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Renato Marcialis: Cultura per il cibo e per la fotografia

Renato Marcialis: Cultura per il cibo e per la fotografia

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Tra il 20 e il 22 maggio ci sarà da festeggiare: Renato Marcialis – il più noto food photographer italiano – compie i suoi primi 60 anni e per farlo ha preparato una festa unica nel suo genere. Non è dato sapere se ci saranno torte immortalate dalla sua nota “luce pennellata”, ma siamo sicuri che saranno esposte 60 opere tratte dal suo “Caravaggio in Cucina”, progetto fotografico in continua evoluzione nel quale, grazie alla tecnica del “light painting”, l’artista disegna con luce caravaggesca – appunto – i volumi di alimenti, frutta ed ortaggi, dando vita a vere e proprie immagini pittoriche.

Le opere di Renato Marcialis hanno fatto il giro del mondo e percorso tutta l’Italia in oltre 30 mostre. Ma la peculiarità di questa festa è data dal suo luogo di svolgimento: lo Studio Marcialis (Via Watt 10, Milano), la casa di quelle foto, luogo in cui sono nate e soprattutto antro di Caravaggio, per la prima volta aperto al suo pubblico.

Colpisce subito, parlando con Marcialis, il rispetto e la cultura che l’artista nutre nei confronti del cibo: “Bisogna avere rispetto dei propri soggetti, si è portati a pensare che sia normale creare un rapporto di rispetto reciproco con il proprio modello o la propria modella nella fotografia di beauty, perché quindi non dovrebbe essere lo stesso nella food photography? Ho pieno rispetto dei soggetti che fotografo perché si tratta di frutta e verdura di primissima qualità che coltivo personalmente nel mio orto. Il mio lavoro quindi non è solo quello di rendere loro giustizia in foto, ma ne seguo un percorso di crescita se così si può dire.

Composizione n°7
Composizione n°7

Autore di scatti affascinanti e originali e con quarant’anni di esperienza nella fotografia enogastronomica, Marcialis ha collaborato alla realizzazione di circa cento libri, ricettari e cataloghi. Il progetto “Caravaggio in Cucina” è nato quasi per caso dalle sue sperimentazioni sulla luce, anima delle sue opere: “La luce è elemento essenziale in questo progetto, io gioco con la luce, la manipolo per ottenere il risultato che ho in mente. Oggi c’è un certo piattume in tal senso, molti si affidano alla luce naturale con il rischio di creare riprese simili, ma per me la luce di Caravaggio in Cucina è magica, mi consente di focalizzare tutta l’attenzione su quell’elemento primo, una verza o una melanzana che sia, comunque unico protagonista dell’opera.”

Ma quale percorso ha portato Renato Marcialis dove si trova oggi? “Studio e passione. E tanta esperienza. Era il 1986 quando ho aperto il mio primo studio e in quegli anni ho fotografato di tutto: dalla moda, al reportage, dallo still-life alle riprese industriali. Nel 1992, poi, ritenendo che la specializzazione fosse la via da seguire ho deciso di eliminare tutti i clienti non inerenti al food. Da allora collaboro solo con aziende alimentari realizzando i loro cataloghi, i ricettari, i packaging, le campagne stampa e le affissioni.

Ma, in conclusione – gli chiediamo – si è sviluppata in Italia una cultura adeguata rispetto alla fotografia di food? “Penso ci sia più cultura sulla gastronomia in genere che sulla fotografia di gastronomia. Si parla tanto ci cucina e  di buon cibo in modo professionale, ma i tanti food blogger che pullulano in rete – chi più preparato chi meno – hanno fatto erroneamente pensare che si tratti di una branca in cui si può improvvisare e questo non è vero e la differenza nei risultati è palpabile. Andare in un ristorante a fotografare il piatto che sto per mangiare non fa di me un food photographer, come giocare a pallone con amici non fa di me un calciatore… neanche se segno!”

Chiara Danielli
Redazione Newsfood.com

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