Infarto, due bicchieri al giorno aiutano il recupero

30 Marzo 2012
Il vino: se assunto con moderazione può agire da “medico”. Se ci si limita a due bicchieri al giorno, stimola il cuore e riduce il pericolo di morte, anche nei reduci da infarto.
A dirlo, una ricerca del Brigham and Women’s Hospital e dell’Harvard Medical School di Boston, diretta dalla dottoressa Jennifer Pai e pubblicata su “European Heart Journal”.
Gli scienziati hanno valutato la situazione di 1.818 volontari, presi in esame 20 anni dal loro primo attacco di cuore.
Comparando dieta e salute, gli esperti hanno notato come vi fossero due grandi situazioni: i non-bevitori (ed i bevitiori incalliti) ed i bevitori moderati.
Come spiegano gli autori, è stato definito bevitore moderato colui che in un giorno oscillava tra 10 e 29,9 grammi di alcol. Coloro che superavano i 30 grammi, invece, erano considerati
bevitori incalliti. Per capire, un bicchiere di vino da 120 ml contiene circa 11 grammi di alcol, e che una lattina di birra ne contiene circa 15.
Allora, osservando i reduci da infarto, i bevitori moderati mostravano un ridotto rischio di morte ( -42% per motivi cardiovascolari, -14% altre cause) rispetto ai bevitori eccezionali od ai
non-bevitori.
Allora, spiega la dottoressa Pai, “I risultati del nostro studio hanno dimostrato che negli uomini, dopo un attacco di cuore, un consumo moderato di alcol che si attesti tra i 10 e i 30 grammi
al giorno non dovrebbe essere scoraggiato, e potrebbe anzi risultare, a lungo termine, vantaggioso”.
Inoltre, spiega la dottoressa, nonostante lo studio abbia esaminato solo volontari uomini, i risultati sono validi anche per le donne. In ogni caso, per valutare a fondo gli effetti positivi
dell’alcol “moderato”, sono in programma esami ulteriori.
FONTE: Jennifer K. Pai, Kenneth J. Mukamal, and Eric B. Rimm, “Long-term alcohol consumption in relation to all-cause and cardiovascular mortality among survivors of myocardial
infarction”,: the Health Professionals Follow-up Study Eur Heart J ehs047, first published online March 27, 2012 doi:10.1093/eurheartj/ehs047
Matteo Clerici
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