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Le olive sono quasi mature, i frantoi di Redoro scaldano i motori per Primeolive

Le olive sono quasi mature, i frantoi di Redoro scaldano i motori per Primeolive

By Redazione

La raccolta delle olive è alle porte
21 settembre 2010, siamo a Verona al ” beyond extra virgin “, il Congresso   internazionale più importante per uno dei protagonisti più salutari della Dieta Mediterranea, l’
Olio extra vergine di oliva.

Al tavolo esponenti di spicco internazionale ed in sala un pubblico di esperti e di giornalisti qualificati: Claudio Peri, Greg Drescher, Jean Xavier Guinard, Dan Flynn, Alexandra Devarenne e
Paul Vossen, Nancy Harmon Jenkins, Harold McGee, Alan Tardi, Tom Mueller,  Pedro Barato Triguero, Teresa Perez, Luis Rallo Romero, Brigida,  Rosa e Francisco Vanò,  Aris
Kefalogiannis, Vassilis Zampounis, Franco Scaramuzzi, Ranieri Filo della Torre , Albino Pezzini,  Enzo Gambin, Tiziano Caruso, Paolo Inglese, Alessandro Leone, Maurizio Servili, Erminio
Monteleone.

Gli sponsor istituzionali sono di tutto rispetto: l’Assessorato dell’Agricoltura della Regione Sicilia, l’Assessorato dell’Agricoltura della Regione Puglia, la Regione Veneto.
Tra gli altri troviamo un produttore, la  Redoro con frantoi proprio vicino a Verona, a grezzane.

Daniele Salvagno, direttore commerciale e titolare dei Frantoi Redoro-, lo avevamo già incontrato ai primi di settembre a Puegnago, in occasione del convegno “Promuovere l’extra vergine
d’oliva italiano, le dop e il territorio”, oggi lo reincontriamo e gli chiediamo di parlarci della sua azienda e del suo Extravergine.

 
Daniele Salvagno, REDORO è un’azienda che non ha paura di guardare avanti, considerati gli investimenti in tecnologia e le presenze in eventi di questo calibro. Perchè queste
scelte?

Daniele Salvagno:
-“In tempi segnati dalla crisi non è facile imbattersi in un’azienda che abbia la voglia e il coraggio di investire, ma alla Frantoi Veneti Redoro di Grezzana (VR) si guarda avanti con
lungimiranza.
Meglio farsi trovare pronti per la ripresa dei mercati…
Quest’anno Redoro inaugura il nuovo impianto ad alta tecnologia capace di lavorare 30 quintali di olive all’ora, riproducendo così con i moderni mezzi quella che un tempo era la fase della
molitura in pietra.”

Qual è la differenza tra le due lavorazioni?
-“Attraverso il processo tecnologico si ottiene un prodotto migliore grazie alla presenza dell’azoto che evita l’ossidazione generata dall’ossigeno e conserva meglio l’olio che in questo modo non
perde le proprie sostanze antiossidanti. Da questo processo si scarta l’85% di acqua di spremitura e si conserva il 15% dell’olio che viene successivamente selezionato e mantenuto in serbatoi
dove la temperatura costante e la presenza dell’azoto fanno sì che l’aria non lo intacchi né lo ossidi.”

Quanto incide questo tipo di investimento sul fatturato annuo di Redoro?
-“Il nuovo impianto rappresenta il 10% del nostro fatturato annuo complessivo: un grosso risultato vista la congiuntura economica ancora piuttosto incerta, ma anche questo investimento fa parte
delle caratteristiche del buon produttore di olio…”

E quand’è che un olio si può dire “buono”, una volta che si presenta al mercato dei consumatori?
-“L’olio “‘buono’ non è un fattore assimilabile semplicemente al gusto che incontra quello del consumatore finale. A parte la soddisfazione del gusto del cliente, quando un buon produttore
di olio riesce a mettere sul mercato un olio di grande qualità raggiunge sempre e comunque altri due obiettivi di non poco conto, e cioè:
occupandosi e curando i propri terreni di coltura preserva e custodisce in modo sano e accorto il territorio, conservando l’ambiente e il microclima che lo caratterizza:
riesce a evitare il rischio ormai dilagante della perdita di identità delle proprie colture. Oggi la possibilità di coltivare intensivamente e con oliveti non autoctoni aree a
vocazione tradizionale, tanto per ottenere più prodotto, è una vera tentazione, e molti olivicoltori non hanno saputo resistervi. Si crea così una situazione di perdita di
identità del prodotto finale, che diventa quindi un olio mescolato, ottenuto da tipologie di olive che originariamente niente avrebbero a che fare l’una con l’altra, ma che si ritrovano
insieme, perché così il produttore riesce a “spremere” molto di più dal suo terreno. E il tutto a scapito della qualità finale e anche di quel DNA che caratterizza il
nostro olio. Davanti a un pericolo così grave di spersonalizzazione del prodotto, chi mantiene inalterate le proprie colture e la qualità delle proprie olive, custodisce anche la
ricetta per un olio di alta qualità che rimane costante nel tempo e nell’offerta e che nulla ha a che vedere con queste alchimie di dubbia provenienza.”

E per gli addetti ai lavori che volessero sapere qualcosa in più sull’olio e il suo affascinante mondo…?
Daniele Salvagno:
-“Ogni anno Frantoi Redoro organizza l’evento “Primeolive”. Questa giornata è interamente dedicata al mondo dei media e serve a raccontare nel dettaglio i progetti di Frantoi Veneti
Redoro. Per i rappresentanti del mondo della comunicazione, l’appuntamento è a Grezzana (VR), in via Marconi 30, presso la sede aziendale Redoro, venerdì 22 ottobre 2010 alle ore
10.30. Il piatto è ricco di novità… sapientemente condite da un impareggiabile olio extra vergine Redoro.”

Grazie Daniele, il 22 di ottobre ci saremo anche noi a Grezzane ad assaggiare il “novello” di Redoro.

Giuseppe Danielli
Newsfood.com
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Tutto su: Verona, Prof. Claudio Peri, Beyond Extra Virgin,  Olio extra vergine di oliva Redoro

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