Inflazione, a febbraio la pasta rallenta del -1,8%

3 Marzo 2009
Secondo il dato reso noto oggi dall’Istat, il prezzo della pasta di semola di grano duro a febbraio è calato, rispetto a gennaio, dell’1,8%, mentre su base annua è aumentato del
16,5%.
Per il Codacons si tratta di un calo ridicolo, considerato che nello stesso periodo di tempo il prezzo del grano duro fino utilizzato per produrre la pasta è passato da 508,85 euro a
tonnellata del febbraio 2008 a 195,20 del gennaio 2009 (ultimo dato Ismea disponibile), ossia è calato del 61,63%. Persino rispetto a dicembre 2008, quando il grano duro fino quotava
206,52 euro a tonnellata, a gennaio, ossia in un solo mese, si è avuto un calo del 5,48%. Far calare il prezzo della pasta solo dell’1,8% è, quindi, l’ennesima dimostrazione del
comportamento speculativo da parte delle imprese del settore.
Ma il dato più preoccupante, per il Codacons, è quello generale. La discesa dell’inflazione avuta a gennaio, quando si era passati dal 2,2% di dicembre all’1,6%, si è
già bloccata. A febbraio, infatti, l’inflazione resta ancorata all’1,6% e su base mensile aumenta addirittura dello 0,2%, a differenza del mese di gennaio, quando su base mensile si era
almeno ridotta dello 0,1%.
E’ la conferma di quello che andava denunciando il Codacons nei giorni scorsi, ossia che si trattava solo di un calo tecnico e che la lotta all’inflazione non era nemmeno iniziata. D’altronde
il Governo non ha ancora mosso un dito per cercare di ridurre i prezzi.
Per questo il Codacons rilancia le sue proposte per combattere seriamente l’inflazione: riduzione Iva come ha fatto l’Inghilterra, Iva gas tutta al 10 %, riduzione imposta bollo c/c, doppio
prezzo, vendite sottocosto libere, orari liberi, aperture domenicali libere, definizione prezzo anomalo.