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Regaliamo il Sale Italiano di qualità e importiamo sale a prezzi assurdi!

Regaliamo il Sale Italiano di qualità e importiamo sale a prezzi assurdi!

By Giuseppe

Tutta la verità sul sale italiano migliore

Il sale italiano non ha nulla da invidiare ai cosiddetti “sali gourmet”, come il saledell’Himalaya, il sale grigio dell’Atlantico o il sale nero delle … NEWSFOOD.com

SALE ALIMENTARE :   L’ITALIA HA NORME DI QUALITA’ PIU’ SALUTARI PER IL  CONSUMATORE

IMPORTIAMO SALI CON CONTENUTI PIU’ LIBERI A PREZZI STRATOSFERICI

PER IL SALE BIO E PER LA DEFINIZIONE DI NORME DI COMMERCIO INTERNAZIONALE  OCCORRE UN URGENTE INTERVENTO DEL MINISTRO DELL’AGRICOLTURA ITALIANA

 

Come spesso accade – forse un po’ troppe volte per quanto concerne il cibo, il vino, gli alimenti – l’Italia è il paese con le normative a tutela del consumatore, ed anche verso gli imprenditori-produttori, più restrittive, più aderenti alla sanità pubblica, più conformi alla qualità e salubrità per il consumatore finale.

Moltissimi disciplinari di produzione di vini e alimenti (soprattutto formaggi) contengono nome, controlli, regole ben superiori e più restrittive delle norme previste dal commercio mondiale, degli accordi bilaterali, della stessa normativa generale europea della Unione e della Organizzazione della Sanità.

La normativa italiana, in generale, per i prodotti Dop-Igp-Stg è molto dettagliata, sempre a tutela della salute pubblica ed è stata spesso dimostrata. Fra questi “alimenti” super controllati anche il sale alimentare, il sale da cucina di ex disposizione del Monopolio di Stato, oggi ad appannaggio di concessioni a privati, ma con norme molto rigide.

A novembre 2018 sono stati chiusi dei tavoli di discussione a livello mondiale sulle regole produttive, ma purtroppo l’Italia non era rappresentata. C’era l’Unione Europea, ma con che veste? Con quale norme nazionali di riferimento? Con quale indirizzo?

Il ministero coinvolto in primis è quello dell’Agricoltura-Alimentazione sia per le disposizioni Bio che per la naturalità del bene agricolo, che però sta ancora indagando sul sistema-filiera  “SALE ALIMENTARE”. La normativa italiana è molto chiara: il dm nr 106 del 31 gennaio 1997 definisce che il sale alimentare (3.1) deve contenere non meno del 97% in sostanza secca di cloruro di sodio e non più dello 0,5% di sostanze insolubili in acqua, cioè residuo materiale, e non più dello 0,3% di sostanza varie insolubili in acido cloridrico.

Infine e soprattutto, non devono essere presenti quantità pericolose per la salute del consumatore. Infine la legge prevede limiti molto stingenti e limitatissimi di eventuali sostanze contaminanti: non più di 0,5 mg/kg di arsenico; non più di 2 mg/kg di rame e di piombo, non più di 0,5 mg/kg di cadmio, non più di 0,1 mg/kg mercurio.

Il Codex Alimentarius Standard 150-1985, come riporta la FAO (www.fao.org/fao-who-codexalimentaius/sh )  definisce lo stesso valore minimo del 97% di NaCl e un valore massimo residuale secco di rame non superiore a 2 mg/kg.

Anche altre norme italiane, come il dm nr 562 del 10 agosto 1995 e la legge nr 55/2005, dispongono in modo chiaro quali sono le caratteristiche del sale iodato, iodurato e relative patologie da carenza di iodio a tutela del consumatore di sale italiano, sia di origine marina che di miniera, non facendo alcuna differenza sostanziale.
Anche se ce ne sono in natura.

Importanti sono anche le norme internazionali ed europee sancite con la Regulation 1333/2008 che elenca e definisce quali additivi, come e quanti, sono permessi negli alimenti compreso quelli “consentiti e/o accettati” nel sale alimentare, come pure i regolamenti UE 1924/2006, 1169/2011 e 432/2012 intervengono chiaramente sugli obblighi e sulla discrezionalità delle note da inserire nell’etichettatura degli alimenti (allegato XIII rileva le quantità minime di vitamine e Sali diversi presenti in un alimento compreso il sale) e sulle quantità (claimable) di alcuni elementi in alimenti.

Questi “obblighi e diciture” sono ancora più evidenti e astringenti per tutti gli alimenti e bevande ottenute secondo processi Dop, Igp, Stg come prevedono le norme UE. In merito alle diverse discussioni sulla definizione di alimento/ riconoscimento Bio o di produzione biologica, la UE sta modificando alcune norme per introdurre la definizione di Sale-Bio (www.eur-lex.europa.eu/legal-content/IT) essendo attualmente escluso in quanto “sale minerale” e non prodotto di coltivazione agraria o di allevamento.

E’, sarebbe, molto importante che l’Italia facesse sentire la propria voce al tavolo UE in merito alla discussione in atto e alle scelte strategiche che verranno fatte, soprattutto se in contrasto o in senso “ più libertario” delle norme attualmente già applicate da anni. Il sale, di miniera o salgemma e marino, non figura quindi come prodotto agricolo, eppure è un alimento/condimento molto presente sulle tavole e nelle cucine di italiani e non, eppure dipende dal ministero delle Politiche Agricole, e il tema Bio dipende da tale ministero.

Gli atti in itinere per la stesura del regolamento (es. norme produzione del sale) sono reperibili alla pagina web: https://circabc.europa.eu/faces/jsp/extension/wai/navigation/container.jsp  >sfoglia le categorie > European Commission>Agriculture >Accesso pubblico > Expert Group in Organics >Biblioteca. Sarebbe urgente e opportuno un preciso intervento del ministro Centinaio sul tema.

Dalle analisi chimico fisiche effettuate da Ceves (www.ovse.org) su più sali marini e di miniera del mondo (107 campioni prelevati) risulta che moltissimi sali provenienti dall’estero, soprattutto quelli colorati di nero, rosso, rosa, grigi e blu sia marini che di cave o di roccia, non rispettino questi limiti e superino abbondantemente le parti insolubili presenti e la quota minima di cloruro di sodio….

E sono commercializzate, per consumo umano, in Italia in gastronomie, insegne della Gda e negozi specializzati naturali e boutique dell’alimentare. Inoltre è stato notato una forte differenza analitica fa sale marino e salgemma, risultando quest’ultimo più regolarmente e continuamente entro i limiti imposti dalla legge e dalla sanità italiana per alcuni componenti inquinanti e residuali dovuto al fatto che il sale maino è molto più esposto nella “evaporazione-produzione” ad agenti e condizioni atmosferiche non sempre perfette dovute a particelle leggere nell’aria da scarichi industriali, chimici e da idrocarburi o gomme dei mezzi di trasporto, oppure da microelementi di plastiche. Anche queste variabili e questi composti devono essere quantificabili sia per un sale definito Bio che per un sale naturale in base alla estrazione.

 

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Giampietro Comolli

Redazione Newsfood.com
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Giampietro Comolli
Economista Agronomo Enologo Giornalista
Libero Docente Distretti Produttivi-Turistici

Mob +393496575297

Editorialista Newsfood.com
Economia, Food&Beverage, Gusturismo
Curatore Rubrica Discovering in libertà
Curatore Rubrica Assaggi in libertà

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