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Mangiare di tutto un po’, è il segreto della longevità
9 Novembre 2018
By Giuseppe
Alimentazione naturale, funzioni e risultati derivanti dalla assunzione di omega3 e i diversi acidi linolenici
Una recente ricerca offre un ulteriore contributo su alimentazione naturale, funzioni e risultati derivanti dalla assunzione di omega3 e i diversi acidi linolenici che si trovano negli alimenti naturali. Emerge chiaramente che diete magiche non esistono, che diete monoprodotto hanno dei limiti a volte anche gravi, mentre per una corretta terapia coadiuvante la nostra salute in generale vince la biodiversità, la variabilità della dieta alimentare. Quello che viene confermato dalla ricerca mondiale svolta su circa 112.000 persone è che già la scuola di Salerno (Regimen Sanitatis) nel XII°sec aveva evidenziato come una dieta diversificata fosse fondamentale, da qui poi la cosidetta “dieta mediterranea” riconosciuta dall’Unesco. L’alimentazione preventiva e coadiuvante la sanità del sistema circolatorio deve contemplare, oltre a un saltuario consumo di tutti i pesci azzurri di varia natura, soprattutto verdure a foglia verde e rossa, germoglio di riso rosso, diversi semi oleosi come lino, noci, spinaci, semi e olio di canapa settimanalmente, utilissimi perché ricchi di acidi linolenici.
Arcimboldo Biodiversità lungo fiume PO
UN SASSO NELLO STAGNO DELLA DIETETICA SMART
UN SASSO NELLO STAGNO DELLA DIETETICA
Uno studio recente chiarisce l’apporto salutare fra omega3 e diversi acidi linolenici. Vince ancora una volta la biodiversità alimentare e una dieta misurata e molto varia.
Gianluigi Pagano
“L’insieme delle conoscenze in fatto di nutrizione e di indicazioni dietetiche è come un tranquillo laghetto, percorso a volte da proclami di rivoluzionarie diete (finalizzate in genere a favorire il dimagrimento) che ne increspano le acque, ma, dopo un tempo più o meno lungo, passano di moda, riportando la tranquillità, così da ripristinare l’insieme di indicazioni nutrizionali precedentemente acquisite”, questa la constatazione che mi ha inviato l’amico Gianluigi Pagano.
Pagano, attento comunicatore e attento osservatore di tutto il grande mondo agroalimentare, mi segnala la recente pubblicazione (2018) della prestigiosa rivista The Cochrane Collaboration che agita le acque tranquille del vecchio laghetto e pone chiare regole.
Olio di semi di canapaFarina di semi di canapa
La testata riferisce di 79 studi clinici tenuti sotto controllo che hanno coinvolto più di 112 mila persone le quali sono state alimentate con una dieta che prevedeva un aumento costante e continuo nel tempo di alimenti a base di omega3 derivati da pesce e vegetali al fine di controllare in un tempo lungo l’insorgenza o meno di problemi cardiovascolari, ictus e irregolarità del cuore. Uno studio affidabile, dicono.
E’ noto da anni il famoso paradosso francese che vedeva gli abitanti della Bourgogne forti bevitori di vini rossi ad avere un minor numero di infarti rispetto a tutti gli altri francesi, come si accettò che una quasi monodieta di salmoni e pesci azzurri fortemente ricchi di omega3 della popolazione Inuit della Groenlandia fosse alla base delle loro bassissime cardiopatie…
Ebbene il risultato dello studio sembra dimostrare che la crescente assunzione di acidi polinsaturi animali abbia pochissimi se non nessun effetto sulla protezione cardiovascolare! In poche parole la ricerca riportata dalla rivista The Cochrane non nega l’importanza del pesce nella dieta, ma non è un alimento magico, anche se apporta preziosi oligominerali fondamentali come il selenio, zinco, iodio, calcio.
Al di là della problematica anche connessa con un eventuale disequilibrio dell’ecosistema marino dovuto a un eccesso di pesca di salmoni e pesci azzurri e a tutte quelle presenze inquinanti o tossiche che oggi i pesci possono veicolare come diossine, mercurati e clorobifenili come giustamente fa notare Pagano, lo studio non cambia sicuramente le cognizioni fin oggi conosciute ma sottolinea e rimarca che diete taumaturgiche non esistono, che l’assunzione esclusiva per lunghi periodi di monoprodotti alimentari e diete esclusive di certi alimenti non sono la soluzione, bensì ancora una volta è nella biodiversità alimentare, nella discontinuità, nella diversità anche quotidiana di alimenti, con assunzioni piccole e più volte al giorno, che si può individuare non solo un metodo per prevenire ma anche per tentare di combattere l’insorgenza di problemi cardiovascolari. Ricordo quanto già la scuola di Salerno (Regimen Sanitatis) nel XII°sec avesse evidenziato come una dieta diversificata fosse fondamentale, da qui poi la cosidetta “dieta mediterranea” riconosciuta dall’Unesco.
Non va dimenticato, come evidenzia Pagano, che l’assunzione di acidi grassi riducano i trigliceridi, ma un aumento o un eccesso di consumo non equivale ad aumentare o a migliorare una prevenzione salutistica e a diventare immuni da certe cardiopatie. Fra tutti l’acido linolenico e l’acido alfa-linolenico sono considerati i più protettivi in assoluto e si assumano con un sano equilibrio dietetico di vegetali perché l’organismo umano non li produce, come è noto.
Per questo che una sana dieta preventiva e coadiuvante la sanità del sistema circolatorio è bene che contempli l’assunzione di verdure a foglia verde, semi di lino, noci, spinaci settimanalmente.
Giustamente Pagano nel suo intervento cita i semi di canapa, utilissimi, unici anche perché possiedo naturalmente entrambi gli acidi linolenici, oltre agli acidi gamma-linolenico e stearidonico, ottimi coadiuvanti terapeutici contro infiammazioni dell’organismo umano. Quindi bene un consumo saltuario di pesce azzurro, ma molto più frequenti, diciamo giornalieri, devono essere i consumi di verdure e semi oleosi ricchi di tutte le formule di acido linolenico.
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