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La Camera approva i tagli al numero dei deputati

By Redazione

Roma – La Commissione Affari Costituzionali della Camera ha detto il primo sì al taglio del numero dei deputati, che subirebbero una riduzione da 630 a 500.

Il presidente della Camera Fausto Bertinotti ha accolto con soddisfazione l’esito delle votazioni affermando che si tratta di una novità importante “perchè costituisce un fatto
nuovo nella vicenda politica e istituzionale italiana, configurando importanti novità”: “Per questa via – ha spiegato Bertinotti – verrebbe meno il bicameralismo perfetto e si
determinerebbe un ruolo rinnovato per il Senato della Repubblica, il tutto accompagnato da una significativa riduzione dei parlamentari”.

“La rappresentanza degli eletti nelle circoscrizioni estero, 12, rimane invariata – ha spiegato Sesa Amici (Ulivo) – e va aggiunta ai 500. Unita a quella del Senato federale (con 184
componenti), come si vede, la riduzione è notevole e si inserisce in una complessiva riforma che da’ maggiore funzionalità al Parlamento. Il numero di 500 è fra l’altro
congruo per le nuove funzioni che la sola Camera dei deputati dovrebbe svolgere con la fine del bicameralismo paritario”.

“Nei prossimi giorni – ha annunciato Sesa Amici – affronteremo in commissione il tema delle materie su cui dovrà pronunciarsi il nuovo Senato, coerentemente con quanto modificato finora.
Registriamo, infine, una larga convergenza delle forze parlamentari su queste scelte, con la sola distinzione di Forza Italia”.

Sulle percentuali dei sì e dei no, Bertinotti non ha voluto rilasciare dichiarazioni, limitandosi a rendere noto che si è trattato di una “maggioranza diversa”. E’ noto, comunque,
che solo Forza Italia ha votato contro il provvedimento, poiché, come ha spiegato Sandro Bondi, il partito di Berlusconi non ritiene giusto “avventurarsi in proposte di riforma
costituzionale”.

Ed il Presidente dei deputati azzurri, Elio Vito, ha aggiunto: “Forza Italia sta votando in Commissione contro le riforme costituzionali perchè non è questa la legislatura e non
è questo il governo per realizzare le riforme istituzionali”.

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