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Per l’Europa vino e pomodori possono sparire dai campi e dalla tavola!!! … siamo al delirio

Per l’Europa vino e pomodori possono sparire dai campi e dalla tavola!!! … siamo al delirio

By Giuseppe

Le produzioni di uva e pomodori definite  “non essenziali” dalla commissione europea dell’agricoltura

Cosa ne pensa Giampietro Comolli… e come difenderci da questi incomprensibili attacchi?

NOTA DEL DIRETTORE
Quando abbiamo saputo la notizia abbiamo pensato ad un pesce d’aprile. Poi abbiamo letto l’articolo de “Il Sole 24ore” a firma di Micaela Cappellini.
Abbiamo interpellato il Dott. Giampietro Comolli, esperto conoscitore di problematiche inerenti all’agricoltura, UE, Leggi e normative, PNRR…
Ecco il suo commento… cum grano salis:
Giuseppe Danielli
Newsfood.com, 24 giugno 2023
Comolli commento alla dir commissione UE agricoltura su possibile eliminazione vino e pomodori!

La commissione europea dell’agricoltura contro gli agricoltori e contro le produzioni agricole più redditizie e più importanti, anche come origine UE nel mondo!! Questo il tono allarmante che serpeggia fra gli agricoltori italiani.

Non sappiamo cosa dicono francesi, spagnoli, tedeschi…Ovviamente “Qualcuno” deve aver proposto e appoggiato e votato questa risoluzione. “ E’ come se ci negassero di lavorare, se fossimo i principali inquinatori, se ci fosse una agricoltura di seria A e una di serie B, quella marginale va bene (solo biologica) e quella tradizionale da secoli (pur sempre governata dalla natura e dall’uomo) va malissimo…” , così i commenti generali.

Osservazioni che sposo al 90% e suffragate anche da numeri: il consumo di prodotti “bio” è fermo da mesi in tutta Europa e addirittura ci sono cali significativi di prezzo alla fonte e sugli scaffali anche di negozi dedicati.  

In particolare la Commissione Europea, presieduta dal tedesco Norbert Lins del PPE ( solo per onor di cronaca e di verità) e composta da 48 eurodeputati (di cui 9 italiani, quando tutti presenti, rappresentanti tutti i gruppi politici, fra cui Paolo De Castro del gruppo S&D), scrive che bisogna tagliare i settori non essenziali alla sicurezza alimentare come “… vino e pomodori”. Di cui è arcinoto che la Germania e i paesi del Nord Europa non sono produttori, se non in serra.

Artefici da decenni di modelli di coltivazioni erbacee e arboree un po’ spinte, intensive, monovarietali,  con pochissime aree “green” e al di sotto del famoso minimo 3% decretato anni fa dalla UE.

Un ragionamento basico semplicistico: almeno il 25% devono essere coltivazioni “bio” entro il 2030 in tutta Europa perchè solo così si riduce l’utilizzo dei pesticidi. Agronomi europei hanno fatto, invece, un “elenco” di modelli assai diversi, integrabili, più complessi e difficili, più monitoraggio su impianti e cambi colturali, adeguamento al clima… più che “eliminare” coltivazioni giudicate cattive perchè assai note per bisogno di controlli dei parassiti animali e vegetali per offrire frutta-verdura bellissima lucente tutta uguale sullo scaffale piuttosto che un po ammaccata. 

Ma il consumatore finale non è ancora portato all’uva e ai pomodori “ammaccati”. Perchè?

Per me la proposta della UE dovrebbe essere integrata da più fattori di produzione e di azioni positive.
La riduzione della chimica può avvenire selezionando in modo naturale varietà resistenti, meno campi tutti uguali per chilometri, sesti di impianto larghi, accettazione di una resa minore… ma soprattutto “cultura ed educazione e formazione alimentare”.

Propongo una scuola dell’obbligo europea (cioè in tutti i 48 Stati, dalla materna alla licenza media) con almeno due ore settimanali dedicate a conoscere come nutrirsi, scegliere i cibi, ordinare alimenti, cuocerli, legare gusto e esposizione, come abbinare piacere a tavola con sanità, salubrità nell’origine. Siamo sempre nuovamente al capolinea: decreti, leggi, direttive che non partono dalla base, dall’accompagnarci nelle scelte di vita perchè nessuno nasce imparato.

Partendo dai più piccoli… avremo in un tempo ragionevole generazioni capaci di scegliere, e non solo pronte a scendere in piazza contro il governo di turno, urlando, lanciando slogan… ma niente di concreto, giusto, duraturo!

Ma c’è anche l’altro lato della medaglia, più istituzionale: per favore caro Paolo De Castro vogliamo finalmente pensare, anche in agricoltura, a una Europa solidale, resiliente come si dice adesso, nel segno di una Next Generation “Agri” Union.

Intanto blocchiamo la norma e diamoci un traguardo di “acculturamento” senza lasciare spazio alle invasioni “di campo”  delle multinazionali  e della finanza. Grazie       

Giampietro Comolli
Newsfood.com
© Riproduzione Riservata

Giampietro Comolli

Giampietro Comolli
Economista Agronomo Enologo Giornalista
Libero Docente Distretti Produttivi-Turistici

Mob +393496575297

Editorialista Newsfood.com
Economia, Food&Beverage, Gusturismo
Curatore Rubrica Discovering in libertà
Curatore Rubrica Assaggi in libertà

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