaco Chiamparino di commesse pubbliche di bus a metano. E’ però anche
necessario un vincolo di prospettiva che impedisca che un eventuale matrimonio si porti via in dote fuori dall’Italia stabilimenti e know how della Fiat. Per fare questo dobbiamo
candidarci a produrre auto a basso impatto ambientale e a zero emissioni”.

“La situazione è un vero disastro – afferma Roberto Di Maulo, segretario generale della Fismic – e ovunque i governi stanno mettendo in campo interventi a sostegno del settore.
Mi sembra irrazionale non farlo in Italia, anche perché si tratta di un’industria ormai globalizzata. Le risorse non devono andare sul versante della cassa integrazione
perché in quel caso servono più alle medie e piccole imprese, ma su quello dell’innovazione tecnologica”.

La Uilm ritiene che il numero dei lavoratori dell’indotto auto interessati non sia così alto perché non in tutta Italia oggi il rapporto è quattro addetti per ogni
dipendente Fiat. Il segretario generale, Antonino Regazzi, parla di “numeri al lotto sulla crisi”, ma riconosce che “la situazione è grave”. “Bisogna avere chiaro – afferma – che
soldi dello Stato sull’auto non sono buttati via, ma è un sostegno all’occupazione e al Pil del Paese. La crescita della Fiat tra il 2006 e il 2007 ha portato a un aumento dello
0,5% del Pil. Gli interventi possono essere di varia natura, a favore degli acquisti o a sostegno dell’innovazione”.

“Da oggi inizia uno dei periodi più difficili per i lavoratori del Gruppo Fiat e per quelli che operano nell’indotto: si annuncia un Natale piuttosto magro visto il massiccio
ricorso alla cassa integrazione che sta falcidiando stipendi e tredicesime già al di sotto del costo della vita”, commenta il segretario nazionale dell’Ugl Metalmeccanici,
Giovanni Centrella, che ribadisce la richiesta al governo “di individuare quanto prima possibile un piano a sostegno del mercato dell’auto”.

Domani a Torino ci sarà il primo incontro per il contratto integrativo aziendale, ma a questo punto il timore dei sindacati é che il confronto che avrebbe dovuto
riguardare l’aumento salariale si sposti sul fronte occupazionale e del futuro della Fiat.

Nello stabilimento Fiat di Mirafiori la cassa integrazione durerà una settimana in più del previsto. I lavoratori rientreranno in fabbrica lunedì 19 gennaio,
anziché il 12. Lo si apprende da fonti sindacali.

Ansa.it per NEWSFOOD.com

VISITA LO SHOP ONLINE DI NEWSFOOD