Pane e Vino per Eucaristia secondo la Chiesa Cattolica

15 Agosto 2017
Milano, Ferragosto 2017
PANE E VINO, SECONDO LA CHIESA CATTOLICA.
Il Vaticano interviene per evitare scelte che non assicurino certe caratteristiche.
Eucaristia (n.d.r. è corretto anche Eucarestia) e innovazione non vanno d’accordo, gridano molti.
Ma nella Santa Messa, l’Eucaristia ha le sue regole secolari. Nessun cambio, nessuna modifica.
Da anni la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha registrato tante e diverse interpretazioni, assurde e spesso non veritiere, non rispettose di un sacramento: birra al posto del vino, ostie zuccherate e, persino, ostie senza glutine.
In poche parole: il pane e il vino della Santa Messa devono avere una certificazione “doc”: verranno rilasciati i certificati di produttore speciale.
Così è stata necessaria una circolare diffusa a tutti i Vescovi del Globo* che ribadisce pochi concetti e prove: “il pane utilizzato nella celebrazione” deve essere “azzimo, di frumento e preparato di recente, in modo che non ci sia rischio di decomposizione”.
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CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO
E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI
Prot. N. 320/17
Lettera circolare ai Vescovi
sul pane e il vino per l’Eucaristia
1. La Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, per incarico del Santo Padre Francesco, si rivolge ai Vescovi diocesani (e ai loro equiparati a norma del diritto) per ricordare che ad essi, anzitutto, spetta provvedere degnamente a quanto occorre per la celebrazione della Cena del Signore (cf. Lc 22,8.13)…
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3. Le norme circa la materia eucaristica, indicate nel can. 924 del CIC e ai numeri 319 – 323 dell’Institutio generalis Missalis Romani, sono già state spiegate nell’Istruzione Redemptionis Sacramentum di questa Congregazione (25 marzo 2004):
a) «Il pane utilizzato nella celebrazione del santo Sacrificio eucaristico deve essere azzimo, esclusivamente di frumento e preparato di recente, in modo che non ci sia alcun rischio di decomposizione. Ne consegue, dunque, che quello preparato con altra materia, anche se cereale, o quello a cui sia stata mescolata materia diversa dal frumento, in quantità tale da non potersi dire, secondo la comune estimazione, pane di frumento, non costituisce materia valida per la celebrazione del sacrificio e del sacramento eucaristico. È un grave abuso introdurre nella confezione del pane dell’Eucaristia altre sostanze, come frutta, zucchero o miele. Va da sé che le ostie devono essere confezionate da persone che non soltanto si distinguano per onestà, ma siano anche esperte nel prepararle e fornite di strumenti adeguati» (n. 48).
b) «Il vino utilizzato nella celebrazione del santo Sacrificio eucaristico deve essere naturale, del frutto della vite, genuino, non alterato, né commisto a sostanze estranee. […] Con la massima cura si badi che il vino destinato all’Eucaristia sia conservato in perfetto stato e non diventi aceto. È assolutamente vietato usare del vino, sulla cui genuinità e provenienza ci sia dubbio: la Chiesa esige, infatti, certezza rispetto alle condizioni necessarie per la validità dei sacramenti. Non si ammetta, poi, nessun pretesto a favore di altre bevande di qualsiasi genere, che non costituiscono materia valida» (n. 50).
Dalla sede della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, 15 giugno 2017, solennità del Ss.mo Corpo e Sangue di Cristo.
Robert Card. Sarah
Prefetto
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Gli stessi celiaci, sostengono che il glutine presente in un’ostia non è un vero problema. Per il vino deve essere “di origine certa, di onestà assoluta del produttore, schietto, puro, non in svendita, non acetico, ben conservato”.
Questo era già una realtà con il disciplinare steso nei Colli Piacentini, per il vino Malvasia di Vicobarone, con tanto di certificazione e autorizzazione rilasciata dal Vescovo della diocesi di Piacenza, l’allora mons. Manfredini.
Giampietro Comolli
Editorialista Newsfood.com
Economia, Food&Beverage, Gusturismo
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