Tony May, dagli U.S.A., cosa pensi di questa avventura di Oscar Farinetti con Eataly a New York?

2 Settembre 2010
Intervista di Giuseppe Danielli a Tony May via internet… da New York
Da: “Tony May”
Data: 02 settembre 2010 11:28:57 GMT+02:00
Oggetto: Eataly a New York
1) Tony May, da cinquant’anni sei a New York e conosci i gusti degli americani, cosa pensi di questa avventura di Eataly?
Tony May:
Un’idea geniale, aggressivamente Italiana e necessaria per un riposizionamento dell’immagine dell’agroalimentare e della ristorazione Italiana negli Stati Uniti.
Oscar Farinetti Idea to create Eataly is Genial. It is an idea aggressively Italian and necessary at this time to reposition the image of italian Food and Wine products as well the tarnished image of the Italian restaurants in America.
2) Oscar Farinetti porta il Made in Italy ma cerca di valorizzare anche le produzioni della campagna locale, cosa ne pensi?
Tony May:
Promuovere il meglio del prodotto agroalimentare, iniziando dai prodotti artigianali, è un inizio importante e logico per il posizionamento dell’autenticità e dell’Italianità
di Eataly.
To promote italian Food and Wine products in North America is important to present the best of our products. It is an important beginning to position the authenticity of italian food and Wine and
of Eataly
3) Promuovere e far conoscere il vero Made in Italy nel mondo non è facile ed i prodotti taroccati invadono tutti i mercati,
Tony May:
La migliore difesa contro le imitazioni è “Education!”
Eataly non è solo un grande supermercato, ma anche un veicolo Educativo per il pubblico Americano.
Eataly è una iniziativa alla quale la ristorazione Italiana deve dare il suo massimo riconoscimento e supporto.
The best defense of the widespread imitations of Italian Food and Wine products in America is EDUCATION. Eataly is not only a great supermarket, it also a learning tool to educate the consumer. Eataly is an initiative that we need to recognize an support with words and deeds in our restaurant and with our customers.
4) Nel tuo nuovo locale SD26 che si affaccia sulla Madison Square Park non c’è più un menu classico con antipasti, primi, secondi ma …carne, verdura, pasta. Ce ne vuoi parlare?
Tony May:
Nella ristorazione bisogna continuamente cercare l’innovazione ed di interpretare le tendenze del consumer.
Nel presentare il menu nel nuovo SD26 (San Domenico sulla 26) c’è il desiderio di interpretare come e cosa il pubblico vuole mangiare, e di poter facilmente leggere e selezionare piatti diversi e di potere selezionare porzioni piccole o grandi e assaggire più di un piatto. La esperieza al ristorante non è solo l’atto di nutrirsi, ma anche una esperienza gustativa e culturale. Io credo che SD26 sia riuscito nel suo intento.
In the restaurant business we need to continuosly innovate to meet an ever changing consumer tendencies, dictated by new trends an lifestyle.
Our menu at the new SD26 has attempted to meet the new consumer lifestyle, a consumer that wants to go to the restaurant. Have new experiences, enjoy the theater that is the restaurant, have great food and pay the right price, what we call “perceived value”
To go a restaurant today is not only to satisfy a nutritional need, but the consumer also wants a Culinary and cultural experience.
I believe SD26 has met the consumer wishes and demands.
5) Tony, cvhi sei? Chi è Tony May?
Tony May:
Forse è meglio se vai ai seguenti siti per sapere sul mio lavoro negli ultimi 40 anni.
I do not believe this part needs any translation.
Warm regards Tony May:
http://www.sd26ny.com
http://www.italianculinaryfoundation.com
http://www.gruppo.com
Mi auguro che quanto sopra sia di tuo interesse per i tuoi lettori.
Tony May
SD26 Restaurant & Wine Bar
19 East 26th St. Madison Square Park
New York, NY, 10010
Telefono:
212-265-5959
First class modern Italian cuisine in a special, seductive setting from legendary father-daughter restauranteurs Tony & Marisa May
About Tony May e qualche ricordo di un incontro fatto a Vinitaly 2010
(Tony May è stato anche un grande amico di Giorgio Mistretta ed ha scritto la prefazione del suo libro “Ricette antiche, moderni sapori”, edito postumo, dalla Editrice Taro)Tony May è uno di quelli che a New York ce l’ha fatta, è partito da Torre del Greco a 26 anni -si chiamava Antonio Magliuolo-, ed ora è uno stimato e noto imprenditore della
ristorazione italiana con un locale tra i più conosciuti nella Big Apple.
Il suo locale, il “San Domenico” era al numero 240 di Central Park South fino al 2008 e poi ha traslocato sulla 19 East 26th Street, di fronte al Madison Square Park.
Sull’insegna del palazzo a tre piani campeggia la scritta “SD26” e sul tappeto rosso sfilano i buongustai della City.
Non è certo facile gestire un ristorante a tre piani ma la difficoltà maggiore è quella di accontentare sempre i clienti e prevenirne i gusti, stando attenti alle tendenze ed
ai capricci del mondo enogastronomico. Ma Tony May, dopo quarant’anni di ristorazione ad alto livello, sa cosa vogliono i buongustai e li coccola con i piatti più appetitosi, sempre
attento però al giusto rapporto qualità/prezzo.
La qualità percepita deve essere il più possibile vicina alla qualità reale nel suo complesso. Solo così il cliente soddisfatto, non solo, torna ma sarà il
più bel biglietto da visita del locale e porterà altri amici.
Manhattan 1963, inizia a fare il cameriere e dopo quattro anni è già direttore del ristorante.
Dopo 10 anni ne rileva addirittura la proprietà. Nel 1986 apre un secondo locale, il “Palio”, e poi il “San Domenico”,
Nel 1997 inaugura nelle Twin Tower due altri ristoranti: il “Gemelli” e il “PastaBreak” ( i dipendenti fortunatamente uscirono incolumi dal disastro.Oggi con Tony c’è la figlia Marisa, Laureata alla New York University, ma ha iniziato impastando la farina per il pane e oggi è general manager.
Abbiamo incontrato Tony May, a Vinitaly 2010 con Peppe Zullo nello stand della Puglia (cercava il grano arso):-“Gli italiani hanno una predisposizione naturale per il gusto: un piatto fatto da un
cuoco italiano è diverso da uno fatto da un americano o di altra nazionalità. Per questo è importante scegliere le migliori materie prime ma anche il miglior personale
possibile per il proprio ristorante.”
E continua:-“Vengo spesso in Italia per incontrare i fornitori, confrontarmi con i colleghi e scegliere le materie prime per la mia cucina.”
Da una cucina d’elite per capi di stato, manager, miliardari Tony è passato ad una cucina più sobria .
l’11 settembre ha cambiato New York, ha cambiato l’America ed il mondo intero.
“Il cliente tipo del ristorante è cambiato. Sono cambiate le esigenze e quindi anche il mondo della ristorazione deve adeguarsi.
L’avventura del “SD26” è giovane e stimolante dove anche i prezzi sono più accessibili per soddisfare anche un pubblico più fresco.
E c’è una novità nella presentazione del menu. Tony May:-“Abbiamo un differente menù, non il solito tradizionale dove c’è l’antipasto, i primi, i secondi ed i dolci ma
ora la suddivisione è cambiata: la verdura, la carne, il pesce. In questo modo il cliente può ordinare in tutta libertà, secondo i suoi gusti. Ed il vino lo si ordina tramite
un terminale.
E conclude Tony May:-“Quando sono partito da Torre del Greco avevo solo tre possibilità: lavorare il corallo, imbarcarmi o emigrare. Penso d’aver fatto la scelta giusta”.Lo pensiamo anche noi e siamo fieri dei nostri emigranti che hanno fatto fortuna.
L’ultimo che abbiamo conosciuto, e del quale abbiamo parlato proprio in questi giorni, è uno Chef, Antonino Messina.
A sedici anni faceva il cavatore di Marmo, a 22 è entrato nelle cucine di Gualtiero Marchesi. Ora dopo 10 anni di gavetta “emigra” in Svizzera dove dal 1°settembre 2010 è al
comando del suo primo ristorante.
Giuseppe Danielli
Newsfood.com