Omaggio a Piedigrotta Cangiullo – Presentazione

28 Settembre 2016
Presentazione omaggio a Piedigrotta Cangiullo – Pièce teatrale del drammaturgo Ugo Piscopo
Un toccasana per la mente, si è trattata di un sano nutrimento per le valvole cerebrali, la presentazione della divertentissima pièce teatrale del drammaturgo Ugo Piscopo, che si è tenuta presso la “Sala Pasolini” di Salerno, alla presenza dei nomi più rilevanti del panorama accademico, quali il professor ordinario di Letteratura Italiana Alberto Granese e il professore e saggista Rino Mele. Il testo edito dalla collana Plectica, un’iniziativa del regista Pasquale de Cristofaro e del professor Alfonso Amendola ci ha intrattenuti in modo allegro per due ore, che sono trascorse in modo rapido.
Ad introdurre i lavori Granese, che ne ha tracciato nell’immediatezza un quadro storico-letterario generale all’interno di un’intelaiatura critica che riguarda un aspetto del periodo del futurismo, con riferimento alla vicenda di Marinetti. Nel punto di partenza alla Piscopo c’è un elemento pirandelliano, una scena che non si figura né compare come scena, bensì come retroscena, ed è un gioco linguistico il gusto dell’uso dei diminutivi dei personaggi dell’opera, che sono rispettivamente: Marinetti, Cangiullo, Balla e Folgore, e Cangiullo viene chiamato Cangiulletto. Come sappiamo il manifesto del futurismo era stato pubblicato a Parigi, per questo motivo Piscopo ha creato dei giochi linguistici francesi come “caloches” e “lilà”. Agli elementi di parodia di Piscopo; Marinetti “reagisce bene” e sembra d’accordo. I futuristi avevano fatto del Manifesto l’elemento fondamentale; la critica successiva mette in evidenza come i futuristi sono stati degli innovatori. C’è un pasaggio di Marinetti, che si sposta fra letteratura e teoria della letteratura, collegando tutti i fili fondamentali della stessa teoria futurista.
Che cos’è il futurismo viene espresso attraverso il teatro ironico. Per il professor Alfonso Amendola sul futurismo, il peso dell’ideologia è sempre stato molto forte, ed il futurismo è stato fra i primissimi a sdoganare all’interno della macchina teatrale. Un lavoro anche importante è stato il rapporto con la cultura popolare, che i futuristi sono riusciti a mettere in campo con Ettore Petrolini.
Il saggista Rino Mele sostiene, invece, che la pièce teatrale di Piscopo sia un testo teatrale che può trarre in inganno, perché è drammaticamente catturato dall’inquadratura dei futuristi, in realtà è quasi un monologo in cui Piscopo vive la nostalgia di non essere stato lui stesso un futurista. Questi personaggi sono chiusi in modo comico all’interno di una cornice della critica dal punto di vista della loro poetica e Piscopo li porta sulla scena a farsi campagna nel proprio dolore di essere lontano, ma al medesimo tempo così vicino a noi.
Un testo satirico, in cui traspare tutto l’amore, che Piscopo ha portato alla letteratura. Il futurismo raccontato nel testo ci vuol dire come sia possibile parlare quasi con dei fantasmi.
Ugo Piscopo drammaturgo, poeta, scrittore di letterature moderne comparate e traduttore, ha avuto un’intensa attività anche nell’ambito del teatro. Ha composto due drammi: “Rimbaud in Africa” e “La Prima brutta notizia dal fronte”, è stato critico teatrale per il “Nostro Tempo” e altri periodici. Ha lavorato all’adattamento teatrale dell’Aulularia di Plauto. Questa pièce teatrale è stata portata in scena da Liberascenensemble di Carpentieri.
Odette Paesano
per nutri-MENTE Newsfood.com