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Inflazione, prezzi moltiplicano per 5 dal campo alla tavola

Inflazione, prezzi moltiplicano per 5 dal campo alla tavola

By Redazione

Se il latte fresco viene pagato in media alla stalla 0,34 euro al litro mentre i consumatori lo pagano in media 1,4 euro al litro significa che nel passaggio dalla stalla alla tavola c’è
stato un ricarico del 312 per cento che è difficile da smentire. E’ quanto afferma la Coldiretti che, nel replicare a Confcommercio, sottolinea che ancora piu’ grave è il fatto
che mentre il prezzo del grano duro riconosciuto agli agricoltori è dimezzato quello della pasta di semola di grano duro ad aprile è addirittura aumentato del 7,7 per cento,
secondo i dati Istat.

La realtà che Confcommercio conosce bene è che in media i prodotti alimentari rincarano di cinque volte ( 488 per cento) dall’azienda agricola alla tavola per effetto di
distorsioni ed inefficienze che – sottolinea la Coldiretti – sarebbe importante iniziare combattere invece di continuare a nasconderle. Nel 2008 secondo la Coldiretti le inefficienze e le
speculazioni sono costate alle tasche degli italiani 4 miliardi di euro con l’aumento dei prezzi per i prodotti alimentari che è stato in media del 5,4 per cento superiore al 3,3 per
cento dell’inflazione generale, secondo l’Istat, con un differenziale del 2,1 per cento.

Secondo l’ultima indagine dell’Antitrust ad esempio “i prezzi al consumo attualmente praticati dalla grande distribuzione nel comparto ortofrutticolo” “non sono inferiori a quelli praticati
dalle altre tipologie di vendita e, in particolare, risultano sensibilmente superiori a quelli praticati dai mercati rionali e dagli ambulanti”. Lo stesso Antitrust nella sua indagine
conoscitiva su 267 filiere osservate mette in evidenza come i ricarichi variano dal 77 per cento nel caso di filiera cortissima (acquisto diretto dal produttore da parte del distributore al
dettaglio) al 103 per cento nel caso di un intermediario, al 290 per cento nel caso di due intermediari, al 294 per cento per la filiera lunga (presenza di 3 o 4 intermediari tra produttore e
distributore finale), facendo segnare appunto il valore medio del 200 per cento evidenziato da Bankitalia. E’ peraltro di appena due mesi fa la notizia che l’Antitrust ha multato per
complessivi 12,5 milioni il “cartello” della pasta che ha posto in essere un’intesa restrittiva della concorrenza finalizzata a concertare gli aumenti del prezzo di vendita della pasta secca di
semola da praticare al settore distributivo.

Nella forbice dei prezzi tra produzione e consumo – rileva la Coldiretti – esistono ampi margini da recuperare, con piu’ efficienza, concorrenza e trasparenza, per garantire acquisti
convenienti alle famiglie e sostenere il reddito degli agricoltori in un momento di difficoltà economica. La Coldiretti è impegnata nel progetto per costruire una “filiera
agricola tutta italiana” per la vendita del prodotto agricolo “cento per cento italiano” firmato dagli agricoltori, attraverso la piu’ estesa rete commerciale nazionale che coinvolge duemila
mercati di campagna amica e duemila punti di vendita delle cooperative, mille dei consorzi agrari, cinquemila agriturismi e diecimila aziende agricole, ma interesserà anche la rete della
ristorazione a chilometri zero e la distribuzione che intenderà partecipare. Un impegno per smascherare il finto Made in Italy e combattere le inefficienze e le speculazioni per
assicurare acquisti convenienti alle famiglie e – conclude la Coldiretti – sostenere il reddito degli agricoltori che ad oggi per ogni euro speso dai cittadini in alimenti ricevono appena 17
centesimi.

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