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Le nuove Tutele ovvero, i Decreti al quadrato

Le nuove Tutele ovvero, i Decreti al quadrato

By Redazione

E’ dei giorni scorsi la pubblicazione, da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, di un Comunicato Stampa  dedicato alle nuove tutele per il cittadino-consumatore.
Tra le misure illustrate, una ha attirato la nostra attenzione:

ALIMENTI CONFEZIONATI
(decreto legge)

FINISCE ‘LA CACCIA’ ALLA DATA DI SCADENZA

– finalmente la data di scadenza dei prodotti alimentari confezionati salterà agli occhi immediatamente
– l’indicazione della data di scadenza o del termine minimo di conservazione dei prodotti alimentari deve essere posta sulla confezione in uno spazio facilmente individuabile e deve essere chiaramente leggibile al pari delle cifre che indicano la quantità di prodotto. La scadenza deve essere stampata in modo indelebile. (Oggi, in molti casi, la data di scadenza è praticamente invisibile).

– le industrie alimentari avranno 180 giorni per modificare le confezioni dei prodotti

Se ben comprendiamo, si sta parlando del fatto che, effettivamente, l’indicazione del TMC/scadenza è spesso incompleta e/o illeggibile. Non comprendiamo però l’uso della parola ‘finalmente’, quasi che tali prescrizioni fossero oggi prive di regolamentazione.
Come certo i nostri lettori ricordano, infatti:

Decr. L.vo 27.1.92 n. 109
Art. 10 – Termine minimo di conservazione

1. Il termine minimo di conservazione è la data fino alla quale il prodotto alimentare conserva le sue proprietà specifiche in adeguate condizioni di conservazione; esso va indicato con la dicitura da consumarsi preferibilmente entro quando la data contiene l’indicazione del giorno o con la dicitura da consumarsi preferibilmente entro la fine negli altri casi, seguita dalla data oppure dalla indicazione del punto della confezione in cui essa figura. (idem per la data di scadenza)

Art. 14 – Modalità di indicazione delle menzioni obbligatorie dei prodotti preconfezionati

1.La denominazione di vendita, la quantità, il termine minimo di conservazione o la data di scadenza nonché il titolo alcolometrico volumico effettivo devono figurare nello stesso campo visivo.
?

4.Le indicazioni di cui all’art. 3 (tra cui TMC/scadenza) devono figurare sull’imballaggio preconfezionato o su un etichetta appostavi o legata al medesimo o su anelli, fascette, dispositivi di
chiusura e devono essere menzionate in un punto evidente in modo da essere facilmente visibili, chiaramente leggibili ed indelebili; esse non devono in alcun modo essere dissimulate o deformate.

 

Art. 18 – Sanzioni

?

2. La violazione delle disposizioni degli artt. 3, 10-bis e 14 è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro milleseicento a euro novemilacinquecento.

3. La violazione delle disposizioni degli artt. 4, 5, 6, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 15, 16 e 17 è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro seicento a euro tremilacinquecento.

Ci pare quindi che la legislazione attualmente in vigore contenga già tutte le indicazioni necessarie (comprese le relative sanzioni). I responsabili dell’etichettatura, perciò, sanno cosa devono fare e cosa rischiano se non lo fanno. Cosa ci sarà, perciò, di diverso rispetto ad ora, quando scadranno i 180 giorni di cui si parla?

E perché non si fa parola del numero di lotto, incompleto o illeggibile allo stesso modo, visto che di solito viene apposto dagli stessi dispositivi utilizzati per tmc/scadenza?

Inoltre, cosa vuol dire “chiaramente leggibile al pari delle cifre che indicano la quantità di prodotto”?

UnionAlimentari ne dà un’interpretazione veramente preoccupante: “In particolare, sia per le indicazioni relative alla data di scadenza che per quelle relative al termine minimo di conservazione, è stato disposto che esse debbano essere facilmente visibili, chiaramente leggibili e indelebili, ma soprattutto che la dimensione dei caratteri non sia inferiore a quella utilizzata per indicare il peso.”
Sarà nostra premura informarvi, qualora dovessero comparire note esplicative in merito.

2 febbraio 2007
Appena in tempo!
Stavamo per inserire in rete il nostro articoletto, quand’ecco che l’evocato decreto-legge (con una celerità che avremmo meglio apprezzato in altre occasioni, ma tant’é?) è comparso.

Diciamo subito che ci sentiamo, a un tempo, rassicurati e sconfortati. Ci rassicura il fatto che, nel testo del decreto, non si fa accenno (almeno in modo esplicito, ma chissà?) alle ‘dimensioni’ delle indicazioni, ma solo alle loro ‘modalità’ (qualunque cosa ciò voglia dire).
In effetti, imporre a TMC/scadenza dimensioni obbligatorie ci avrebbe procurato qualche problemino con le Autorità Comunitarie (come se non ne avessimo abbastanza!), per non parlare dei prodotti regolarmente venduti all’estero ed importati in Italia, nei confronti dei quali non avremmo avuto nessun potere di veto. Ci sconforta il contenuto del testo, che è ancora più banale e generico del previsto:

DECRETO-LEGGE 31 gennaio 2007, n. 7
Misure urgenti per la tutela dei consumatori, la promozione della concorrenza, lo sviluppo di attività economiche e la nascita di nuove imprese.

Art. 4. Data di scadenza dei prodotti alimentari

1. All’articolo 3 [Elenco delle indicazioni dei prodotti preconfezionati] del decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 109, e successive modificazioni, dopo il comma 2 e’ inserito il seguente:

«2-bis. L’indicazione del termine minimo di conservazione o della data di scadenza deve figurare in modo facilmente visibile, chiaramente leggibile e indelebile secondo modalità non meno visibili di quelle indicanti la quantità del prodotto ed in un campo visivo di facile individuazione da parte del consumatore.».

2. I soggetti tenuti all’apposizione dell’indicazione di cui al comma 1 si adeguano alle prescrizioni del medesimo comma entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto.

Come si valuterà la ‘facile individuazione’ dei campi visivi?
E, già lo abbiamo accennato, come si farà a comparare la ‘visibilità’ delle ‘modalità’??
E, infine, a cosa serve ripetere le stesse parole presenti nel successivo articolo 14? Ma forse una spiegazione c’è. Forse stiamo inventando un nuovo tipo di strumento legislativo: il decreto al quadrato!

Dott. Alfredo Clerici
Tecnologo Alimentare

Newsfood.com

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