Inflazione, per gli alimentari resta il doppio

3 Marzo 2009
L’aumento tendenziale dei prezzi degli alimentari a febbraio del 3,5 per cento è stato piu’ del doppio del valore medio dell’inflazione ( 1,6 per cento) a febbraio ed è il
risultato di inefficienze e speculazioni che sono costate alle tasche degli italiani 4 miliardi di euro nel solo 2008. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che il tasso di aumento
doppio degli alimentari non è giustificabile dai prezzi delle materie prime che hanno listini in forte calo.
L’aumento della forbice dei prezzi tra produzione e consumo – ha sottolineato la Coldiretti – conferma la presenza di forti distorsioni esistenti nel passaggio degli alimenti dal campo alla
tavola, che danneggiano imprese agricole e consumatori. Nel 2008 – ha precisato la Coldiretti – l’aumento dei prezzi per i prodotti alimentari è stato in media del 5,4 per cento
superiore al 3,3 per cento dell’inflazione generale con un differenziale del 2,1 per cento che tende ad allargarsi nel 2009 (2,2 per cento a gennaio) nonostante il forte calo dei prezzi delle
materie prime agricole.
I prezzi alla produzione dei prodotti agricoli – ha continuato la Coldiretti – hanno registrato su base annuale una diminuzione del 14 per cento rispetto allo scorso anno, con cali per i
cereali (- 44 per cento), per l’olio di oliva (- 23 per cento), per i vini (-19 per cento), per gli ortaggi (- 15 per cento) e per il latte (- 8 per cento), sulla base dei dati Ismea relativi a
dicembre.
Gli italiani hanno speso 205 miliardi in alimenti e bevande (141 miliardi in famiglia e 64 fuori) che rappresentano ben il 19 per cento della spesa familiare ed è quindi necessario – ha
precisato la Coldiretti – interrompere un trend che impoverisce cittadini e imprese agricole in un difficile momento di crisi economica. L’obiettivo è quello di ridurre la forbice dei
prezzi tra produzione e consumo per recuperare valore per le imprese e per i cittadini.
Qui non c’entra né la crisi mondiale né altro, si tratta semplicemente di una prolungata rapina che – ha affermato la Coldiretti – dobbiamo fermare con il nostro progetto
per una filiera tutta agricola, tutta italiana e firmata dagli agricoltori. In generale, per ogni euro speso dai consumatori in alimenti ben 60 centesimi vanno alla distribuzione
commerciale, 23 all’industria alimentare e solo 17 centesimi agli agricoltori. I prezzi – conclude la Coldiretti – aumentano quindi in media quasi cinque volte dal campo alla tavola e
esistono dunque ampi margini da recuperare, con piu’ efficienza, concorrenza e trasparenza, per garantire acquisti convenienti alle famiglie e sostenere il reddito degli agricoltori in un
momento di difficoltà economica.