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SEMPLIFICAZIONI PER RECUPERARE EDIFICI DEGRADATI

SEMPLIFICAZIONI PER RECUPERARE EDIFICI DEGRADATI

By Giuseppe

 

 

SEMPLIFICAZIONI PER RECUPERARE EDIFICI DEGRADATI

Sono 2 milioni in Italia gli immobili abbandonati e degradati, prevalentemente ubicati nelle campagne, molti in posizioni panoramiche privilegiate, come casolari, baite, ville rustiche, antiche magioni, rocche, case cantoniere…

 

SEMPLIFICAZIONI PER RECUPERARE EDIFICI DEGRADATI

Articolo su QN GIORNO del 6 agosto 2022

di Achille Colombo Clerici

Una ricerca del Cescat-Centro Studi Casa Ambiente e Territorio di Assoedilizia indica in oltre 2 milioni in Italia gli immobili abbandonati e degradati, prevalentemente ubicati nelle campagne, molti in posizioni panoramiche privilegiate, come casolari, baite, ville rustiche, antiche magioni, rocche, case cantoniere; ma anche compresi in aree urbane residenziali o ex industriali dismesse. Solo a Milano, per citare, si contano circa 8.500.000 mq di aree da recuperare (industriali, ferroviarie, etc.). La ricerca ha qualche anno, ma la situazione è rimasta sostanzialmente immutata nonostante i bonus edilizi profusi dallo Stato a piene mani. Per Confedilizia, che ha elaborato i dati resi noti dall’Agenzia delle Entrate, gli immobili cosiddetti “collabenti” nel 2021 sono cresciuti del 3,3% rispetto al 2020 e sono più che raddoppiati rispetto al 2011, anno pre-Imu (+113,61%).

L’”Italia che si sgretola”, ha efficacemente titolato un quotidiano. Varie le cause: diverse e lontane nel tempo. Innanzitutto la vetustà del patrimonio edilizio nazionale: il 16,6% del totale, è stato costruito prima del 1919, e ben il 62% prima del 1981, anno che possiamo indicare quale inizio dell’edificazione contemporanea. Hanno poi notevolmente influito fenomeni socio-economici quali l’abbandono delle campagne e dei borghi collinari e montani, l’inurbamento, le migrazioni interne e straniere, i processi di innovazione tecnologica, di ristrutturazione industriale e di terziarizzazione.

I Comuni e gli enti pubblici sono stati costretti molto spesso ad “inseguire” gli insediamenti generati dall’iniziativa privata, con grande dispendio e dispersione di risorse territoriali e finanziarie, nonché scarsi risultati sul piano di un razionale sviluppo urbano.

Fonte: Assoedilizia per Newsfood.com

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