Maltempo: Coldiretti, in Calabria +40% pioggia nel 2010

17 Febbraio 2010
Alle frane in Calabria hanno contribuito le forti piogge cadute in Calabria che hanno provocato nel 2010 un aumento del 40 per cento delle precipitazioni cumulate nelle regioni sud ovest a
gennaio. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati della Ucea relativi alla media geografica degli scarti dal clima (1971-2000) della precipitazione cumulata in
percentuale. Una straordinaria quantità di pioggia – sottolinea la Coldiretti – è caduta su un territorio già fragile dove il cento per cento dei comuni si trova su un
terrerreno considerato a rischio per frane e alluvioni.
La situazione della Calabria è la più grave a livello nazionale dove comunque in media sette comuni su dieci sono a rischio: 1.700 per le frane, 1.285 per le alluvioni e 2.596 per
entrambe le calamità, per un totale di 5.581 comuni. All’elevato rischio idrogeologico in Italia non è certamente estraneo il fatto che un territorio grande come due volte la
regione Lombardia, per un totale di cinque milioni di ettari equivalenti, è stato sottratto all’agricoltura che – afferma la Coldiretti – interessa oggi una superficie di 12,7 milioni di
ettari con una riduzione di quasi il 27 per cento negli ultimi 40 anni.
Il progressivo abbandono del territorio e il rapido processo di urbanizzazione spesso incontrollata non è stato accompagnato da un adeguamento della rete di scolo delle acque ed è
necessario intervenire per invertire una tendenza che – sottolinea la Coldiretti – mette a rischio la sicurezza idrogeologica del Paese. Una situazione aggravata dai cambiamenti climatici in atto
che – precisa la Coldiretti – si manifestano con una maggiore frequenza con cui si verificano eventi estremi, sfasamenti stagionali, maggior numero di giorni consecutivi con temperature estive
elevate, aumento delle temperature estive e una modificazione della distribuzione delle piogge.
I forti temporali, soprattutto se si manifestano con precipitazioni intense, rischiano di provocare danni poiché – conclude la Coldiretti – i terreni non riescono ad assorbire l’acqua
che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento.