La frutta torna sulle tavole degli italiani, ma è crollo dei prezzi sui campi

9 Febbraio 2010
La Cia, sulla base dei dati Ismea, sottolinea che i consumi, in quantità, sono aumentati di circa il 2 per cento nel 2009 rispetto al 2008. Le famiglie hanno speso di meno (-1 per cento)
proprio per la flessione dei listini all’origine e, in minor misura, di quelli al dettaglio. Aumentano gli acquisti nei discount, ma gli iper e i supermercati mantengono la leadership.
La frutta torna, anche se timidamente, sulle tavole degli italiani. Dopo anni di continui cali nei consumi domestici, il 2009 ha segnato una ripresa: circa più 2 per cento, in
quantità, rispetto al 2008; mentre, in valore, si ha una flessione di circa l’1 per cento, il che ha determinato una spesa media per ogni famiglia di quasi 190 euro mensili. Un minore
esborso monetario dovuto soprattutto al drastico crollo dei prezzi praticati sui campi (meno 13,4 per cento) e di quelli al dettaglio (meno 0,9 per cento) durante lo scorso anno. Lo sottolinea la
Cia-Confederazione italiana agricoltori la quale, sulla base dei dati Ismea-ACNielsen, evidenzia che, nonostante questo risveglio negli acquisti, lo scenario per il settore resta ancora
fortemente negativo, con le imprese in seria difficoltà.
Analizzando l’andamento dei consumi per i singoli prodotti, si nota una crescita record per i kiwi che fanno registrare un più 29 per cento nei confronti del 2008. Bene anche mele e pere
aumentate, rispettivamente, del 2,1 per cento e dello 0,5 per cento, mentre le pesche e le nettarine, dopo un’annata non certo facile, risultano stazionarie. Anche per gli agrumi si ha un trend
praticamente fermo, mentre per l’uva da tavola è una netta discesa (meno 5,3 per cento). Mercato altalenante per tutta la frutta estiva, fatta eccezione per meloni e angurie che crescono
di circa il 3,8 per cento.
All’interno del settore – come segnala l’Ismea – la maggiore quota degli acquisti si registra per mele, banane, pesche, angurie, pere, meloni e uva da tavola. Questi prodotti incidono per il 82
per cento in volume e per il 73,5 per cento in valore sugli acquisti complessivi. Per quanto concerne la ripartizione geografica, un andamento positivo dei consumi – rileva la Cia – si registra
nelle regioni meridionali e, in misura più contenuta, in quelle del Nord. In calo, invece, gli acquisti effettuati dalle famiglie nell’Italia centrale.
Sul fronte della spesa si rileva una contrazione dell’esborso sostenuto dalle famiglie del Nord e soprattutto del Centro ed una generale stabilità nel Mezzogiorno. I prezzi medi di
acquisto – come si ricava dai dati Ismea – hanno presentato una lieve tendenza riflessiva ed omogenea nelle aree del Nord e del Sud, mentre marcata è risultata nel Centro. Riguardo ai
canali di acquisto, anche nel settore frutticolo si ha un forte aumento della domanda presso discount. Positiva anche la dinamica della richiesta presso gli iper e i supermercati. Una forte
contrazione dei volumi di acquisto si ha, invece, presso i “frutta&verdura” e gli ambulanti-mercati rionali.
Sotto il profilo della quota di mercato dei singoli canali di acquisto emerge un consolidamento del ruolo leader per supermercati e iper (49,2 per cento del totale), un aumento per i discount
(6,4 per cento) a svantaggio dei “frutta&verdura” (18,7 per cento) e ambulanti/mercati rionali (16,9 per cento).