Rose Purezza e Passione nell’Arte dal 400 ad oggi

29 Giugno 2009
Mistica e carnale, simbolo della Passione ma complice di ben altre passioni. Attributo di Venere così come della Vergine Maria. Se abbinata a Santa Rita ricorda un grande miracolo, ma per
i veneziani è semplicemente il “bocolo”, strumento per innamorati un po’ sognatori. Ha dato il nome alla pia tradizione del Rosario ma per Carlo Magno era un fiore tanto bello e perfetto
da decretarne ufficialmente la coltivazione nei giardini di tutto il suo Impero.
Tutti, almeno una volta nella vita, l’abbiamo offerta, o ricevuta, rigorosamente rossa, si trattasse di dichiarare la nascita di un amore o di riprenderne le fila dopo un qualche incidente di
percorso. È un simbolo così forte di bellezza ed eternità che non pochi grandi uomini e meravigliose donne l’hanno tanto amata da volerle dare i loro nomi e cognomi. È
lei, la rosa, non a caso “la Regina di tutti i fiori”. Dal 28 giugno e sino alle brume autunnali il culto della rosa avrà un suo tempio: il Filatoio Rosso di Caraglio, luogo di
singolarissima malia, la “casa delle seta” che sembra uscita dalla fantasia di un cartonista hollywoodiano e che invece da tre secoli domina l’ingresso della Val Grana , una delle meravigliose
valli che portano l’estremo cuneese a lambire il Parc Natural de Mercantour, nella contigua Francia.
Di mostre dedicate alla rosa nel mondo se ne propongono oltre 20 mila ogni anno ma nessuna potrà mai essere come quella di Caraglio. Qui infatti la rosa trionferà non come piccolo
arbusto da inserire nel proprio giardino ma come oggetto-soggetto della grande arte e delle arti cosiddette applicate, in un sontuoso, fantastico excursus che partirà dal tardo Medio Evo
per confluire all’oggi. Avremo rose dipinte, scolpite, trasformate in gioielli o in vetrate, persino in poltrone, rose protagoniste di pale d’altare, di quadri intimamente devozionali, di
allegorie e baccanali, soggetto di pannelli decorativi per privatissimi boudoir, ma anche di piatti, servizi da té, argenterie preziose, stoffe. Andreina d’Agliano e Alberto Cottino,
curatori della grande mostra, hanno dovuto scegliere precise linee di lavoro: il tema della rosa nell’arte è talmente vasto da rischiare di ridurlo a genericità.
Di qui la scelta di individuare precisi ambiti di ricerca, corredandoli con opere di altissima qualità, veramente emblematiche del tema di sezione in sezione individuato. Determinante, per
garantire il livello davvero altissimo alla mostra, è stata la collaborazione “nel nome della rosa” di molti tra i maggiori musei italiani e non solo. Il percorso segue un ordine tematico
e cronologico. Si parte dal tema della “Rosa Mistica” ricordando come la rosa del Paradiso Terrestre fosse senza spine, cresciute solo dopo la cacciata di Adamo. Se il colore rosso ricorda il
sangue di Cristo, i cinque petali e le spine richiamano la sua Passione e morte. Senza spine è la rosa bianca che rappresenta la purezza virginea della Madre di Dio.
Ma, nella tradizione ebraica, la stessa rosa, bianca e senza spine, arrossisce di vergogna e mette gli aculei dopo aver assistito alla disobbedienza di Adamo. Dalla rosa mistica alla rosa
profana. Ed ecco il fiore accompagnare il ritratto di dame, simbolo della vanità e della bellezza, a richiamare Venere e Amore, talvolta fiore singolo tenuto in mano, più spesso
profluvio di fiori, tanto da dare alla rosa e non alla dama il vero ruolo di protagonista. La rosa è sempre stata caricata di significati allegorici ed eccola come Flora o come simbolo
della caducità della bellezza. Ambivalente fiore: la rosa è rinascita, sbocciare di nuove forze e memento dell’ineluttabilità della morte, dell’Amor Sacro e dell’Amor
Profano, come nell’omonima opera di Tiziano. Ma l’esplosione della rosa, la “rosamania” collettiva risale all’Ottocento ed è vera, piacevole epidemia: naturale che la pittura, ma anche le
arti decorative ne siano influenzate, con esiti spesso altissimi.
Si amano i fiori e si indaga il loro linguaggio simbolico, fattori, entrambi, che portano ad un aumento dell’elemento floreale sia nei mobili sia nelle arti applicate. In pittura la rosa viene
associata alla passione giungendo, verso il finire dell’Ottocento, ad una pittura che suscita visioni oniriche animate di enigmi e mistero, con un simbolismo estetizzante che si avvale di
elementi decorativi naturalistici e floreali, di rose in particolare. Un capitolo della mostra è dedicato, non a caso, all’art nouveau che, come il successivo dèco affonda le radici
in un naturalismo che ha nei fiori prototipi amatissimi Lo si evidenzia nelle arti applicate dove l’attenzione al magnifico fiore non mostra cedimenti continuando anche oggi ad influenzare
designers e stilisti. Tutto per la gioia degli infiniti adepti del meraviglioso, coinvolgente, eterno culto del più bel fiore del mondo.
Rose. Purezza e Passione nell’Arte dal 400 ad oggi
Caraglio, Il Filatoio (via Matteotti, 40 – 12023 Caraglio)
28 giugno – 25 ottobre 2009
Orari:
dal 28 giugno al 30 agosto
da giovedì a sabato 17.00-22.00
domenica e festivi 10.00-14.00 – 17.00-22.00
dal 3 settembre al 25 ottobre
da giovedì a sabato 14.30-19.00
domenica e festivi 10.00-19.00
Ingresso:
biglietto intero € 7,00
biglietto ridotto € 4,00
(7-14 anni; maggiori 65 anni; soci Marcovaldo; soci ACLI; Unitre Savigliano e Racconigi; docenti di Lettere, Architettura e Belle Arti; possessori Conti Correnti Genius e Re-Play di UniCredit
Banca, soci Touring Club)
ingresso gratuito: fino a 6 anni, giornalisti , residenti in Caraglio (domenica mattina), possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte in corso di validità, possessori di Tessera Artea.