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L'operatore socio-sanitario, disciplinata la nuova figura

By Redazione

Ancona – Una figura qualificata che unisca le competenze sociali e sanitarie per rispondere alla sempre più esigente domanda di qualità nei servizi in questo settore,
è il nuovo operatore socio-sanitario (OSS), la cui disciplina delle attività formative è stata decisa da una recente deliberazione della giunta regionale, sulla quale hanno
lavorato congiuntamente tre assessorati: all’Istruzione-Formazione-Lavoro, ai Servizi sociali e alla Salute.

E’ una figura importante e portante del sistema del welfare regionale – spiega l’assessore regionale alla formazione, Ugo Ascoli- non solo perchè identificherà la reale
integrazione tra sociale e sanitario- in pratica il vero anello di congiunzione – ma anche perché riunisce in una sola figura l’operatore socio-assistenziale e l’operatore sanitario,
risolvendo definitivamente il problema della formazione continua. Accanto agli infermieri quindi, che seguono ormai un percorso universitario, si inserirà tra due anni questa nuova
figura, strategica per il settore socio-sanitario. Dal 1° gennaio 2010, infatti, non sarà più possibile stare nei servizi socio-sanitari con la vecchia figura se non si
sarà frequentato un corso che va da un minimo di 200 ore – a seconda del curriculum – ad un massimo di 1000.»

Poiché sui tratta di un intervento formativo finanziariamente oneroso, l’assessorato alla Formazione ha già messo a disposizione nel Piano dell’occupazione e qualità del
lavoro 2008 un fondo di 1 milione e 500 mila euro, provenienti dalla legge nazionale 236/93.
La deliberazione è rivolta in massima parte alla riqualificazione degli occupati nelle diverse strutture socio-sanitarie, stimati in circa 3000 persone, ma anche ai giovani che si
affacciano sul mercato del lavoro e provenienti da scuole che rilasciano diplomi di carattere socio-educativo. Per questi ultimi sarà obbligatorio il corso di 1000 ore. Per le persone
già occupate, si sta lavorando alla ricognizione sistematica e alla redazione di schede per la valutazione predeterminata dei titoli e la quantificazione per ogni operatore del bisogno
formativo che comunque non potrà essere sotto le 200 ore: 50 di teoria e 150 di stage e tirocini. Da segnalare che l’accesso ai tali corsi è consentito anche ad operatori
stranieri e quindi potranno essere riconosciuti i titoli acquisiti all’estero. Sarà comunque istituita, presso il servizio Salute, una commissione regionale per la quantificazione dei
crediti per l’accesso alla qualifica.
«Oltre alle figure dell’assistente sociale e dell’educatore sociale, la creazione di questa nuova figura e quindi la riqualificazione di tutti gli operatori del privato e del pubblico
sociale – ha commentato l’assessore ai servizi sociali, Marco Amagliani- è un passo fondamentale verso il miglioramento qualitativo e quantitativo dei servizi. L’aver standardizzato un
percorso di formazione continua consentirà anche una sempre maggiore specializzazione delle figure per rispondere alla domanda dell’utenza.«

L’atto della giunta regionale, con il quale sono stati approvati gli standard formativi e l’ordinamento didattico dei corsi, è stato il frutto di un’ampia concertazione, in primo luogo
con le organizzazioni sindacali, con le strutture formative accreditate, con le strutture socio-sanitarie che sono datori di lavoro e che saranno obbligate a far seguire tali corsi di
formazione ai propri dipendenti se vorranno restare sul mercato.

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