Le infezioni dell’orecchio fanno ingrassare i bambini

25 Marzo 2011
Se i bambini mettono su peso, anche fino all’obesità, la colpa può essere delle infezioni: esse colpiscono l’orecchio e provocano la perdita del gusto. Di conseguenza, il piccolo
malato mangia di più ed ingrassa.
Tale sistema è descritto da una ricerca della Kyung Hee University (di Seoul, Corea), diretta dal dottor Il Ho Shin e pubblicata su “Archives of Otolaryngology – Head & Neck
Surgery”.
La squadra del dottor Shin è partita sia da dati certi che da supposizioni. Per cominciare il legame tra orecchio e papille gustative è da tempo noto agli addetti ai lavori, come
è nota l’epidemia di obesità tra i minori. Allora, gli studiosi hanno ipotizzato una reazione a catena: cioè “qualcosa” colpisce l’orecchio, che ha sua volte incide sulle
papille, provocando il consumo di più cibo e la salita dell’ago della bilancia.
Per verificare il tutto, i ricercatori hanno lavorato con 84 bambini (età 3-7 anni), sia sani che non, confrontando il senso del gusto dei sani con quello dei pari età colpiti da
infezioni all’orecchio ricorrenti e croniche. Tale rapporto ha fatto notare come le vittime di otiti croniche mostravano una sensibilità ai gusti inferiore. In particolare, non
riuscivano a distinguere tra dolce/salato e amaro/aspro ed a quantificare. Inoltre, i bambini con infezioni avevano Indice di Massa corporea (BMI) e peso maggiore dei colleghi.
Seppur soddisfatti dei risultati, gli esperti coreani ammettono come il loro lavoro non sia privo d’incertezze e zone d’ombra.
Ad esempio, la natura precisa del meccanismo. Al momento, l’ipotesi più probabile è che l’infezione colpisca, rendendo meno efficienti, i nervi che portano i segnali del gusto al
cervello. Inoltre, non esiste una relazione deterministica tra infezioni e peso: tuttavia, l’evidenza afferma come i bambini con problemi all’orecchio ingrassano di più.
FONTE: Il Ho Shin; Dong Choon Park; Chul Kwon; Seung Geun Yeo, “Changes in Taste Function Related to Obesity and Chronic Otitis Media With Effusion”, Arch Otolaryngol Head Neck Surg, Mar
2011; 137: 242 – 246., doi:10.1001/archoto.2011.23
Matteo Clerici
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