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OGM e DNA  delle piante…  Genoma editing – ULTIMA PAROLA ALL’EFSA DI PARMA? PARMA CAPITALE NAZIONALE DELLA CREATIVITA’ GASTRONOMICA… UNA BELLA COINCIDENZA

OGM e DNA  delle piante…  Genoma editing – ULTIMA PAROLA ALL’EFSA DI PARMA? PARMA CAPITALE NAZIONALE DELLA CREATIVITA’ GASTRONOMICA… UNA BELLA COINCIDENZA

Genoma Editing: sdoganato da Efsa di Parma? Solo uno studio su pratiche innovative oppure una specie di autorizzazione all’uso in Europa. Esistono linee guida e leggi già sul tema. La Commissione UE intende inserire un protocollo di controllo e certificazione per le big-imprese che produrranno le nuove piante modificate (come la vitis vinifera)    

9 maggio 2021
L’autorità europea della sicurezza del cibo, con sede a Parma, ente fondamentale per tutti i 27 stati dell’UE, ha recentemente pubblicato una valutazione tecnica che riguarda l’uso del genoma editing, o meglio: trattasi solo di una analisi scientifica, ovvero la valutazione della metodologia tecnica dell’”editing” nella scelta, gestione e cura del genoma.
In particolare è uno studio di tutte le “tecniche” possibili e utilizzabili per intervenire in modo molto mirato sul Dna delle piante correggendone alcuni particolari minimi dei cromosomi in base all’obiettivo unico posto. Uno studio meritevole, in ogni caso, perché pone sul tavolo della ampia discussione in atto da anni sull’OGM e sul DNA  delle piante in questo caso.
Mi spiego meglio: difronte a chi a priori condanna l’impiego degli OGM e difronte a chi vuole usare gli OGM con massima libertà e discrezionalità da parte delle big-imprese del settore per ottenere nuove varietà e cultivar di piante da coltivare, lo studio analizza i “metodi” utilizzabili con più o meno incidenza su diversi aspetti, compreso quello della salvaguardia di genere e di specie.

… in 100 anni si sono perse più o meno naturalmente il 75% delle varietà botaniche e zootecniche note sul pianeta

Non poca cosa: difendere e tutelare il genere e la specie in botanica è cosa importante. E’ stato dimostrato che in 100 anni si sono perse più o meno naturalmente il 75% delle varietà botaniche e zootecniche note sul pianeta. Efsaquindi si è posta il problema – giustamente e a priori – di studiare, analizzare e valutare alcuni impatti e la scelta di metodi. Ripeto: tema fondamentale. L’Efsa è arrivata alla conclusione, così si legge nel documento pubblicato, che <.. le tecniche di editing del genoma in generale non implicano maggiori rischi rispetto al miglioramento genetico tradizionale o alle tecniche che introducono nuovo DNA nelle piante… >.

Editing genomico

L’Editing genomico è un tipo di ingegneria genetica in cui il DNA è inserito, cancellato, modificato, o rimpiazzato dal genoma dell’organismo vivente. A differenza delle prime tecniche di ingegneria genetica che casualmente inserivano materiale genetico in un genoma ospite, l’editing genomico agisce in siti specifici.

Dal 2018 i metodi comuni per eseguire modifiche usano la nucleasi ingegnerizzata, o “forbici molecolari”. Queste nucleasi creano rotture del doppio filamento (DSB, dall’inglese double-strand breaks) in un sito specifico del genoma. Ciò induce che il DNA si ripari attraverso processi di Non-homologous end joining(NHEJ) o ricombinazione omologa (HR) ed eseguendo una modifica o editing dell’obiettivo.

Dal 2015 vengono usate 4 famiglie di nucleasi ingegnerizzate: meganucleasi, nucleasi di dita di zinco (ZFN), nucleasi basata sull’effetto di attivazione… (Leggi tutto)

E’ anche evidente e da sottolineare che lo studio e il parere scientifico è stato svolto su una gamma limitata di varietà di piante utilizzando in un tempo medio diverse tecniche di uso dell’editing del genoma, per dirla in un modo semplice. Cioè sono state utilizzate  3 “tipo” di nucleasi sito-specifica di matrice SDN e ODM. Quindi metodologie che vanno dall’editing di nucleasi fino alla mutagenesi diretta da oligonucleotide, cioè interventi artificiali e meccanici che modificano una sezione specifica del genome di una specie di piante senza introdurre nessunissimo elemento di un nuovo DNA esterno.  
Gli esperti di Efsa sono arrivati alla conclusione che le “linee guida” già esistenti e già licenziate e approvate dalla UE per la valutazione dei rischi conseguenti da piante che hanno subito modifiche genetiche esterne sono correttamente adattabili e applicabili anche alle tre nuove tecniche di processo. Quindi tutte le tecniche sito-specifiche rispondono in modo uguale ai rischi eventualmente derivanti.
Inoltre emerge che per valutare e riscontrare tali rischi sono sufficienti un numero ridotto di dati e parametri quindi più velocemente valutabili. Interessante conclusione che però non interviene nel merito della “scala” dei valori o disvalori dei rischi derivanti e in quanto tempo.
Lo studio esemplifica meglio cosa significa l’editing del genoma su animali, piante e altri organismi, compreso quelli micro, quando si modifica il DNA in maniera molto chirurgica, precisa e mirata. Ecco quello che è importante, la mira. Ovvero la certezza che l’intervento chirurgico non è generalizzato e non preciso, soprattutto che segue un protocollo tecnico di garanzia molto elevato e tenuto costantemente sotto controllo. Secondo me, questo è il parametro più importante nel valutare nel momento in cui si usa il genoma editing su una pianta, soprattutto se un vegetale e una essenza botanica che rientra nella alimentazione umana e animale. Abbiamo già prove esistenti di interventi sul genoma in piante estetiche, di bellezza, di giardino e non commestibili, anzi alcune anche velenose come certi funghi, certe alghe.
Il genoma editing può avere (e come detto in molti casi già è attivo e presente fra di noi) un ampio panorama di applicazioni tecniche in diverse terapie e prevenzioni sia di carattere tumorale (tumori nell’uomo) che nell’aumento del peso in carne di certi animali di allevamento che possono così produrre più alimento. Diversi gli interventi positivi anche su malattie ereditarie: il tutto tenuto molto sotto controllo e vigilanza. Quindi usato con molto dosaggio e non ad libitum.
Nelle specie vegetali il genoma editing può essere utilizzato – sempre in modo mirato e senza cambiare genere e specie e DNA – per rendere immuni certe piante da certe malattie, oppure renderle più adattabili e tolleranti verso l’assenza di irrigazione o acqua oppure fare in modo che la stessa pianta aumenti il proprio contenuto di certi nutrimenti per l’essere umano o animale.
La Commissione Europea ha chiesto all’Efsa, prima di consentire una certa diffusione della tecnica e l’intervento su certe piante, di studiare e stimare le linee guida esistenti (e altre) in modo che siano valutati correttamente i rischi  derivanti da piante modificate con le nuove tecniche di ricerca avanzata. Questo parere scientifico sulle nuove tecniche genomiche servirà soprattutto alla Commissione per valutarne l’introduzione. Seppur con tutti queste precauzioni, esistono da diverse fonti, forti perplessità se non blocchi assoluti,  sulla introduzione di tutte le pratiche di genoma editing perché paragonate agli OGM e perché si presumono effetti nocivi sulla salute umana e sull’ambiente, ma soprattutto perché non sono previsti protocolli di vigilanza, controlli, certificazioni e tracciabilità continue su ogni sperimentazione e su ogni nuova pianta-modificata venisse ottenuta e poi coltivata e diffusa nei campi (e vigneti)  in Europa liberamente.
In base alle vigenti disposizioni della legislazione UE sugli OGM, la sicurezza degli organismi il cui genoma sia stato corretto va sottoposta a valutazione prima che ne venga autorizzato l’impiego.

Nico da Comolonia
in esclusiva
per Newsfood.com
Nutrimento & nutriMENTE
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