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Master di II livello in «Ingegneria Chimica della depurazione delle acque e delle energie rinnovabili»obiettivo

By Redazione

 

Visto il notevole successo delle precedenti cinque edizioni, anche quest’anno verrà riproposto il Master in «Ingegneria Chimica della depurazione delle acque e delle
energie».

L’iniziativa, promossa dagli Atenei di Verona, Venezia, Padova, Udine, Trieste, dal Consorzio Universitario Trevigiano e da quest’anno anche dagli Atenei di Ancona e
Bologna, ha l’obiettivo di formare un professionista esperto nel trattamento industriale delle acque e nell’utilizzo delle risorse rinnovabili in grado di operare in
posizioni di responsabilità nelle strutture pubbliche e private, quali società di servizi ambientali, enti di controllo, amministrazioni locali che operano nel settore del
trattamento di acque reflue, fanghi e/o biomasse, aziende private e di produzione.

Il piano didattico è rimodulato e riadattato alle richieste di mercato ed alle esigenze degli studenti emerse nel corso dei cinque anni di attività, ampliandone le
tematiche trattate ed inserendo nuovi ed importanti aspetti relativi alle energie rinnovabili. Oltre alla qualità della didattica (media di 3,5 punti su 4 secondo le valutazioni
degli studenti), il Master si distingue anche per la sede: le lezioni infatti si svolgono presso l’impianto di depurazione di Treviso, dove sono allestiti un ampio laboratorio di
analisi chimiche ed un’area sperimentale con impianti pilota per il trattamento di acque reflue e di matrici organiche. Il livello scientifico del Master è garantito da un
Comitato Scientifico parte integrante del corpo docente, composto da rappresentanti dei 7 Atenei consorziati i quali si distinguono per il loro livello scientifico. Infatti, con
riferimento alle aree ISI di Chemical Engineering ed Environemtal Engineering, i docenti del CS presentano un valore mediano di H index pari a 13,5

Gli studenti che seguiranno il corso, tra gli otto e i sedici partecipanti, saranno in grado di prevenire i rischi ambientali dovuti ad acque reflue, fanghi e biomasse, di valutarne
l’impatto ambientale e ottimizzarne il ciclo di trattamento attraverso processi convenzionali e avanzati.

Punto di forza del percorso formativo è l’approfondimento di tematiche legate alla produzione di energia rinnovabile a partire da materiali organici. Nell’impianto
che ospita le attività didattiche vengono infatti smaltiti rifiuti organici per la produzione di energia elettrica e calore: si toccheranno con mano le questioni legate alla
sostenibilità ambientale e al rinnovo delle risorse energetiche.

Il master prevede un periodo di lezione di sei mesi, da gennaio a giugno 2008, seguito da tre mesi di stage presso le aziende. Un’attività che nelle edizioni precedenti ha
agevolato l’inserimento nel mondo del lavoro per molti iscritti.

«Alcuni studenti arrivano anche dall’estero per seguire i nostri corsi – ha sottolineato Franco Cecchi, presidente del Comitato Scientifico del Master e ordinario di
Impianti Chimici all’Università di Verona – a significare che, pur non essendoci alcun accordo ufficiale, la nostra attività è seguita e apprezzata in molti
Paesi e che il problema ambientale legato alle fonti di energia rinnovabili e alla «salute» delle acque è quanto mai attuale e urgente».

 

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